Bialere – Storie di Idrasca, di Luigi Musolino
Faccio parte di quell’anti-fondamentalismo che odia tutti gli “ismi”; oltre a essere una contraddizione in termini, è un metodo personale che adotto quando mi capita di ragionare, con cui rigetto tutte le etichette. Inoltre mi spinge a deridere gli atteggiamenti intransigenti ispirati da ideologie da quattro soldi. Questa premessa mi serve perché nel lontano “millenovecentoambarabà” (Abe Simpson docet) assistetti a una scena memorabile; potrei scrivere che “a quei tempi io ero un ragazzo” senza baffi e non giocavo mai a ramino, ma che, in compenso, frequentavo un’università con la speranza di riuscire ad accumulare un po’ di cultura.
Un giorno, un giovane studente e una altrettanto giovane studentessa ebbero uno scontro dialettico; il diverbio nasceva intorno alla presunta discriminazione contro le donne nella materia a cui entrambi avevano dedicato anima e corpo: la filosofia.
La ragazza, accanita femminista, accusava di omosessualità l’intera storia della filosofia, poiché era un continuo dialogo tra uomini e l’apporto creativo della femminilità era stato sempre sminuito.
Per quanto il ragazzo cercasse di minimizzare, la ragazza insisteva con slogan, provocazioni e vecchi trucchi dialettici per “vincere facile” in una discussione inutile.
L’aula studenti fu trasformata in un ring e alcuni curiosi assistettero alla scena, solo per vedere sino a che punto i due si sarebbero spinti.
L’incontro di “pugilato parlato” terminò con una freddura da knock-out; l’essenza del maschilismo nudo, crudo e puro.
“Il femminismo è stata una gran cosa, ma sai perché non ha mai funzionato?”
“No, perché?”
“Perché non c’era un uomo a organizzarlo”, rispose lui sorridendo.
La parte maschile dell’uditorio sentenziò la fine del confronto con un boato.
Da allora ho capito che certe discussioni è meglio non iniziarle nemmeno.
Poco ci mancava che riecheggiasse per i corridoi dell’università: “Tremate! Tremate! Le streghe sono tornate!” mentre dei reggiseni in fiamme si libravano verso l’alto in cenere.
Quella volta realizzai che le mie freddure non sempre sono intese correttamente e, almeno per quanto mi riguarda, con “le streghe” è meglio non avere niente a che fare o limitarmi a leggere qualche buon racconto su di esse.
Luigi Musolino con il suo Bialere – Storie di Idrasca ci offre la possibilità di leggere sette storie con protagoniste delle “Masche”: vere streghe piemontesi di origine controllata.
Idrasca è un paese che Musolino ha creato con il volto del Piemonte e l’anima dannata e morbosa del New England. In uno scenario del genere si aggirano sette donne malvagie; sono la parte femminile del male, l’apporto creativo della femminilità spesso sminuito ma capace di presentare forme inedite dell’orrore.
Storie dell’orrore, quindi, che affondano le radici nelle tradizioni della propria terra e riportano nel presente terribili maledizioni.
Nero Cafè conosce il valore della scrittura di Musolino – e anche il maestro Danilo Arona, a cui si deve la prefazione – e ne consiglia la lettura. Siamo sicuri che non ne rimarrete delusi.
Il libro in formato digitale è disponibile all’indirizzo:
http://www.bookrepublic.it/book/9788863699319-bialere-storie-da-idrasca/
Bialere – Storie di Idrasca di Luigi Mussolino, prefazione di Danilo Arona, € 0,99.
(Mirko Giacchetti)