Origin, nuova serie sci-fi tra Alien e Lost

A volte capita di imbattersi in piccoli gioielli e, quando capita, il Terzo Occhio è sempre pronto a dargli il giusto risalto.

È questo il caso di Origin, interessantissima serie tv di genere fantascientifico, distribuita da Youtube Premium (per ora disponibile solo in lingua originale), che esplora gli abissi dello spazio profondo e quelli, neri, nerissimi, dell’animo umano.

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Veniamo alla trama: La Origin è una nave spaziale su cui viaggiano dei passeggeri speciali, i nuovi coloni del lontano pianeta Thea, situato in un’altra galassia. Thea rappresenta per tutti loro un nuovo inizio. Questi viaggiatori hanno accettato di imbarcarsi per lasciarsi alle spalle delle vite orribili, piene di brutti ricordi, sensi di colpa, rimpianti o azioni da dimenticare. Ognuno di loro è sulla nave perché ha la speranza di ricominciare. Per questo la Siren, la società che patrocina il viaggio, nel promuovere il progetto parla di fare Tabula Rasa del proprio passato. Ma ci sono molte cose che la Siren non dice e i nostri ne faranno le spese sulla propria pelle.

Durante la traversata interstellare, infatti, qualcosa va storto. Alcuni passeggeri si svegliano, scoprendo loro malgrado di essere gli unici rimasti a bordo. Qualcosa di terribile è accaduto e l’astronave è stata evacuata in tutta fretta.origin (1)

A questo aggiungiamo che il passato di ognuno torna a reclamare il suo tributo fatto di rimorsi e oscure reminiscenze. A bordo dell’astronave, non c’è Tabula Rasa che tenga e, a costo di non fare più i conti col proprio passato, c’è chi è disposto a sacrificare tutto, anche il buon senso, pur di mantenere sepolti certi segreti.

Ogni episodio alterna l’indagine da parte dei passeggeri al passato di uno di loro, in pieno stile Lost. Ma le ambientazioni cupe e claustrofobiche da spazio profondo e la minaccia aliena che incombe per tutta la stagione ricordano molto certe atmosfere di film di fantascienza come Alien, Pandorum, Life o Sunshine.

I personaggi sono convincenti, tra tutti il migliore è forse l’ex-Yakuza Shun (il tenebroso Sen Mitsuji, alla sua prima apparizione importante), ma non sono da meno l’ex-agente di sicurezza privata Lana (Natalia Tena, vista in Harry Potter e Game of Thrones), il rabbioso Logan (Tom Felton, noto come Draco Malfoy in Harry Potter) e l’enigmatica Katie (Siobhàn Cullen). Nel cast anche Nora Arnezeder (vista in Zoo e Riviera) nei panni di Rey, unico membro dell’equipaggio rimasto a bordo (ma con meno risposte di quante gli altri ne vorrebbero), e poi Fraser James, Adelayo Adedayo, Philipp Cristopher e Madalyn Horcher. 

Da segnalare che i primi due episodi sono diretti da Paul S. W. Anderson, noto per la regia dell’ottimo Punto di non ritorno, di Alien vs. Predator e di quattro capitoli della saga di Resident Evil.

La prima stagione si compone di sole dieci puntate e diciamo fin da subito che, a parte qualche rara ingenuità, la trama è ben orchestrata e ogni episodio è avvincente e alla pari con gli altri.Origin (2)

Piccolo spoiler: appare subito chiaro che uno di loro non è chi dice di essere, ma scoprire l’identità dell’estraneo non sarà facile. Ed è su questo che vertono le indagini, puntata dopo puntata, sull’identificare chi, tra loro, sia in realtà posseduto da una creatura aliena e si spacci soltanto per il suo ospite.

Origin apre anche a profonde riflessioni su chi siamo, su cosa significhi in fondo essere umani o alieni. Cos’è l’umanità, cosa ci rende umani? Sono i ricordi, le emozioni, l’empatia con il prossimo? O è solo DNA, in fondo? E l’istinto alla sopravvivenza, che è alla base di ogni essere vivente, non ha forse la stessa importanza, indipendentemente dalla specie?

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Nel dubbio su cosa sia giusto e cosa sbagliato, lo spettatore non può che schierarsi, almeno fino a quando non si palesa l’inaspettata verità.

La prima stagione volge a una sua chiusura più che dignitosa ma, allo stesso tempo, apre le porte a un interrogativo che lascia pregustare una possibile seconda stagione (al momento non confermata) davvero interessante.

Quattro coltelli.

(Daniele Picciuti)

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