Un dubbio necessario, di Colin Wilson
Titolo: Un dubbio necessario
Autore: Colin Wilson
Editore: Carbonio Editore
Anno: 2017
Pagine: 116
Prezzo: 0,99 euro (ebook) 12,90 euro (cartaceo)
Sinossi
Immaginate di mescolare le deduzioni scientifiche di Sherlock Holmes alla caccia all’assassino del Mostro di Düsseldorf di Fritz Lang, ai dibattiti filosofici di un libro di Dürrenmatt, e avrete Un dubbio necessario, il libro più strano del più singolare degli autori inglesi, Colin Wilson, che in questo mystery anticipatore di un certo genere letterario gioca a moltiplicare la propria personalità in tanti personaggi quanti sono i suoi interessi: dalla storia alla filosofia ai grandi misteri. E così un interessante enigma filosofico nato nelle atmosfere felpate di un club londinese sorseggiando uno sherry davanti al camino, dibattendo di Heidegger e Nietzsche e delle ceneri del nazismo, si trasforma a poco a poco in un vorticoso gioco di specchi, fino all’ipotesi del delitto perfetto.
La recensione di Nero Cafè
Amante dei thriller e, in epoca liceale, della filosofia, non ho potuto fare a meno di tuffarmi nella lettura di Un dubbio necessario che, vi avviso, non è un libro per tutti.
La narrazione è abbastanza scorrevole, anche se a volte – vuoi per le tematiche, vuoi per le dissertazioni filosofiche, vuoi per il taglio narrativo – tende a rallentare un po’. Grazie a una struttura lineare, risulta comunque piuttosto coinvolgente e trova la sua massima espressione nei dialoghi, davvero ben caratterizzati e caratterizzanti, sempre coerenti col personaggio parlante. A tal proposito, Wilson fa una piccola magia: i personaggi principali sono pennellati, ben descritti sotto l’ottica fisica e psicologica, tanto da assumere vera e propria tridimensionalità.
Lo stile narrativo non è semplice e rende l’opera non adatta a tutti: la sintassi, infatti, è molto carica e presenta numerosi termini tecnici e accademici che potrebbero scoraggiare i lettori meno arditi o poco propensi allo studio filosofico, ma ciò sarebbe un grave errore, perché ci troviamo davanti a uno scritto davvero pregevole. Ultima considerazione: le ambientazioni sono ottime, ben caratterizzate e spesso esaurientemente descritte.
Ritorniamo al motivo per cui Un dubbio necessario non è un romanzo per tutti. Sarebbe meglio avere un’infarinatura generale di filosofia o, per lo meno, essere portati a tale disciplina e questo, secondo me, è il limite maggiore dell’opera. A dirla senza filtri, per amare il libro bisogna essere amanti della Cultura – quella con la C maiuscola – ma, se si è in cerca di una lettura d’evasione, questo scritto non fa proprio per voi.
Tuttavia, la struttura narrativa è gradevolissima e gli eventi ricalcano perfettamente il giallo deduttivo classico e questo, per gli amanti del genere, non può che essere un incentivo alla lettura. Ho particolarmente apprezzato il viaggio psicologico del protagonista, immedesimandomi in lui (tanto che, in chiusura, mi sono detta che anche io, al suo posto, avrei fatto la stessa scelta) e ho potuto vivere a trecentosessanta gradi le atmosfere gelide e fosche della Londra del dopoguerra.
Lettura assolutamente consigliata, ma solo a un pubblico scelto.
Estratto:
È possibile che nulla di importante o reale sia ancora stato visto, conosciuto o detto? È possibile che il genere umano abbia avuto migliaia di anni a disposizione per osservare, riflettere, annotare e abbia permesso che questo tempo trascorresse come l’intervallo per la ricreazione a scuola, dove si mangia una mela o un panino?
Sì, è possibile.
È possibile che nonostante il nostro progresso e le scoperte, ci fermiamo ancora alla superficie della vita…?
Sì, è possibile.
È possibile che l’intera storia del mondo sia stata fraintesa?
Sì, è possibile.
È possibile che tutte queste persone conoscano con tanta precisione un passato che non è mai esistito? È possibile che tutte le cose reali siano nulla per loro, che la loro vita scorra disconnessa con tutto, come un orologio in una stanza vuota?
Sì, è possibile.
Ma se tutto questo è possibile, se ha anche solo un’ombra di possibilità, allora di sicuro… bisogna fare qualcosa? Il primo arrivato… deve iniziare a fare qualcosa con ciò che è stato trascurato… deve farlo lui, se non c’è nessun altro a disposizione.
Valutazione: quattro coltelli.
(Tatiana Sabina Meloni)