Intervista con Alfredo Colitto
In occasione dell’uscita del nuovo romanzo “il Libro dell’angelo” proponiamo anche sul nostro blog l’intervista a Alfredo Colitto pubblicata il 31 gennaio sul numero zero della nostra WebZine Knife:
“I tuoi romanzi storici “Cuore di ferro” e “I discepoli del fuoco” hanno come protagonista il medico bolognese Mondino de’ Liuzzi, realmente esistito. Come nasce il tuo interesse per questo personaggio e come è evoluto nella tue storie?
Con Mondino è stato un colpo di fulmine. Stavo facendo le ricerche per Cuore di Ferro, avevo già un’idea della storia, ma il protagonista che avevo scelto non mi quadrava. Poi ho scoperto Mondino, e ho capito di aver trovato il mio protagonista. Il carattere collerico che ha nei romanzi l’ho inventato io, ma sono abbastanza convinto di non essere troppo lontano dal vero. Nelle mie storie ho rispettato quel poco che si sa della sua biografia, ma ci ho messo molto di mio.
Alla tua attività di scrittore e traduttore, affianchi quella di insegnamento di scrittura creativa presso la scuola Zanna Bianca di Bologna, da te fondata insieme ad altri scrittori. Quanto hai ricevuto da questa esperienza?
Ho ricevuto e ricevo molto dall’insegnamento. La storia che insegnando si impara molto è ormai diventata un luogo comune, tuttavia un luogo comune è tale proprio perché è vero. Durante una lezione di scrittura, analizzando insieme agli allievi le problematiche narrative, ascoltando le loro domande e dovendo elaborare risposte coerenti, ho imparato a essere più sistematico, cosa che mi aiuta molto nella scrittura dei romanzi storici. Quello che ricevo dal punto di vista umano, invece, è semplicemente impagabile. E ogni volta che uno degli ex allievi di Zanna Bianca pubblica un romanzo o un racconto, provo una grande soddisfazione.
Hai vissuto molto all’estero, soprattutto in Messico dove hai ambientato il tuo primo romanzo Cafè Nopal. I viaggi e la conoscenza di culture diverse cosa hanno portato nella tua narrativa?
Non sono certo di cosa viaggi e la vita in altri Paesi abbiano portato nella mia narrativa. Forse un senso di apertura, una tendenza a considerare diversi punti di vista e non solo uno. La cosa certa è che mi hanno arricchito molto come persona.
Quali sono gli ingredienti indispensabili di un thriller storico?
Secondo me, lo scopo principale di qualsiasi romanzo storico è quello di portare il lettore dentro un’epoca passata, di fargliela vivere come se fosse lì. Quindi è indispensabile una buona ambientazione. Se poi il romanzo storico è anche un thriller, ci vuole tensione, una vicenda che tenga il lettore incollato alle pagine. Last but not least, come in qualsiasi romanzo, ci vogliono personaggi forti, dei quali il lettore si innamori almeno per lo spazio della lettura del libro. Se un personaggio non ti coinvolge, non ti viene voglia di andare avanti per sapere cosa gli succederà.
Riesci a portare avanti parallelamente le attività di traduttore e di scrittore? Tra i tuoi testi tradotti, quale è l’autore che ti ha creato più difficoltà?
Ci riesco benissimo, perché sono due lavori che in qualche modo si compenetrano. Tuttavia in quest’ultimo periodo ho dovuto ridurre le traduzioni, perché l’attività di scrittore mi impegna parecchio. In quanto alla seconda domanda, dico sempre che i libri più difficili da tradurre sono quelli scritti male. Perciò l’autore che mi ha creato più difficoltà preferisco non nominarlo…
Arriviamo al tuo nuovo romanzo, “Il libro dell’Angelo”. Quale è stata la scintilla che ha fatto nascere questo nuovo progetto?
Le scintille sono due. La prima è che la Bologna medievale cominciava ad andarmi un po’ stretta. Mi piaceva l’idea di cambiare città, anche se ho dovuto rifare da capo tutta la ricerca storica.
La seconda è che a me Venezia piace moltissimo, e la sfida di ricostruirla com’era nel medioevo, con più canali e meno ponti, con ricchi palazzi circondati da case di legno e una sola grande piazza pavimentata, mi è sembrata affascinante. Così, in questo terzo romanzo, Mondino va a Venezia. E si trova alle prese con un mistero che risale ai tempi di Noè…
Biografia: Alfredo Colitto è nato a Campobasso e vive a Bologna. All’attività di scrittore affianca quella di traduttore per alcune tra le maggiori case editrici italiane e insegna scrittura creativa presso la scuola Zanna Bianca di Bologna. È noto al grande pubblico soprattutto per i thriller storici pubblicati con Piemme, che hanno come protagonista il medico Mondino de’ Liuzzi: Cuore di ferro (finalista al Premio Salgari), I discepoli del fuoco (finalista al Premio Azzeccagarbugli e vincitore del Premio Mediterraneo del Giallo e del Noir) e Il libro dell’angelo. I diritti dei suoi libri sono stati venduti in Spagna, Germania, Inghilterra, Canada e Brasile. Ha pubblicato inoltre Il candidato, Aritmia Letale, Duri di Cuore, Café Nopal, Bodhi Tree. Ha partecipato a numerose antologie di racconti, tra cui: Il ritorno del Duca (Garzanti), History & Mystery e Seven (Piemme), Anime Nere Reloaded (Mondadori).
Il Libro dell’Angelo
Venezia, maggio 1313 Mentre fervono i preparativi per la festa della Sensa, che culminerà con lo Sposalizio del Mare, l’acqua alta trascina in Piazza San Marco i cadaveri di tre bambini crocifissi.
Un anziano ebreo ingiustamente accusato dell’omicidio si toglie la vita in carcere, lasciando sul muro della cella una frase latina che non svela nulla. Ma allora perché si è dato la pena di scriverla con il sangue? La macabra scoperta sembra in qualche modo collegata al Sefer ha Razim, il Libro dei Segreti, dettato secondo la leggenda dall’angelo Raziel a Noè e da questi trascritto su una tavoletta di zaffiro.
Questo è il mistero che Mondino de’ Liuzzi, medico anatomista dello Studium di Bologna, è chiamato a risolvere a Venezia. Ma subito Mondino si scontra con il nobile che ha ordinato l’arresto dell’ebreo, con la donna che ama, con quella che ha amato e forse ama ancora e persino con il suo amico Gerardo. Il giovane ex Templare, infatti, in un primo momento si rifiuta di aiutarlo, perché anche lui ha una missione da compiere: mettere in salvo la mappa per raggiungere le misteriose Terre Australi al di là dell’oceano, di cui qualcuno ha trovato traccia nel Liber Floridus di Lamberto di Saint Omer. Ha inizio così una vicenda d’intrigo e di morte, in cui Mondino sfidando il potere di Venezia e a rischio della sua stessa vita, dovrà sciogliere l’enigma di una stirpe di custodi che risale ai tempi del Diluvio, in un’implacabile corsa contro il tempo.
(Alessandro Manzetti)