Stranger Things
Da un po’ di tempo a questa parte sto seguendo moltissime serie tv, a volte le inizio e poi lascio, altre volte le seguo con costanza a ogni nuova puntata, altre volte ancora – quando possibile – mando giù tutto d’un fiato l’intera serie.
È questo il caso di Stranger Things, serie completa disponibile su Netflix, che si propone come revival dei film degli anni 80.
Ricordate E.T.? Incontri ravvicinati del terzo tipo? O ancora It? Stand by me? Carrie? Ecco… in Stranger Things troverete un po’ tutte queste cose, amalgamate in maniera sapiente e ben riuscita.
Stranger Things, ideata dai gemelli Matt e Ross Duffer, ormai giunta alla seconda stagione, ci narra le vicende del piccolo Will, che una notte scompare senza lasciare traccia, e di Unidici, ragazzina dai grandi poteri fuggita da un centro di ricerca governativo segreto (a proposito, siamo negli anni 80, durante la guerra fredda, e per tutti il più grande nemico dell’America è la Russia, e si farebbe di tutto pur di avere un’arma abbastanza potente da usare contro i “comunisti”). Intorno a questi due piccoli personaggi ruotano gli amici di Will, capitanti da Mike, che faranno di tutto per ritrovare l’amico scomparso; e Nancy, sorella di Mike, che inizia a indagare per suo conto quando svanisce nel nulla anche la sua migliore amica; e di Joyce e Jonathan, madre e fratello di Will, che non si danno certo per vinti; e dello sceriffo Hopper che, se dapprima pensa di trovarsi di fronte al solito ragazzino scappato di casa, si rende presto conto che qualcosa di oscuro si annida nei meandri della tranquilla cittadina di Hawkins.
Nel corso della vicenda, le indagini di tutti i personaggi su citati, e di alcuni comprimari di una certa rilevanza, convergeranno verso il centro di ricerca, dove si scoprirà celarsi una “porta” per il Sottosopra, dimensione oscura dove si muove una creatura delle tenebre feroce e affamata… ma questa è soltanto la prima stagione di Stranger Things. Nella seconda – di cui proprio non posso parlare, per non rovinarvi la sorpresa – succederanno cose ancora peggiori.
Memorabile l’interpretazione di Winona Ryder nei panni della madre disperata di Will, che incarna alla perfezione le emozioni di una donna giunta al limite, che farebbe qualunque cosa pur di ritrovare suo figlio, anche credere all’impossibile e passare per pazza agli occhi di tutti. Bravi anche David Harbour (lo sceriffo), Finn Wolfhard (Mike), Millie Bobby Brown (Undici) e Natalia Dyer (Nancy) nei loro ruoli, ma ognuno riesce a essere credibile. Infine un plauso al piccolo Gaten Matarazzo che, nel ruolo di Dustin, riesce a strappare risate a non finire.
Se vi siete persi Stranger Things, recuperatelo, perché vi terrà incollati allo schermo dall’inizio alla fine.
Quattro coltelli e mezzo.
(Daniele Picciuti)