Tolfa Short Film Fest 2013: i vincitori
La seconda edizione del Tolfa Short Film Fest si è conclusa da quasi due mesi e ancora ne parlano siti e quotidiani. Non potevamo rinunciare al consueto report, proprio noi che l’abbiamo vissuta dal di dentro, nonostante il colpevole ritardo. Anche quest’anno è stato un vero successo, sia per l’ottima fattura delle opere in gara, che per gli importanti ospiti e la consistente presenza di pubblico. La partecipazione di Nero Cafè e di Nero Press Edizioni non si è limitata al solo stand. La redazione ha infatti ideato con gli organizzatori del festival, il Premio Nero Cafè per le sceneggiature horror e l’omonimo riconoscimento, riservato al miglior cortometraggio della categoria Fantasy/Horror. Altra novità di questa edizione è stata la serata Nero Cafè, progettata e realizzata da noi redattori il 2 Giugno, con il supporto tecnico di Andrea Donato, e l’indispensabile collaborazione dei direttori artistici Piero Pacchiarotti e Costanza Saccarelli.
Come è noto, la nostra giuria ha eletto Zinì e Amì di Pierluca Di Pasquale, quale miglior corto dei suddetti generi. Egli era presente alla serata di gala, durante la quale è stato premiato da Daniele Picciuti, presidente di Nero Cafè. Come potete leggere in fondo a questo stesso articolo, ha vinto anche il premio nazionale. Noi siamo particolarmente contenti che il regista di un’opera di genere quale è Zinì e Amì, abbia vinto anche il premio più importante.
Segue la motivazione relativa alla consegna del nostro premio.
“L’associazione culturale Nero Cafè è orgogliosa di assegnare il Premio Nero Cafè per i cortometraggi della categoria fantascienza/fantasy/horror, a Zinì e Amì di Pierluca Di Pasquale. Zinì e Amì vince per l’alto livello tecnico mostrato, l’originalità della trama e l’ironia. Ha colpito positivamente i giurati perchè utilizza l’ambientazione futuristica, per raccontare la perdita dei valori e di umanità dei giorni nostri, con l’aiuto della commedia e di un certo gusto del mistero. Da sottolineare le recitazioni di attori di prim’ordine, tra i quali spiccano Alessandro Tiberi, Sacha Zacharias, Roberto Zibetti e Silvio Orlando.”
Torniamo alle sceneggiature, riportando l’elenco delle opere selezionate e i corrispettivi cinque autori, ai quali verrà inviata una copia del magazine Knife.
- Buono come il pane di Antonio Micali
- L’ascia lascia la scia di Massimo Morlando
- Tempo di Roberto Bommarito
- Help di Pier Lorenzo Pisano
- Inside the wall di Noemi Pulvirenti
Dopo molta incertezza, vista l’alta qualità delle opere finaliste, Pierluca Di Pasquale ha scelto la sceneggiatura L’ascia lascia la scia di Massimo Morlando, che è risultata cosi’, la vincitrice. Di seguito la motivazione del regista:
“Sono molto contento di aver ricevuto il premio di Nero Cafè. La cosa che mi
entusiasma di più è avere la possibilità di girare un altro corto. Ho letto con attenzione tutte le sceneggiature che mi avete inviato. Tutte ben scritte è molto interessanti. La scelta è stata dura. Per un modo o per l’altro mi sarebbe piaciuto farle tutte ma alla fine la mia attenzione è andata su L’ascia lascia la scia, di Massimo Morlando. Questa storia mi ha colpito per aver unito un ritmo di suspance con un colore grottesco dei personaggi e delle situazioni che trovo molto vicino al mio. Mi complimento ancora con tutti gli altri autori. Spero di realizzare questo nuovo cortometraggio presto. Grazie ancora a Nero Cafè, una terrificante realtà.”
