Vicoli e Gangsters: Squadra Notturna di David Goodis

Eccoci al nostro consueto appuntamento con domenica “vintage”. Per l’occasione ripropniamo un vecchio articolo di Cristian Fabbi, il primo della rubrica “In bianco e nero”, dedicato a David Goodis.

Parliamo di classici. Parliamo di Pulp.

Parliamo di David Goodis. Che è un grande, uno che ha dato una bella sferzata alla letteratura di genere, e al quale dobbiamo indiscussi capolavori (Sparate sul pianista, Il vuoto nella mente). Vita da maledetto: morì a cinquant’anni, solo e dimenticato. Chi lo descrive alcolizzato, barbone, chi bello e dannato, chi ancora tirchio e solitario.

Giornalista laureato, aveva un fratello schizofrenico col quale ha vissuto per anni, e solo recentemente si è scoperto di un matrimonio, e successivo divorzio, di cui nessuno era a conoscenza, e durato meno di tre anni.

Parliamo allora di Squadra Notturna, uscito per il Classici del Giallo Mondadori a febbraio del 2009 (il numero è il 1214). Ne parliamo perchè, pur non essendo la sua opera migliore, contiene gran parte dei cliché della letteratura hard boiled: il poliziotto corrotto che viene cacciato (e poi ripreso) dalla polizia, il gangster, la pupa, il locale notturno, l’alcool, i soldi.

E il vicolo, del quale potremmo definire Goodis il cantore, visto che proprio il vicolo è il suo scenario preferito.

L’incipit, poche parole, ci accompagna subito all’epoca dei gangster e del proibizionismo: “Alle undici e venti, un ubriaco, vestito discretamente, uscì da un locale della Quarta Strada dove vendevano whisky fabbricato clandestinamente”.

E proprio questo ubriaco intreccerà una strana relazione con il protagonista, Corey Bradford. Il quale verrà ingaggiato dal gangster per indagare su una brutale aggressione dalla quale lo stesso Bradford, casualmente, lo salva. Iniziando la propria discesa all’inferno.

Convincente nel linguaggio, e nella traduzione di Bruno Just Lazzari, narrata in terza persona, tesa e sostenuta, la storia rischia a volte di eccedere e scadere nel grottesco. Ma a mio parere è uno dei vezzi del pulp quello di occhieggiare al fumetto, portando spesso personaggi e situazioni al limite. Al lettore la scelta.

approfondimenti: David Goodis aNobii

(Cristian Fabbi)