Venga pure la fine, di Roberto Riccardi
Un attimo di silenzio…
Qualche migliaio di anni fa, un certo Platone aveva già capito tutto: solo i morti hanno visto la fine della guerra. Da allora l’uomo ha cercato di contraddire il filosofo e ha programmato la messa in onda dello spettacolo anche nel mondo dei vivi, ma ogni volta qualcosa è andato storto e la diretta è stata rinviata a tempo indeterminato. Così, ci troviamo sempre con il solito palinsesto che macina troppi cadaveri.
La guerra non è spettacolo, l’igiene dei popoli, neppure il braccio armato dell’economia o la preparazione della Pace. Per come la vedo io non è nient’altro che una fabbrica che produce morti, avvelena per sempre la terra e distrugge tutto quello che tocca.
Se per ogni morto in guerra si osservasse un minuto di silenzio, credo che l’umanità intera si ritroverebbe a tacere per sempre.
Venga pure la fine è il nuovo romanzo di Roberto Riccardi e segna il ritorno di Rocco Liguori, il Tenente dei Carabinieri conosciuto in Undercover.
In seguito a un ordine del Comando Generale dell’Arma, il Tenente Liguori deve lasciare Alba, una tranquilla cittadina, per raggiungere L’Aja e mettersi a disposizione del tribunale internazionale per i crimini di guerra. Il procuratore Silvia Loconte respinge l’ipotesi secondo cui il colonnello Dragojevic, condannato per la strage di Srebrenica, sia in coma in seguito al fallito tentativo di suicidarsi e avvia un’indagine che affida al Tenente Liguori. Non si tratta di un semplice caso, ma di un tuffo nel passato, poiché sette anni prima, durante una missione in Bosnia, fu proprio Rocco ad arrestare il militare. Molti ricordi sgradevoli ritornano a bussare nel presente, ma il tempo stringe e i responsabili devono essere consegnati alla giustizia, nonostante gli accordi politici e il rischio della propria vita.
Venga pure la fine di Roberto Riccardi. E/O edizioni, 231 pagine, € 16, 50. Disponibile.
(Mirko Giacchetti)