Quella casa nel bosco, di Drew Goddard

Finalmente.

Il Terzo Occhio non veleggia al vento di facili entusiasmi, ma le voci che giravano su questo film non erano infondate.

Vale davvero la pena vedere Quella casa nel bosco. I motivi sono molteplici: innanzitutto è dissacrante, riesce a prendere in giro gli horror moderni svelandone i meccanismi che li animano, un po’ come già fatto da Wes Craven nella serie Scream. Solo che qui non sono i ragazzi a svelarli, anzi i deboli protagonisti non sono altro che marionette i cui fili sono tirati da gente che la sa lunga, che è a conoscenza di un mistero antico più del mondo stesso.

All’horror più classico, in questa pellicola si mischia un’ironia subdola, mescolata a innesti di fantascienza. Per non parlare degli stereotipi, di come – una volta tanto – questi vengano capovolti e il buffone del gruppo si riveli invece il più sveglio e – in effetti – l’unico a sbrogliare la matassa.

Nel film colpisce anche questo: la mescolanza di scene trite e ritrite con momenti capaci davvero di sorprendere lo spettatore. Indimenticabile la sequenza del massacro, quando tutti i mostri vengono liberati. Per non parlare del finale, decadente e surreale, in parte anche moralista, che tuttavia assicura un ultimo fotogramma indimenticabile.

Nel complesso, un film che non delude. Nel cast, che attinge a piene mani dai serial televisivi americani, Kristen Connolly e Anna Hutchison, al loro primo ruolo importante, Chris Hemsworth (Thor, The Avengers), Jesse Williams (Grey’s Anatomy), Richard Jenkins (The Kingdom, Blood Story), Amy Acker (Angel), Fran Kranz (Dollhouse), Bradley Whitford (L’angolo rosso, Innamorarsi a Manhattan) e Sigourney Weaver (Alien, Ghostbusters).

Tre coltelli.

(Daniele Picciuti)