Silent Night, di Steven C. Miller
Remake dell’omonimo film del 1984, questa volta ad uccidere è nientemeno che un serial killer travestito da Babbo Natale. E, ancora una volta, abbiamo di fronte una leggenda urbana – agli americani sembra piacciano più delle fiabe della buonanotte – che prende tragicamente vita. L’assassino si aggira per una tranquilla cittadina del Midwest mietendo vittime nei modi più efferati. Sua fedele compagna è un’ascia, di quelle che tagliano a pezzi qualsiasi cosa, ma il nostro killer non disdegna omicidi improvvisati – persino con le luci di Natale!
Sulle sue tracce lo sceriffo Malcolm McDowell (Arancia meccanica, Halloween, Silent Hill: revelation), decisamente sopra le righe con le sue arie da saggio e irritante sbruffone e la vice Jaime King (San Valentino di sangue, The Spirit, Sin City) poliziotta figlia di un poliziotto, che si porta dietro un lutto dal quale ancora non si è ripresa.
Morti efferate, del tutto prevedibili, di belle e succinte ragazze urlanti, indagini ferme in un pantano senza uscita che fanno girare i “nostri” per tutto il paese come trottole, senza che approdino a nulla. Tutto è molto “classico” e già visto. Per fortuna c’è anche qualcuno che riesce a non morire, nonostante ne abbia tutti i requisiti. Ogni tanto capita anche questo.
Unica nota positiva, l’idea di ambientare un film del genere in un posto pieno zeppo di gente vestita da Babbo Natale. Questo particolare svia le indagini e vengono perseguiti alcuni “babbi natale” innocenti (o meglio: odiosi e insopportabili per altri motivi, ma non letali).
Le continue canzoncine di Natale tra un omicidio e l’altro strappano qualche sorriso.
Qui trovate il trailer, per farvi un’idea.
Due coltelli.
(Daniele Picciuti)