Charles Manson e Roman Polanski: quando Satana incontra Hollywood
Due giorni fa, il 12 giugno, si è verificata una ricorrenza importante. È il 1968 quando esce il film Rosemary’s Baby che consacra Roman Polanski come il più “demoniaco” regista che abbia mai lavorato a Hollywood. Il film, come è noto, si conclude con Rosemary – interpretata da una giovanissima Mia Farrow – che accetta suo malgrado di aver partorito il figlio del demonio. Dietro il “luciferino” padre si cela una figura reale, quella di Anton LaVey, fondatore della Chiesa di Satana.
9 agosto 1969: Sharon Tate, moglie di Roman Polanski e prossima al parto, viene massacrata insieme ad altre quattro persone da alcuni membri della Family, comunità hippie che il suo fondatore, divenuto poi famoso come Charles “Satana” Manson, ha trasformato in pochi mesi in una setta i cui seguaci sono pronti a uccidere in suo nome. A pochi giorni dalla strage girerà la notizia, del tutto infondata, che la Tate sia stata sventrata per sottrarle il bambino e usarlo per chissà quali riti satanici e perversi. Susan Atkins, che si vanta in carcere di aver “assaggiato” il sangue della Tate commentando “Wow che trip!”, aveva lavorato come spogliarellista in un locale proprio di LaVey…
Ma Anton LaVey, pur essendo un satanista, non credeva in Satana!
Per LaVey, infatti, Satana non è l’Avversario di Dio, ma la forza che libera l’uomo dalle catene del pensiero bigotto, cattolico e moralmente accettato dai suoi contemporanei. Siamo nel finire degli anni Sessanta. Grazie a Lavey e ad Alister Crowley – mago occultista ateo che appare nell’album dei Beatles, erroneamente considerato il padre del satanismo moderno – Satana, in cui nessuno dei due crede, entra e sconvolge il mondo dell’arte, in particolare quello della musica e del cinema.
E miete vittime…
Questo e altro scoprirete il 21 giugno alle 16.00 durante il Tolfa Short Film Festival dove Nero Press Edizioni presenterà i primi due volumi della nuova collana di saggistica Indagini: Charles “Satana” Manson: demitizzazione di un’icona satanica di Biancamaria Massaro – sì, proprio io! – e Tim Burton: From Gotham to Wonderland di Giulio Muratore.
(Biancamaria Massaro)