Universi quasi paralleli (di Antonio Caronia), la metafisica del codice

« Furono solo capaci di sostituire
a un’autorità (…) un’altra autorità (…)
Ciò significa che non riuscirono
a risolvere il grande problema:
come possiamo riconoscere che
la nostra conoscenza è una faccenda
umana — fin troppo umana — senza
insinuare, nel medesimo tempo,
che essa si risolve tutta nel capriccio
e nell’arbitrarietà individuale?»
 
Pag. 65 Karl R. Popper,
Le fonti della conoscenza e dell’ignoranza
 
 
«Giocare con La Verità, con La Realtà,
con Il Giusto: significa prendere in giro
chi ci crede ma, soprattutto, mettere in
crisi i criteri che ciascuno ritiene infallibili
a priori. Ad esempio: “È vero perché
l’hanno detto i giornali”, “È vero perché
lo disse Aristotele”,
“È vero perché è coerente” (…)
Giocare con le cose serie,
ecco il peccato di Luther Blissett».
 
Luther Blissett
Totò, Peppino e la guerra psichica
 
«trafitto sono, trapassato dal futuro»
Giovanni Lindo Ferretti

Antonio Caronia in Universi quasi paralleli descrive, attraverso degli articoli e dei saggi che trattano di opere di P.K. Dick, Samuel Delany, Ursula Le Guin, Gibson fino ad arrivare a Luther Blissett, la mutazione della società dalla prima metà degli anni Ottanta fino ai giorni nostri. Caronia parla di fantascienza e di come questi autori abbiano utilizzato l’immaginario scientifico per nutrire l’immaginario sociale, organizzare la migrazione delle figure, delle situazioni, delle alterità, dalle pagine dei romanzi e dagli schermi dei cinema alla vita reale.

Vi starete chiedendo: «E allora, se tratta di fantascienza, quali possono essere i legami che possono intercorrere tra questo genere e quello di cui si occupa Nerocafè?  La ragione consiste nel fatto che il processo di trasformazione sociale non è stato riflesso e nutrito solo dall’immaginario scientifico. L’illuminante saggio di Caronia utilizza il termine “Fantascienza” in senso più ampio, come spunto di riflessione sulla mutazione della società e degli individui. E se al posto di mutazione, la chiamassimo “Zombificazione sociale?” Sono sicuro che non cambierebbe moltissimo e forse al professor Caronia non dispiacerebbe poi tanto.

Le motivazioni possono partire dal fatto che il modello sociale, la Fantascienza che Dick, Gibson ma anche Ballard e Burroghs riflettono, è sempre lo stesso. Come sono i medesimi, i sistemi economici e i codici sociali e i simulacri che vengono a generarsi. L’attenzione, in questo caso, è al corpo, il mutamento del corpo come elemento di riconoscimento e identità, riferimento oggettivo alla realtà, il corpo come elemento di identificazione sociale. Caronia individua un nell’arte di P.K. Dick, proprio quest’attenzione al corpo mostrando, citando baudrillard, come «tutta la storia attuale del corpo sia quella della sua demarcazione, dalla rete di marchi e di segni che lo suddividono, lo sminuzzano, lo negano nella sua differenza e nella sua ambivalenza radicale per organizzarlo in materiale strutturale di scambio/segno, al pari della sfera degli oggetti, per ridurre la sua virtualità di gioco e di scambio simbolico[1]».  E lo stesso Baudrillard mette in evidenza come il corpo, sotto il segno della sessualità, nella sua accezione attuale (…) sia preso in un processo le cui dinamiche somigliano molto a quelle dell’economia politica. Caronia mostra come questo processo, magistralmente descritto da P.K.Dick determini una progressiva perdita dell’identità dell’uomo riportando le parole di “The Dispossessed[2]”: «Mutilazione della mente… mutilazione del corpo». Non ci vuole molto per capire che siamo nell’ambito dei rapporti sociali legati ai sistemi culturali, economico-religiosi. Da un punto di vista strettamente economico il misticismo che scaturisce dalle merci unitamente alla cancellazione dei rapporti sociali e del concetto di alterità, arrivano a determinare quella frizione sociale particolare che determina l’ansia del diverso e la nascita di quello che, con una geniale intuizione, il libro L’alba degli zombie identifica e poi definisce chiaramente come il Monstrum post coloniale (Per approfondimenti sul tema leggere quest’articolo).

