La Cisterna, di Nicola Lombardi

La Cisterna è un luogo dove non vorreste mai finire. Si tratta, allo stesso tempo, di una prigione e di una tomba. Per il nuovo ordine costituito, le cisterne sono bacini in cui far confluire la feccia dell’umanità: assassini, stupratori, criminali della peggior specie… ma non solo. Anche traditori e terroristi, criminali politici  e, persino, quelli che oggi sono classificati come attivisti. Al lettore appare subito chiaro che, nella cisterna, ci sia qualcosa di strano: il governo vi spedisce chiunque, soprattutto gente scomoda, persino uno studente universitario che spaccia volantini che inneggiano alla libertà.

Il protagonista del romanzo di Nicola Lombardi è proprio lei, la cisterna, vista con gli occhi del suo nuovo guardiano, un giovane idealista che crede fermamente in ciò che la cisterna rappresenta.

Ma trascorrere un anno in compagnia delle facce rinchiuse in quella tomba di metallo, viste attraverso lo schermo di un display, e delle urla strazianti dei prigionieri, opportunamente silenziate con un tasto, potrebbe portare sull’orlo della follia anche il più convinto dei sostenitori. Il ritrovamento del diario personale del suo predecessore, poi, con i deliri su incubi e fantasmi, non fa che alimentare il senso di angoscia del protagonista, il cui compito è quello di seguire alla lettera poche semplici disposizioni. Nel corso del suo incarico, però, s’imbatterà in diverse problematiche, ultima delle quali una ribellione che lo porterà a difendere la cisterna da un vero e proprio attacco militare.

Il romanzo di Nicola Lombardi ricorda, per certe sue atmosfere, La lunga marcia, di Stpehen King: il fatto che il guardiano sia un candidato volontario, l’ambiente angoscioso e paramilitare che vi ruota intorno, la sensazione di aver imboccato una via senza uscita, la lenta discesa verso la follia.

Nel complesso La Cisterna è un bel romanzo, introspettivo, forse un pochino lento – il che non dev’essere per forza un difetto, a dirla tutta – capace di far sprofondare il lettore tra le righe come un corpo nelle sabbie mobili.

Tre coltelli e mezzo.

(Daniele Picciuti)

terzo-occhiop-tre-coltellimezzo