Questione di sguardi, di Luca Alessandro
Ho avuto modo di visionare di recente il cortometraggio Questione di sguardi, scritto e diretto da Luca Alessandro, giovane regista romano attivo nel campo dell’horror e del thriller (di lui abbiamo già parlato su Nero Cafè a proposito dei film E.N.D. e Pyramid). E proprio al genere del thriller psicologico appartiene questo suo ultimo lavoro, che si caratterizza per essere ambientato interamente in un interno domestico e basarsi sulla contrapposizione tra due personaggi in scena. La trama è questa: Marco è un uomo di mezza età che vive da molto tempo confinato nel suo appartamento, in quanto soffre di una rara fobia invalidante: non riesce a guardare i visi delle persone né a sostenerne lo sguardo, neppure il suo stesso viso allo specchio. L’uomo trascorre quindi le sue giornate in una triste solitudine, intervallata dalle telefonate del suo medico che lo sprona a fare training autogeno per poter guarire e abortiti tentativi di recuperare una forma di vita sociale.
Un giorno nel suo isolamento irrompe Sonia, una ragazza che fa volontariato nel quartiere. A lei Marco fa una proposta bizzarra: le darà dei soldi se lei lo aiuterà nell’autoterapia che gli è stata prescritta. Pian piano, mentre svolgono la terapia quotidiana che consiste nell’avere una interazione di sguardo o dialogo, Marco approfondisce la conoscenza di Sonia e arriva a raccontarle del terribile evento che gli ha causato questo grave disturbo…
Questo nuovo lavoro di Luca Alessandro contiene idee valide e, anche se non del tutto riuscito, è un segnale positivo nella produzione di corti indipendenti.
Parecchi i punti d’interesse dell’opera, dalla scelta senza dubbio coraggiosa di mettere in scena un thriller basato su due soli personaggi a quella di voler raccontare una storia basata su tematiche quali la sociopatia, il senso di colpa e una fobia patologica molto particolare come quella da cui è affetto il protagonista maschile. La fotografia è ottima e unitamente al montaggio riesce a rendere bene il senso di claustrofobia e oppressione in cui Marco viene intrappolato a causa del suo disturbo.
Si segnalano inoltre le ottime prove degli attori Alberto Di Stasio e Roberta Nevola, che sanno interpretare al meglio i personaggi e l’evoluzione che entrambi subiscono nel corso della storia, man mano che Marco racconta a Sonia il suo passato e lei rivela piano piano sé stessa, e il misterioso legame che si scoprirà esserci fra loro.
Questione di sguardi ha un incipit intrigante in cui soprattutto l’interpretazione di Alberto Di Stasio ci cala nel vivo del dramma di Marco. Anche l’ingresso di Sonia sulla scena funziona, fin da subito si manifesta la tensione che entrambi vivono nell’interagire a vicenda, più plateale quella di Marco, latente da parte di Sonia.
Il film mi ha convinto un po’ di meno nella soluzione finale, o meglio nel suo procedere verso di essa. Vi arriva in modo forse troppo frettoloso e lo spettatore resta disorientato ma non riesce forse ad apprezzare al meglio lo sviluppo e le sue implicazioni. Ciò significa probabilmente che l’idea soffre un po’ nella dimensione del corto: forse realizzare un crescendo di tensione per certe tipologie di plot richiede un procedere necessariamente graduale. Non a caso sul sito del film si legge che è in atto un crowdfunding per realizzarne la versione in lungometraggio.
In definitiva, un lavoro decisamente godibile e ben realizzato, con un buon potenziale non del tutto sfruttato. Auguriamo a Luca Alessandro di affinare la sua tecnica narrativa e trovare anche la disponibilità di budget per realizzare al meglio le sue ottime idee.
Voto: 3 coltelli e 1/2
(Vincenzo Barone Lumaga)