Insomma, che si parli di Robot o di Zombie, ci si trova sicuramente di fronte a un prodotto sociale. Non solo. Siamo di fronte alla scoperta del Corpo come unico riferimento reale di identità e coscienza, unico strumento di identificazione sociale. Ma siamo allo stesso tempo di fronte alla progressiva cancellazione di esso. I confini dell’identità dell’individuo divengono progressivamente più labili per via della mutazione.  Dalla mutazione sociale scaturisce il Simulacro e la Metafisica del codice. Come sosteneva Baudrillard «I grandi simulacri costruiti dall’uomo passano da un universo di leggi naturali a un universo di forze e tensioni di forze, oggi a un universo di strutture e di opposizioni binarie. Dopo la metafisica dell’essere e delle apparenze, dopo quella dell’energia e della determinazione — quella dell’indeterminismo e del codice ci troviamo di fronte al  controllo cibernetico, generazione mediante modelli, modulazione differenziale, retroazione,domanda/risposta, (I/O aggiungerei N.d.R.) ecc. (…)A questo livello, la questione dei segni, della loro destinazione razionale, del loro reale e del loro immaginario, della loro rimozione, del loro deviamento, dell’illusione che essi designano, di ciò di cui tacciono o dei loro significati paralleli—tutto questo è cancellato». La metafisica del codice è un ritorno al  modello di concetto degli antichi.

Vero ciò che sostiene Clifford Geertz nel suo “Mondo locale, mondi globali” ovvero che «dopo la scomparsa dei blocchi e delle egemonie, ci troviamo di nuovo in un’era di ramificazione e intrecci disseminati e in sé differenziati. Le unità e le identità che si costituiscono, quali che siano, vedranno la luce e saranno negoziate a partire dalla differenza». Ma che succede se l’unità e le identità che si costituiscono non vengono più negoziate dalla differenza? Che cosa succede se la Verità ritorna a essere imposta e inverificabile nell’esperienza e sostituita da un nuovo modello mistificante immutabile e statico? Che cosa succede se ci accorgiamo come Luther Blissett che  «tra credere una cosa e crederla vera non c’è alcuna differenza»?

«Posso credere qualcosa non necessariamente perché la credo vera, se con credere intendo accettare qualcosa come criterio di azione. I motivi per credere sono molteplici. E questo dimostra una volta di più la non sensatezza del termine “vero”. Ed ecco che “vero” può essere eliminato».[3]

Caronia ci spiega attraverso esempi, passi dei romanzi, come l’intuizione gnostica di Dick nel domandarsi chi è l’uomo venga affrontata da Samuel Delany da un punto di vista linguistico. Caronia illustra come Delany, con i suoi studi sulla logica e sulla dimensione linguistica fin da Babel-17, si volga alla ricerca dell’identità dell’individuo. E come chiarisce Noam Chomsky a pag 134 del suo “Linguaggio e problemi della conoscenza”: « Una ragione è che il linguaggio sembra veramente essere una proprietà legata alla specie, una proprietà unica della specie umana nella sua essenza comune alla nostra dotazione biologica, che presenta variazioni minime tra gli esseri umani (…). Inoltre, il linguaggio entra in modo cruciale nel pensiero, nelle azioni e nelle relazioni sociali». Ma aggiunge un elemento molto importante: « La capacità umana di produrre scienza, come altri sistemi biologici, ha i suoi fini ed i suoi limiti, come fatto necessario (…)»[4].

«Anche l’antropologo cognitivo jack Goody nel suo “The Domestication of the Savage Mind”  del 1977 aveva sostenuto che «La tecnologia crea possibilità e impone limiti a un vasto campo d’interazione sociale (…). C’è una direzione, specie nelle sfere di quelli che sono stati chiamati “dominio sulla natura” e “crescita della conoscenza”, e questo movimento è in rapporto con gli sviluppi nella tecnologia dell’intelletto, con le trasformazioni nei mezzi di comunicazione e, con l’introduzione della scrittura».

L’intuizione di Delany è mirabile nella misura in cui consente all’individuo la consapevolezza della propria identità attraverso il linguaggio, nella grande antinomia tra Natura e Cultura.

E come sostiene Noël Mouloud nel suo “Linguaggio e strutture”:  «Il linguaggio razionale ha potere sull’oggetto perché l’analisi teorica sviluppa le “dimensioni operatorie” che permettono di pensare le relazioni tra fatti ed eventi che l’analisi sperimentale moltiplica»[5].

