Anya Taylor-Joy: una fuoriclasse a Hollywood

Di triplice nazionalità (argentina, inglese e statunitense), Anya Taylor-Joy è senz’altro una delle attrici più espressive del nostro tempo. Ogni singola parte, ogni ruolo sembra calzarle a pennello come un vestito cucito su misura. Dopo un paio di apparizioni minori, nel 1996 recita da protagonista in The Witch (di Robert Eggers), un horror d’autore sulla stregoneria e il culto del diavolo, un film in costume che la vede giovane protagonista di una lotta per la sopravvivenza all’interno di una famiglia di poveri contadini che deve affrontare l’oscura presenza del Male. Da subito si intuisce quante potenzialità abbia la giovane Anya e lo sa bene il regista Robert Eggers, che lavorerà ancora con le lei sette anni dopo, in The Northman. Quest’ultimo film, ispirato a storie e leggende norrene, vede come protagonista assoluto Aleksander Skarsgard, ma il cast annovera altri nomi importanti, come Nicole Kidman, Ethan Hawke e Willem Dafoe. Se, in The Witch, Anya era appena diciottenne ed era al suo esordio (una chicca: era anche l’esordio alla regia di Eggers), in The Northman ci troviamo di fronte a un’attrice matura, sicura di sé e della propria bellezza, in grado di impattare sullo spettatore tanto nelle scene di nudo quanto in quelle più crude e drammatiche, merito pure della splendida fotografia.

Facendo un passo indietro, il 2016 vede l’uscita di ben tre film con Anya Taylor-Joy nel ruolo di protagonista o di comprimaria. Il primo di questi è Morgan, diretto da Luke Scott, un inquietante thriller a sfondo fantascientifico che la vede impersonare una creatura ibrida nata in laboratorio e dotata di poteri straordinari. Seminerà il terrore tra gli scienziati che intendono imbrigliarla, lasciandosi alle spalle una lunga scia di sangue. Nel cast troviamo molti nomi noti: Kate Mara, Toby Jones, Michelle Yeoh, Paul Giamatti, Brian Cox, Jennifer Jason Leigh e Rose Leslie. Il secondo film è Barry, di Vikram Gandhi, che narra la storia di un giovane Barak Obama alle prese con la ricerca della propria identità (il ruolo di Anya è quello della sua fiamma di allora), mentre il terzo è l’ormai iconico Split, di M. Night Shyamalan, in cui Anya Taylor-Joy interpreta Casey Cook, una delle vittime rapite da un killer psicopatico dalle molteplici personalità, impersonato da un grande James McAvoy. Questo film rappresenta di certo un ulteriore punto di svolta nella carriera dell’attrice, che entra ufficialmente a far parte dell’universo cinematografico di Shyamalan. Infatti, il personaggio di Casey Cook tornerà nel 2019 in Glass, punto d’incontro tra i personaggi visti in Split e quelli conosciuti nel precedente Umbreakable (Bruce Willis e Samuel L. Jackson). Se non avete visto questi film, il mio consiglio è di recuperarli, soprattutto Split.

Nel 2017 Anya torna a recitare in Amiche di sangue (assieme ad Olivia Cooke, la Alicent Hightower di House of the Dragon), storia di un’amicizia morbosa tra due studentesse decise a risolvere i propri problemi nel modo più drastico possibile; e poi in Marrowbone (di cui abbiamo già parlato abbondantemente in questa recensione), dove la vediamo al fianco di Mia Goth e Charlie Heaton. Appare ormai chiaro che Anya Taylor-Joy si trovi particolarmente a suo agio in ruoli drammatici all’interno di storie di suspense e di orrore.

Dopo altri ruoli minori, nel 2020 la ritroviamo inaspettatamente in una commedia romantica in costume, Emma, tratto dall’omonimo romanzo di Jane Austen, e di nuovo al fianco di Mia GothNello stesso anno esce anche The new mutants, una sorta di spin-off degli X-men in cui interpreta un personaggio dalle peculiari capacità, in grado di teletrasportarsi in un mondo di fantasia alternativo da lei creato nel quale è un’eroina pressoché invincibile. Nel film torna a lavorare al fianco di Charlie Heaton e nel cast troviamo anche Maisie Williams (la Arya Stark di Game of Thrones) e Blu Hunt, che è la reale protagonista della pellicola. È senz’altro il talento di Anya, però, a dare quel qualcosa in più a un film che, altrimenti, stenterebbe a decollare. Non è un segreto, infatti, che sia stato stroncato dalla critica, nonostante io l’abbia comunque trovato un piacevole intrattenimento. Sempre del 2020 è la serie tv che la consacra definitivamente a grande star: La regina degli scacchi. Qui, Anya Taylor-Joy dà il meglio di sé, riuscendo a dare uno spessore tale al suo personaggio da consentirle di vincere un Golden Globe come migliore attrice e molti altri premi. Il regista Scott Frank l’ha voluta fin da subito come protagonista della serie, ancor prima che esistesse la sceneggiatura (per chi non lo sapesse, tratta dall’omonimo romanzo di Walter Tevis). Nella serie, Anya riesce a trasmettere in modo impeccabile tutte le fragilità, le manie e la forza interiore di una ragazza che lotta con tutta se stessa per affermarsi in un mondo – quello degli scacchi, ma non solo – appannaggio degli uomini.

