Haunting of Hill House, quando l’horror seriale funziona
Haunting of Hill House è da poco arrivata su Netflix e già se ne fa un gran parlare. E il motivo è semplice: finalmente una serie horror che funziona.
Tratta dal romanzo L’incubo di Hill House, di Shirley Jackson, ci troviamo di fronte a una trasposizione davvero ben riuscita. Qui l’orrore è vero, palpabile, serpeggia nelle ambientazioni cupe, nelle psicologie dei personaggi, ognuno coi suoi fantasmi interiori (come se non bastassero quelli all’esterno), nelle dinamiche di una famiglia distrutta, nel passato che, a poco a poco, emerge dai ricordi dei Crain.
Tutto ha inizio con la notizia della morte di Nell (una dolce Victoria Pedretti), la figlia più piccola dei Crain, e con il ricongiungimento dei fratelli e del padre (un grandioso Timothy Hutton). Proprio attraverso i loro ricordi lo spettatore impara a conoscere il passato della famiglia e di ciò che accadde in passato a Hill House quando, nel bel mezzo della notte, Hugh portò via i suoi figli dalla terrificante casa e dove, al mattino, fu ritrovato il corpo senza vita della loro madre (una disturbante Carla Gugino).
Il gemello di Nell, Luke (Oliver Jackson-Cohen) è quello che, più di tutti, risente della morte della sorella. Già fragile per via del suo passato da tossicodipendente, fa fatica ad accettare passivamente quello stato di cose. I fratelli più grandi, Steven (Michiel Huisman) e Shirley (Elizabeth Reaser), elaborano a loro modo il lutto, così come elaborarono gli inspiegabili eventi di tanti anni prima, interponendo una fredda razionalità alla verità che Hugh ha sempre cercato di nascondere, per proteggere i suoi figli. Ma Theo (Kate Siegel), la sorella di mezzo, tra tutti l’unica ad aver ereditato la “sensibilità” della madre (toccando persone e oggetti riesce a “vedere” e “sentire” cose, come emozioni e stati d’animo presenti e passati) inizia a percepire delle cose al di là della realtà. Tutti, prima o poi, si ritrovano perseguitati dalla Casa. Hill House li rivuole, e loro dovranno decidere se affrontare i fantasmi del passato (e quelli del presente) o continuare a rinnegare ogni cosa.
Bravissimi anche i piccoli attori che hanno impersonato i bambini Crain, in particolare Mackenna Grace (già vista in Designated Survivor) nel ruolo di una Theo giovane e inquietante, che sembra da subito “capire” la Casa. Nel cast troviamo anche Henry Thomas, nel ruolo di Hugh giovane (non nuovo a recitare in pellicole horror), Anabeth Gish e Robert Longstreet nei panni dei coniugi Dudely, custodi della casa.
Bisogna dire che la serie conquista da subito e si passa da un episodio all’altro a gran velocità perché, se è vero che ogni puntata gira lenta, è pur vero che l’intensità di certe scene e dei dialoghi rende quella lentezza necessaria e, soprattutto, masochisticamente attraente. A poco a poco Hill House ci avvolge nella sua tela, indaghiamo assieme ai Crain nei suoi segreti scoprendo un po’ alla volta ciò che accadde tanti anni prima.
Consigliato a tutti gli amanti dell’horror d’atmosfera, che non cercano effetti splatter ma il sottile piacere di un brivido ghiacciato lungo la schiena.
Quattro coltelli e mezzo.
(Daniele Picciuti)