Il limite di questo discorso è a mio avviso è costituito dall’elemento culturale-sociale. Chomsky aggiunge, nel descrivere il processo di sviluppo culturale del bambino, tema caro a Piaget e Vigotsky: «L’ambiente deve offrire una stimolazione sufficientemente ricca affinché  processi geneticamente determinati si sviluppino nel modo in cui sono stati programmati per svilupparsi. In questo caso, il termine giusto è “Attivazione”; cioè l’esperienza non determina il modo in cui lavorerà la mente ma l’attiva, la fa funzionare nel suo modo ampiamente predeterminato. (…) È un po’ come un automobile. Quando giri la chiave si comporta come un’automobile. Però se non giri la chiave non succede niente. In altri termini, ciò che compie un sistema dipende da come è costruito»[6]. Per parafrasare Chomsky e Baudrillard, la metafisica del codice come l’Ipse dixit degli antichi impedisce l’Attivazione, non consente all’individuo di “girare la chiave” . «In altri termini, ciò che compie un sistema dipende da com’è costruito. Ma dev’esserci il tipo di attivazione giusto»[7]

Caronia mette in evidenza come questa ricerca dell’identità, attraverso il linguaggio e quindi attraverso il corpo scompaia completamente nelle opere di William Gibson, semplicemente perché il corpo viene meno, muta completamente nella sua rappresentazione e con esso muta l’identità dell’individuo. Ciò è confermato nel mirabile passo di Neuromancer: « Cyberspazio: un’allucinazione vissuta consensualmente ogni giorno da miliardi di operatori legali, in ogni nazione, da bambini a cui vengono insegnati i concetti della matematica… Una rappresentazione grafica di dati ricavati dalle memorie di ogni computer del sistema umano. Impensabile complessità. Linee di luce disposte nel nonspazio della mente, ammassi e costellazioni di dati. Come le luci di una città, che si allontanano…»[8]

Nell’opera di Gibson la virtualizzazione, la mutazione dell’individuo nel suo Simulacro è completata. Siamo al “nonspazio della mente”. La coscienza può essere scambiata al pari di un oggetto “per organizzarla in materiale strutturale di scambio/segno”[9] per ritornare all’esempio fatto da Baudrillard citato da Caronia.

La coscienza può essere mercificata, scambiata come qualsiasi oggetto della rete.

E, a pensarci bene, la caratteristica più importante del non morto di Romero è la morte dell’uomo, della sua individualità, della sua identità di individuo. Lo zombie rinasce senza coscienza e senza identità. Come un robot, lo zombie è serializzato e somiglia in tutto e per tutto a un oggetto animato, non dotato di coscienza, animato da un istinto, l’istinto al consumo, l’unico elemento che lo muove. In questo, lo zombie è il prodotto perfetto della sua società, non pensa, consuma, non ha identità ma insieme ad altri zombie diviene massa incosciente. Al centro di tutto questo discorso c’è sempre la mutazione ovvero il cambiamento dell’identità culturale biologica della specie e il “dissennato darwinismo sociale”[10] che si può rinvenire nella Cinecittà di Alda Teodorani o nella Night City di Gibson. In Romero, il gruppo sociale dominante sono appunto gli zombie, la classe sociale, leader del futuro. Siamo alla trasformazione/dissoluzione del presupposto scientifico di base e del detto cartesiano, Cogito ergo sum. Il processo di evoluzione del concetto scientifico-filosofico che muove da questa affermazione, allontanandosi dall’idea statica di concetto frutto del modello platonico e dell’Ipse dixit archetipico, trasformandosi attraverso la seconda rivoluzione scientifica in un concetto dinamico, compie adesso la sua involuzione nel robot, nella metafisica del codice o nell’archetipo dello zombie. Tutti questi elementi non sono che metafore sociali, prodotto di una fitta corrispondenza di segni e simboli generati dalla realtà sociale attuale che porta l’individuo a mutare la propria identità nella sua rappresentazione.

