The Divide, di Xavier Gens

Il Terzo Occhio torna ad aprirsi su The Divide, film diretto da Xavier Gens, regista noto per l’agghiacciante Frontiers e per Hitman – L’assassino, tratto dall’omonimo videogame. Con The Divide, Gens torna ad ipnotizzare lo spettatore con un lungometraggio che tiene incollati allo schermo. Il film, a metà fra la fantascienza e il thriller, narra le vicende di un gruppo di sopravvissuti a una catastrofe nucleare. Ma quello che, inizialmente, sembra condurci verso un “là fuori” sconosciuto e spiazzante, torna bruscamente indietro, relegandoci assieme ai superstiti all’interno di un bunker sotterraneo.

Da subito comprendiamo che assisteremo a un film spietato. Quando il primo membro del gruppo viene portato via da soldati in tuta d’amianto – non diciamo chi perché sarebbe davvero troppo – rimaniamo attoniti a seguire l’evolversi di una situazione che precipiterà i malcapitati in un incubo senza ritorno.

Là dove la speranza muore, inizia il caos. L’essere animale insito in ognuno esce allo scoperto, dando sfogo ai più biechi istinti. I personaggi rimangono impressi tutti, nessuno escluso, ciascuno con le sue peculiarità, buone o cattive che siano. Il cast se la cava egregiamente, gli sguardi, i gesti, tutto viene condensato in una brodaglia primordiale di sensazioni che, a tratti, riescono a mettere i brividi. Perché aleggia sempre quell’atmosfera di incertezza, non sapere mai da chi aspettarsi la cosa peggiore e quando.

La bellissima Lauren German (già protagonista in Dark Country e Hostel: parte II) è lo sguardo pulito – l’unico, diciamolo – che si apre sulla devastazione della città per poi ritrovarsi ad assistere alle peggiori nefandezze. Siamo con lei per tutto il tempo, pur seguendo anche gli altri, domandandoci se il cinico Michael Biehn (Terminator, Aliens – scontro finale, Grindhouse – Planet Terror) riuscirà a tenere le redini del gruppo o finirà per lasciarle andare; se lo spocchioso Milo Ventimiglia (Heroes, Stay Alive, Cursed – Il maleficio) e il selvaggio Michael Eklund (The house of the dead) riusciranno a trovare redenzione per le proprie azioni o fin dove invece si spingeranno; se il conflitto silenzioso tra Ivan Gonzalez (Errors of the human body) e Ashton Holmes (Wind Chill – Ghiaccio rosso sangue) per la bella German finirà prima o poi per esplodere; o, ancora, chiedendoci cosa finirà per scoprire il sospettoso Courtney B. Vance (Final Destination 5) che non riesce a smettere di controllare il sinistro Biehn; e, infine, che ne sarà dell’ancora bella Rosanna Arquette, di minuto in minuto sempre più sull’orlo del baratro della perdizione.

Una musica da pianoforte, lenta e desolante, accompagna scena dopo scena i vari intermezzi, lasciando allo spettatore il tempo di riflettere su cosa è accaduto e cosa verrà dopo.

Qui, potete guardare il trailer.

Un film che rimane. Per le immagini forti. Per le azioni estreme che vengono compiute. Sicuramente deve qualcosa a lavori del calibro di The Hole (quello inglese del 2001 con Thora Birch e un’ancora poco nota Keira Knightley), The Experiment, Sunshine e My little eye. In ognuno la componente psicologica, quella deviazione mentale dettata dal precipitare degli eventi che conduce alla pazzia, è presente. Come in The Divide. E non si può dimenticarla facilmente.

Quattro coltelli.

(Daniele Picciuti)