Per far comprendere come è andata a chi non era presente, preferiamo lasciar parlare i numerosi video presenti nel canale Livestreaming e le fotografie della pagina facebook dedicata al festival. Trovate anche il filmato della serata Nero Cafè, le interviste agli ospiti e al sottoscritto. Nei prossimi giorni, tutte le riprese e le immagini saranno sul sito ufficiale del Tolfa Short Film Fest.
Desideriamo ringraziare le autorità e la cittadina di Tolfa, che anche quest’anno ci hanno accolto con tanto calore, gli organizzatori del festival, i disponibilissimi ospiti della serata Nero Cafè, Anna Colucci che ci ha permesso di inserire alcune sue foto, Vincenzo D’Antò, fondatore della Tower Beer, con il quale abbiamo condiviso le giornate di stand. L’articolo termina con l’elenco di tutti i vincitori e altri scatti del festival. Buona visione e buona lettura!
MIGLIOR FILM NAZIONALE
Zinì e Amì
di Pierluca Di Pasquale
Trascurato dai produttori e per questo ignorato dal pubblico nostrano, il genere fantasy non appartiene alla nostra tradizione cinematografica.
Eppure, con un tocco di commedia perfettamente italiana, Zinì e Amì dimostra che siamo assolutamente capaci di appropriarcene e reinterpretarlo, senza perdere nulla della sua potenzialità visiva.
MIGLIOR FILM INTERNAZIONALE
Aquel no era yo
di Esteban Crespo
Fotografia straordinaria, montaggio sferzante. Ottima direzione degli attori. Per un soggetto difficilissimo da rendere senza cadere nel pietismo o la superficialità.
Siamo davanti alla mano di un regista vero, dallo sguardo spietato, in una piccola opera d’arte che come i grandi film riesce ad ammantare di bellezza anche i fatti più atroci.
MIGLIOR FILM DI ANIMAZIONE
Luminaris
di Juan Pablo Zaramella
Cover ironica di Metropolis di Fritz Lang, il corto trasforma l’alienazione in una tenera gag sentimentale, più vicina allo “slapstick chapliniano” che all’espressionismo tedesco: anche nell’animazione il muto ritorna.
MIGLIOR FILM D’AVVENTURA
Tramonto
di Roberto Urbani
Un western crepuscolare, duro e spietato come la vita degli uomini di frontiera. La linea narrativa è scandita da un alternarsi di presente e passato, attraverso un abile ed equilibrato montaggio. Ottima la direzione fotografica e la regia che esaltano le atmosfere tipiche del genere rendendo un doveroso omaggio alla tradizione cinematografica italiana.
LA MIGLIOR COMMEDIA
División Azul
di Sergi Martí
Per l’originalità della storia in cui il grottesco si mischia con la drammaticità della situazione e in cui il ritmo diventa sempre più incalzante con il succedersi delle scene.
MIGLIOR FILM DOCUMENTARIO
Nomos
di Andrea Gadaleta Caldarola
Nomos è un documentario per eccellenza. Ci descrive attraverso interviste toccanti e
immagini coinvolgenti una realtà drammatica, indagandola con rispetto e attenzione. Ci propone una profonda chiave di lettura, basata sul testo filosofico di Agamben che scandaglia la società attuale, dipingendola come nuda vita davanti al potere. Ma Nomos è soprattutto la testimonianza del percorso di ricerca del regista Andrea Gadaleta Caldarola, che, con l’intento di indagare la concezione contemporanea di comunità, ha affrontato un viaggio audace e solitario attraverso spazi abitativi che raccontano un Kenya devastato dal potere e dalla paura e ha saputo restituire questo percorso con un’opera che scuote il pubblico mediante temi spiazzanti e un ritmo scandito dai contrasti.
La visita
di Marco Bolla
Il racconto per immagini si fa inganno e cancella il confine tra la “normalità” e la follia. Un’idea tanto semplice e immediata quanto sorprendente, e per questo molto cinematografica.
