Afterlife, di Douglas Clegg
Onyx 2004.
Cemetery Dance Publications 2008 (disponibile anche per Amazon Kindle).
Era mio desiderio inaugurare questa rubrica con un romanzo epico, un must per dirla tutta. Allo stesso tempo volevo qualcosa di nuovo anche per me. Per questo ho scelto Douglas Clegg, autore di cui ho sentito parlare molto bene e che ero già curioso di leggere, anche perché pioniere della pubblicazione seriale su internet. Non ho voluto però cominciare dalla sua serie sui vampiri – molte erano le possibilità che mi nauseasse prima della fine – e ho quindi scelto un romanzo dal titolo intrigante come Afterlife, senza neanche sapere di cosa parlasse.
Mi dispiace ammetterlo, sono rimasto soddisfatto solo a metà.
La storia è intrigante: Julie Hutchinson si trova improvvisamente vedova, suo marito ucciso da quello che sembra un serial killer. Mentre cerca di superare lo shock della morte, curandosi allo stesso tempo della figlia e del figliastro, Jeff (o Hutch, come lei lo ha sempre chiamato) la tormenta dall’oltretomba nei sogni e, come scoprirà filmando la casa durante la notte, anche nella realtà. La poveretta scoprirà che suo marito è invischiato nelle vicende di una scuola per bambini con poteri psichici, costretta alla prematura chiusura in seguito a un incendio in cui uno dei ragazzi ha perso la vita. Rivelare di più sarebbe un’ingiustizia nei confronti di quest’insolito romanzo.
Perché insolito? Innanzitutto per lo stile dell’autore, a tratti quasi spigoloso: ammetto di aver faticato a entrare nella prosa di Clegg. Soprattutto i dialoghi mi davano l’impressione di essere tronchi, dopo la metà del romanzo ho capito la loro funzionalità. Le descrizioni sono fortunatamente essenziali, senza perdersi in dettagli che forse avrebbero solo diminuito l’atmosfera creata dal libro. Perché fondamentalmente quello che abbiamo tra le mani è un romanzo d’atmosfera. Ci troviamo talmente nella mente della protagonista da cominciare noi stessi a non comprendere ciò che sta avvenendo. Le informazioni che ci dà l’autore sono poche e frammentarie nel corso di tutto il romanzo e contribuiscono al senso di confusione. Esistono davvero i poteri psichici e in che misura possono influenzare la vita delle persone? Quando la spiegazione arriva è coerente, il finale riuscito ed emotivamente intenso.
Cosa c’è che non va, allora? Il sesso, tanto per dirne una. Non ho mai capito perché horror e pornografia vadano tanto a braccetto, ma sono in grado di accettarlo se serve alla storia. In questo caso, i continui sogni erotici della protagonista stridono quanto le unghie di Freddie Krueger su una lavagna. Una volta è okay, due volte pure, al terzo sogno erotico comincio a pensare che si tratti di una scorciatoia per scioccare il lettore poco avvezzo e faticare poco con la fantasia. Credo però che qualcuno che arrivi a Douglas Clegg abbia già letto le parti più sporcaccione di Richard Laymon.
La sensazione che si ha quando si arriva alla fine è che potevamo avere tra le mani un grande romanzo, ma che invece si rivela “solo” un buon page turner, con alti e bassi evidenti. In ogni caso ha il pregio di presentare un autore promettente e del quale di sicuro leggerò altro.
Giudizio: tre revolver.
(Mauro Saracino)