«Il punto chiave qui consiste non solo nel fatto che la metafora (l’oggetto collegato al simbolo N.d.R.) e la metonimia (l’oggetto collegato al segno N.d.R.), (…) sono combinate, ma nel fatto che il significato dipende dalle trasformazioni di un modello nell’altro»[11]

Se nel 1927 Malinoski affermava che «il fondamento essenziale della cultura riposa su una profonda modificazione della dotazione naturale per cui la maggior parte degli istinti scompare ed è sostituita da tendenze plastiche che possono essere modellate in reazioni culturali»[12], dando valore all’uomo, alla sua coscienza, in Neuromancer di Gibson troviamo i giocattoli di carne.  «simstim (…) era fondamentalmente un giocattolo di carne, si disse. Sapeva che gli elettrodi da lui usati e la piccola tiara di plastica che penzolava da un deck simstim erano fondamentalmente la stessa cosa, e che la matrice del cyberspazio era in effetti una drastica semplificazione dell’apparato sensoriale umano, almeno in termini di presentazione, ma il simstim in sé gli pareva una moltiplicazione gratuita di input fisici. Quello sul mercato era adattato, naturalmente». Appunto, il mercato che è oggi il nostro sistema culturale di riferimento.

Caronia mette in evidenza come sia necessario per opporsi a questa mutazione sociale, una «metodologia pragmatico-blissettiana che ci dice di formulare analisi, cioè ipotesi, rispetto a determinati fini, e andare a verificarle nella prassi»[13]. È l’idea del decostruzionismo dialettico e della logica delle serie della seconda rivoluzione scientifica. «(…) Commisurando risultati e fini scopriremo dove l’analisi non ha funzionato e potremo correggere il tiro»[14]. È l’idea moderna del concetto dinamico, di modifica della realtà dall’interno dell’individuo, l’idea del concetto dinamico immanente al mondo, in opposizione alla staticità del concetto di Aristotele e della metafisica del codice attuale, esterni all’individuo e al mondo. «Questo è il modello che Blissett sta facendo con le categorie di identità e di individuo, e con le correnti teorie della verità»[15]. Blissett, Caronia propongono la centralità dell’individuo come essere pensante e auto determinato. In questo consiste la guerra psichica, l’opposizione cosciente e razionale dell’individuo pensante contro la mistificazione della realtà attraverso la sua rappresentazione, contro la metafisica dei codici imposti, contro la mercificazione delle coscienze, in sostanza, contro la mutazione del soggetto in oggetto. Questo e altro si può trovare in  Universi quasi paralleli. E, a proposito di Universi quasi paralleli, spero che, dopo quest’articolo, l’ultimo dei Caronia rimasti, quello sopravvissuto al sogno, non mi venga a cercare con l’accetta.

Dunque, se dovessi sentirti un poco strano e dovessi per caso accorgerti che ti stai trasformando in robot o uno zombie, leggi subito Universi quasi paralleli, un ottimo antidoto contro la mutazione sociale.

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Dall’introduzione di John Brunner all’edizione del 1976 dell’Uomo varibile di P.K. Dick:

«Questo mondo è davvero democratico, onesto, con la possibilità per l’uomo della strada di scegliere il modo in cui vuole essere governato, e la possibilità per il bambino nato nella capanna di tronchi di diventare presidente?
Signor Simulacro, quando avete inventato l’aerosol e il trapano?
Veramente, qui c’è scritto che siete stato voi.
Oh. Capisco. Mi dispiace.
Mi arresteranno, se mi dispiace?»

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Opere grafiche citate “Angelo” e “Totalia” di Gaetano Muratore
[1] Jean Baudrillard – Lo scambio simbolico e la morte, pag 113 / [2] P.K.Dick / [3] Luther Blissett – Totò, Peppino e la guerra psichica / [4] Noam Chomsky “Linguaggio e problemi della conoscenza” / [5] Noël Mouloud – Linguaggio e strutture saggi di logica e di semiologia del 1976 /[6] Noam Chomsky “Linguaggio e problemi della conoscenza / [7] Linguaggio e problemi della conoscenza – Noam Chomsky / [8] William Gibson – Neuromancer / [9] Lo scambio simbolico e la morte Baudrillard in Caronia – Universi quasi paralleli / [10] William Gibson / [11] Edmound Leach – Cultura e comunicazione. La logica della connessione simbolica. Un’introduzione all’uso dell’analisi strutturale nell’antropologia sociale, 1981 / [12] Malinowski – pag. 213 – Sesso e repressione sessuale tra gli indigeni, 1927 / [13] Luther Blissett in Universi quasi paralleli – Caronia / [14] Luther Blissett in Universi quasi paralleli – Caronia / [15] Luther Blissett in Universi quasi paralleli – Caronia

(Luigi Bonaro)


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