Sentenza processo Scazzi: chi ha ucciso Sarah?

26 agosto 2010, primo pomeriggio, Avetrana, Puglia.
Una quindicenne, Sarah Scazzi, scompare. Dopo una quarantina di giorni il suo corpo è ritrovato dentro un pozzo: è stata uccisa. Potrebbe essere una notizia che merita solo poche righe, invece è destinata a trasformarsi in uno di quei pochi casi processuali che, più passa il tempo, più tengono alto l’interesse dell’opinione pubblica.
Non intendiamo ripercorrere tutte le tappe della vicenda, di cui abbiamo già parlato qui; andiamo direttamente al verdetto pronunciato il 20 aprile scorso fa dalla Corta d’Assise di Taranto.
Sabrina Misseri e Cosima Serrano, rispettivamente cugina e zia della vittima, sono state condannate all’ergastolo – pena massima prevista per un delitto simile – per concorso in omicidio volontario, sequestro di persona e soppressione di cadavere.
Michele Misseri, padre e marito delle due condannate e zio di Sarah, dovrà scontare 8 anni di reclusione per concorso in soppressione di cadavere.
Per gli altri indagati ci sono state le seguenti condanne:
– per Cosimo Cosma e Carmine Misseri, fratello e nipote di Michele Misseri, 6 anni di reclusione per concorso in soppressione di cadavere;
– per Vito Russo, l’ex difensore di Sabrina Misseri, 2 anni di reclusione per intralcio alla giustizia e favoreggiamento personale;
– per Antonio Colazzo e Cosima Prudenzano, cognato e suocera del famoso fioraio “sognatore” Giovanni Buccolieri, un anno di reclusione per favoreggiamento personale.
I giudici hanno quindi accolto la tesi dell’accusa, ovvero che Sarah, appena arrivata a casa Misseri, ha avuto una prima discussione con la zia e la cugina, forse per la gelosia che Sabrina aveva nei suoi confronti o perché la ragazzina minacciava di raccontare segreti, ma non si è specificato quali, che dovevano rimanere tali. Fuggita in strada, è stata poi riacciuffata dalle due donne – episodio che Buccolieri avrebbe quindi visto e non sognato, perciò rischia un processo per false dichiarazioni – e ricondotta in casa. Qui è stata tenuta ferma da una delle due donne mentre l’altra la strangolava: non è stato spiegato chi abbia tolto con un’arma altrettanto ignota la vita alla piccola e chi le ha “solo” impedito di ribellarsi. Dopo è intervenuto anche Michele Misseri, chiamato dalla figlia e dalla moglie per sbarazzarsi del corpo.
Siamo tutti convinti che giustizia sia stata fatta, eppure abbiamo visto come tanti dubbi rimangano ancora irrisolti, tanto che Franco De Jaco, l’avvocato di Cosima Serrano, si è detto sicuro che la sentenza in appello sarà ribaltata totalmente.
Se Sabrina e Cosima sono innocenti, e si è trattato come è stato accertato di un delitto familiare, rimane un unico colpevole possibile: Michele Misseri, inizialmente reo confesso, poi accusatore della moglie e della figlia e di nuovo reo confesso; l’uomo che si è proclamato – ma con parole molto più semplici e agghiaccianti – pedofilo e necrofilo, per poi smentire l’abuso sessuale sul cadavere solo dopo che l’autopsia non ha potuto stabilire se ci sia stato davvero.
Chi ha ucciso Sarah, allora? Ci sarà consegnata una verità giudiziaria dopo il terzo grado di giudizio previsto dalla legge italiana, ma quella storica, temo, rimarrà sempre nella mente di Michele, Sabrina e Cosima.

(Biancamaria Massaro)