The boy: il dolore della perdita

theboyWilliam Brent Bell è il regista di film horror ben noti, come Stay Alive e Wer (Le Metamorfosi del Male), evidentemente a suo agio con questo genere cinematografico. The Boy, infatti, si conferma una buona pellicola, piuttosto al di fuori dei soliti cliché del genere, nonostante ne sia protagonista una bambola.
Greta (interpretata da Lauren Cohan, la Maggie di The Walking Dead), è una ragazza americana in fuga da un passato violento, in trasferta in Inghilterra dove ha trovato lavoro come baby-sitter presso una ricca famiglia del posto. Tuttavia, fin da subito Greta capisce che qualcosa non va: il suo compito è infatti quello di badare a una bambola di porcellana, che riproduce fedelmente le fattezze del piccolo Brahms, il figlio deceduto della coppia. Dapprima turbata, Greta intuisce che la sofferenza dei due anziani per la perdita del piccolo dev’essere stata grande, così decide di accettare, in fondo la paga è molto buona e lei ha bisogno di denaro per ricominciare. I due anziani partono per una vacanza di quindici giorni, lasciando Greta da sola con una lista di regole da seguire alla lettera, raccomandandosi di non contravvenire a nessuna di esse per non far arrabbiare Brahms.
Durante la sua permanenza, Greta fa la conoscenza di Malcolm, fattorino del posto e amico di famiglia, che le rivela come la morte di Brahms risalga ormai a vent’anni prima, durante un incendio. A poco a poco, Greta si rende conto che c’è qualcosa di strano nella bambola: la trova spostata dalla posizione in cui la lascia, le spariscono le scarpe e i vestiti, il tutto mentre viene a sapere che il suo ex, quello violento, la sta cercando. Poi, una sera che ha appuntamento con Malcolm, qualcuno la chiude in soffitta, da cui non riesce a venir fuori se non il mattino dopo. Si convince così che lo spirito di Brahms vive dentro la bambola e sta cercando di comunicare con lei.

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Segue spoiler.

Greta riesce a convincere anche Malcolm, di cui si sta innamorando, che la bambola è posseduta dal fantasma del bambino, ma lui non ne è contento. Sembra infatti che fin da piccolo Brahms fosse strano, addirittura sospettato di aver ucciso una sua coetanea. Quando, una notte, fa irruzione l’ex violento di Greta, la situazione precipita. Scopriranno che le cose non sono esattamente come sembrano (e qui c’è un ottimo colpo di scena che non riveliamo), e che i genitori di Brahms non sono partiti per una vacanza, ma hanno affrontato il loro ultimo viaggio insieme per sfuggire al loro “bambino”.
Nel complesso un film che vale la pena essere visto, un po’ diverso dai soliti horror, che lascia nello spettatore, una volta finito, una certa soddisfazione.
Tre coltelli e mezzo.

(Daniele Picciuti)

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