L’estate del diavolo, di Luigi Milani
“Il paradiso lo preferisco per il clima, l’inferno per la compagnia.”
Mark Twain ha dimostrato di avere le idee chiare; passare l’eternità, oltre che la vita, in compagnia di gente noiosa è una tortura. Chi ha sempre fatto il buono, obbedito, rispettato le regole e ha vissuto tutto ciò che non procura emozioni, magari dopo un’esistenza stile casa di riposo, potrà andare in Paradiso e proseguire l’esistenza al piano superiore.
Tutti gli altri? Benvenuti all’Inferno!
Per via del mio non credere, è sicuro che finirò all’inferno, ma per questo non disprezzo chi ha fede; se togliamo quelli che scommettono senza rischio “alla Pascal”, quelli che frequentano le chiese solo per matrimoni, battesimi, funerali o aumentano la frequenza solo in proporzione all’età, allora rimangono pochissimi cristiani. Correre dietro a un credo/banderuola a seconda della convenienza, secondo Dante, rende indegni anche dell’Inferno. Volete giustificarvi criticando i preti? Mai sentito dire che verrete giudicati con lo stesso metro che usate e di non occuparvi delle travi negli occhi altrui, ma di prestare attenzione alla pagliuzza nei propri?
Con un padre come Giobbe, i suoi figli meritano davvero il Paradiso, soprattutto in tempi come questi.
Cosa spaventa dell’Inferno? Forse i due millenni di cattiva pubblicità fatta da gente per bene? Oppure che sia governato dal Diavolo? Imputato a cui si nega sempre la possibilità di difendersi e ritenuto colpevole ancora prima del processo. Tranquilli, non si considera perseguitato. Inoltre è onesto, perché ammette il suo coinvolgimento nei fatti. Qualcosa di vero ci sarà pure, altrimenti tutta la fantasia del mondo non basterebbe per riuscire a coinvolgerlo ogni volta. Lasciamo perdere, i problemi legali non interessano ai dannati affamati; dopo il cibo, vogliono solo sapere che i colpevoli siano condannati.
In quale prigione si potrebbe rinchiudere il Diavolo? Penso che la Terra sia un buon istituto correzionale; circondato dagli uomini, esseri molto più cattivi di lui, capirà cosa significa vivere conoscendo la paura, senza contare il sudore che potrebbe sprecare d’estate!
Luigi Milani, dopo Season e Ci sono stati dei disordini, torna con L’estate del Diavolo. Una prova, quest’ultima, che mette in luce la capacità dell’autore di affrontare, con eguale bravura, una narrazione impegnata, oppure indagare e valutare ricordi tragici come quelli accaduti durante il G8 di Genova, per approdare al genere horror e proporci una buona raccolta di racconti. Lontano da tentazioni estetiche moderne, dove a regnare è la dimensione splatter e l’esibizione dettagliata dell’orrore, l’autore ha preferito riallacciarsi alle atmosfere delle gothic novels sull’esempio dell’indiscusso maestro del genere Edgard Allan Poe. Atmosfere inquietanti e colpi di scena che penetrano nell’animo del lettore, coinvolgendolo in prima persona nell’angoscia intrappolata nei racconti.
L’estate del Diavolo, di Luigi Milani, Delirium Editions, formato e-book, € 3,99.
(Mirko Giacchetti)