La Casa, di Fede Alvarez
La Casa
2013
Regia di Fede Alvarez. Con Jane Levy, Shiloh Fernandez, Lou Taylor Pucci
Ho letto delle cose molto positive su questo film, quindi mi sono avvicinato al remake di Evil Dead con delle aspettative piuttosto alte. La realtà è che ci troviamo di fronte a un prodotto tipico di questi anni, con pregi e difetti abbastanza evidenti.
Partiamo dagli elementi positivi. Come sempre, le scenografie sono molto dettagliate e aiutano a creare l’atmosfera giusta, migliorando, se possibile, l’effetto del film di Sam Raimi. Stesso dicasi degli effetti speciali: sono ben fatti e danno un tocco di realismo che di sicuro la pellicola originale faticava a mantenere. Anche alcuni dialoghi sono particolarmente riusciti, nonostante i personaggi navighino tutti in un grigiore abbastanza evidente. Purtroppo, per quanto mi riguarda, i lati buoni terminano qui. La prima cosa a mancare nel film – e credo che in molti saranno d’accordo con me – è la mancanza di un attore come Bruce Campbell, forse la vera icona della trilogia. Il protagonista maschile fa il suo lavoro, ma a livello di personalità siamo distanti anni luce dal machismo irriverente di Campbell. Manca anche la macabra ironia che faceva sorridere, malgrado il bagno di sangue continuo dei film originali. Qui la trama è seria, con tentativo di dramma esistenziale (la storia di droga). Ottimo tentativo, a questo punto si poteva sviluppare meglio. E invece vengono buttati qua e là diversi ami che rimangono al loro posto, senza portare a niente di sostanzioso. Degli altri personaggi si sa poco e niente. Carne da cannone, okay, di nuovo come i film che siamo abituati a vedere di questi tempi in cui tutto è al servizio della trama e i personaggi vengono ridotti a miseri burattini.
Alcune esagerazioni che erano divertenti e riuscite nella pellicola del 1981 – qualcuno ha detto motosega? – qua risultano invece forzate e irritanti.
Mi spiace dirlo, ma sono riusciti a trasformare un mito degli anni Ottanta nel solito film di ragazzi, senza la magia, l’ironia e la passione dell’originale. Se non ci fosse stato un precedente illustre, potrebbe passare per un film horror da vedere quando non si ha niente di meglio da fare, magari in compagnia di qualche amico e una generosa quantità di birra. Date le premesse, invece, non posso che condannare l’ennesima trovata commerciale.
(Mauro Saracino)