MIGLIOR FILM FANTASY
Mémoires Vives
di Fabrice Mathieu
Il contrasto tra la vita del titolo e la morte del protagonista innesca una serie di domande a cui il corto non accenna neanche a rispondere, per meglio scatenare la fantasia dello spettatore. Intelligente, curato nei particolari scenografici, ottimamente interpretato.
MIGLIOR FILM MUSICALE
Sakura
di Alessandra Pescetta
Per aver raccontato il Giappone colpito dalla catastrofe di Fukushima con un’opera priva di confini spaziali e temporali che attraverso musica, parole e linguaggio del corpo, trascina lo spettatore in una sinestesia poetica che vuole ricondurlo al dialogo con la natura e dare nuova forma al codice arcaico del teatro Noh tramite le chiavi di lettura della nostra contemporaneità.
MIGLIOR FILM SPERIMENTALE
Retrocognition
di Eric Patrick
Per aver saputo costruire e decostruire l’età dell’oro Americana attraverso un talentuoso esercizio di found footage, basato su fotografie e registrazioni audio di sitcom del periodo, che ci restituisce un’immagine critica dei modelli americani e dell’influenza dei media su di essi. Per aver saputo mettere in discussione l’estetica della superficie contemporanea, traendo da essa i propri elementi e il proprio linguaggio innovativo.
MIGLIOR THRILLER
Aner
di Unai Garate
Al termine di una scampagnata tra famiglie di vecchi amici, l’apparente sparizione di uno dei bambini scatena tensioni che fanno esplodere contraddizioni e rancori di vecchia data. E quando il bambino in questione attraversa di corsa lo spiazzo, è come se fosse un fantasma, ignorato da tutti gli adulti intrappolati nella suspense dei loro sentimenti repressi, normalmente celati sotto un velo di formale normalità. La stessa contraddizione espressa dai terribili comunicati stampa che chiudono il filmato, confermando lo spostamento del “thrilling” dal piano dell’azione violenta a quello della violenza emotiva.
MIGLIOR VIDEOCLIP
Love
di Mario Parruccini
La fotografia e il montaggio hanno saputo caratterizzare il prodotto come una videoclip di assoluto livello
PREMIO DELLA CRITICA
Aquel no era yo
di Esteban Crespo
Per la completezza e la precisione dell’esposizione nel trattare un argomento delicato e sempre troppo poco comunicato: l’infanzia rubata per formare bambini/soldato. Il video rappresenta un vero e proprio film in soli 24 minuti. Sa emozionare e stupire fino al finale. Momenti crudi si alternano a tanti furtivi attimi di tenerezza, quella propria dell’infanzia, che non dovrebbe mai essere né violata né tolta con prepotenza per cause ignobili. Un film che vuole rendere ai bambini la loro dignità e non troncare il corso naturale della vita per farli diventare grandi senza esserne costretti.
MENZIONE SPECIALE DELLA CRITICA
Lilah
di Simone Barbetti e Joel Ramirez
La giuria del Tolfa Short Film Festival ha deciso di assegnare, eccezionalmente, una menzione speciale che è andata a Lilah di Simone Barbetti e Joel Ramirez. Una storia vera, quella di Lilah, una dodicenne thailandese che si tenta di salvare dalla prostituzione. Una violenza cui il mercato del sesso condanna bambine e bambini dalle tragiche condizioni familiari, denunciata cinematograficamente con un lineare impianto narrativo che tiene sempre in primo piano i contenuti, sfuggendo abusate spettacolarizzazioni.
PREMIO DEL PUBBLICO
Body Pieces
di Maxim Derevianko
PREMIO CINEMADOCUMENTARIO.IT
Camille. Une vie, un appartement
di Anne Sophie Bosc
Semplicemente poesia, nello sguardo e nelle parole di Camille, testimone di quasi un secolo di storia e protagonista di una amicizia che ha reso questo film un “piccolo grande capolavoro” di dolcezza.
(Alberto Cattaneo)