I reperti egizi del Grand Canyon. Verità o invenzione?
È il 5 aprile 1909. L’Arizona Gazette riporta una notizia straordinaria. Una spedizione di archeologi finanziata dalla Smithsonian Institution avrebbe trovato all’interno di un complesso di gallerie dei reperti egiziani. Fin qui non ci sarebbe nulla di speciale, specialmente considerando che nel periodo in questione tali scoperte erano molto comuni. Ciò che rende tanto peculiare la notizia, però, è il posto dove sarebbero stati trovati questi reperti. Ovvero nel cuore del Grand Canyon.
Furono davvero ritrovati dei reperti egiziani in Arizona?
Prima di tutto analizziamo in cosa consisterebbe la scoperta. Nell’articolo leggiamo:
“Secondo la storia raccontata alla Gazzetta da parte del signor Kinkaid, gli archeologi della Smithsonian Institution, che finanziava la spedizione, hanno compiuto scoperte che hanno quasi definitivamente dimostrato che la razza che abitava questa misteriosa grotta, scavata nella roccia da mani umane, era di origine orientale, forse dell’Egitto, all’epoca di Ramses. (…) Quasi un miglio sotto terra, a circa 1480 piedi sotto la superficie, si è percorso il tunnel principale, per trovare un’altra gigantesca camera da cui si irradia una rete di passaggi, come i raggi di una ruota. Diverse centinaia di camere sono state scoperte, raggiunte da passaggi che si dipartono dalla principale. Uno di loro è stato esplorato per 854 piedi e l’altro per 634. Le recenti scoperte includono oggetti che non sono mai stati conosciuti come nativi di questo paese, e senza dubbio hanno la loro origine in Oriente. Armi da guerra, strumenti di rame, dal taglio forte e duro come l’acciaio, indicano l’alto stato di civiltà raggiunto da queste strane persone.”
E prosegue:
“A una trentina di metri dall’ ingresso c’è la sala d’incrocio, lunga diverse centinaia di piedi, in cui si trova l’idolo, o immagine, del dio di quella gente, seduto a gambe incrociate, con un fiore di loto o giglio in ogni mano. L’aspetto del viso è orientale, come le decorazioni incise in questa caverna. L’idolo assomiglia a Buddha, anche se gli scienziati non sono certi per quanto riguarda il culto religioso che esso rappresenta. Prendendo in considerazione tutto ciò che finora si è trovato, è possibile che questo culto assomigli a quello dell’antico popolo del Tibet.”
Qui ci imbattiamo in una contraddizione, in quanto pur sottolineando in apertura che i reperti sarebbero di origine egiziana, nell’articolo si accenna a un idolo che somiglierebbe al Buddha. Più avanti si parla anche di geroglifici da decifrare (non si precisa se di origine egizia) e di alcune mummie rinvenute all’interno di una cripta.
A raccontare la storia alla gazzetta sarebbe stato un tale Kinkaid che viene descritto come “il primo bambino bianco nato in Idaho (…) un esploratore e cacciatore per tutta la sua vita, per trenta anni è stato al servizio della Smithsonian Institution.” La spedizione sarebbe stata invece capitanata dal Prof. S. A. Jordan. Eppure nel 2000 l’istituto in questione ha affermato:
“Il Dipartimento di Antropologia della Smithsonian ha cercato nei propri archivi, senza trovare alcuna menzione di un Professore Jordan, di Kinkaid, o di una civiltà egizia perduta in Arizona.”
Può essere che si tratti di una sorta di cover-up dello Smithsonian?
La possibilità esiste, ma va tenuto presente che, fatta eccezione per l’articolo in questione, non esiste nessun altro indizio concreto che possa sostenere il ritrovamento di reperti egiziani (o simili) nella zona. La rete di cunicoli non è mai stata scoperta. In ultima analisi l’ago della bilancia sembrerebbe tendere verso la possibilità di un articolo fasullo, anche se ovviamente non si può mai dire.
(Roberto Bommarito)