Nel 2021 Anya ci regala un’altra perla: Ultima notte a Soho, di Edgar Wright, con Thomasin McKenzie e Matt Smith (visto nel ruolo di Daemon Targaryen in House of Dragon, ma anche in quelli di Doctor Who e del principe Filippo in The Crown), in cui dà sfoggio anche di ottime qualità canore, interpretando il brano Downtown (disponibili i video di entrambe le versioni uptempo e downtempo su Youtube). Di questo film abbiamo parlato più approfonditamente in questa recensione.

Tra il 2019 e il 2022 Anya Taylor-Joy presta le sue abilità artistiche nella serie cult Peaky Blinders, con un Cillian Murphy in stato di grazia e, proprio nel 2022, escono due film. Il primo è The menu e alla regia troviamo Mark Mylod, noto soprattutto per il suo coinvolgimento in serie tv quali The Affair, Il trono di spade, Shameless e altre. The menu è un autentico gioiello, che ci trascina nel mondo dell’alta cucina, ma lo fa in modo drammatico, sanguinoso e allo stesso tempo irriverente. Nel cast troviamo uno straordinario Ralph Fienness nel ruolo dello Chef che ha ideato i piatti e il piano criminoso, e un ottimo Nicholas Hoult in quello di un ospite molto particolare, mentre Anya Taylor-Joy è Margot, ospite inattesa che dovrà escogitare il modo per salvarsi prima che venga servito il dessert. Nel secondo film, Amsterdam, Anya ricopre un ruolo minore, ma la produzione è stellare e nel cast troviamo nomi del calibro di Christian Bale, Margot Robbie, John David Washington, Taylor Swift, Robert De Niro, Zoe Saldana, Mike Myers, Chris Rock, Michael Shannon, Timothy Olyphant e Rami Malek.

Nel 2023 Anya presta la sua voce per il film di animazione Super Mario Bros e infine eccoci al 2024, l’anno in cui esce Furiosa: A Mad Max Saga. Nel film, in cui troviamo Chris Hemsworth nel ruolo del villain, cosa per lui inusuale, Anya dà sfoggio ancora una volta di tutta la sua intensità, regalando degli sguardi che sembrano a volte ardere come lava vulcanica e a volte gelare come stalattiti di un ghiacciaio millenario, ma sempre – sempre – arrivano dritti nel cuore dello spettatore. Quasi in contemporanea esce anche Dune – Parte Due, nel quale Anya Taylor-Joy fa la sua apparizione – sia pur in un ruolo secondario – accanto a un altro stuolo di grandi attori, a partire da Timotée Chalamet, Rebecca Ferguson e Zendaya, per continuare con Josh Brolin, Austin Butler, Dave Bautista, Javier Bardem, Florence Pugh, Léa Seydoux, Stellan Skarsgard e Charlotte Rampling.

Non si può non notare come Anya Taylor-Joy sia riuscita ad arrivare alle grandi produzioni di Hollywood, crescendo, film dopo film, in maniera esponenziale, passando in modo strategico per La regina degli scacchi – una serie tv importante che, grazie al pubblico di Netflix, ha contribuito a cesellarne la notorietà – e riuscendo a forgiare la propria immagine in modo solido nella mente del grande pubblico. Di lei il regista Edgar Wright ha detto: “Vederla lavorare è come essere testimoni di un trucco di magia, è come se fosse in un costante stato di grazia” mentre il regista Scott Frank ha affermato: “Anya ha un volto assolutamente stupefacente. È molto espressiva, può fare miracoli con quello sguardo”. Personalmente, non potrei essere più d’accordo con entrambi. Quando leggo il nome di Anya Taylor-Joy nel cast di un film so già che non resterò deluso, indipendentemente dal valore generale del film o della sceneggiatura, perché una cosa è certa: la sua sola presenza, almeno dal punto di vista interpretativo, è garanzia di qualità.

(Daniele Picciuti)