Il clan dei cari estinti, di Carlo Deffenu

Avvicinandomi a questo libro non sapevo bene cosa aspettarmi, se un romanzo per ragazzi o una storia per adulti. La cover – peraltro bellissima – suggeriva la prima, pur lasciando subodorare uno stile un po’ burtoniano. E devo dire, che, a conti fatti, c’ero andato vicino.
Iniziamo subito col dire che secondo me il target dovrebbe essere al di sopra dei dodici/tredici anni. Qualche parolaccia nei dialoghi – ma sono ragazzini, cos’altro aspettarsi? – e alcune scene un pochino truculente mi portano a escludere un pubblico più giovane. Anche il finale, così malinconico – no spoiler! – lascia quel magone che potrebbe essere destabilizzante per un bambino.
Detto questo però, un applauso all’autore per essere riuscito ad amalgamare così bene una storia che profuma di Frankenweenie e Harry Potter insieme.
La storia è semplice: Corrado è un bambino che ha perduto suo padre da meno di un anno e, quando un amico gli racconta di una leggenda su una formula magica in grado di riportare in vita i morti, parte immediatamente per recuperarla, entrando nella notte di Halloween in una villa abbandonata.
Segue spoiler (ma non troppo)
Sfortunatamente, inciampa e cade in un buco nel solaio, precipitando nel piano sottostante. Corrado muore ma, per una strana coincidenza, muore solo un po’, scoprendo che esiste tutto un mondo, nel cimitero, dove spiriti e morti solo un po’ conducono un’esistenza tutt’altro che tormentata.
Ma i suoi piani non cambiano: vuole ancora salvare suo padre e, con l’aiuto dei nuovi amici del cimitero, cercherà di portare a termine la sua missione.
Una lettura che mi sento di consigliare, per le sottili emozioni in grado di trasmettere, pur senza prenderle, che lascia senz’altro un buon ricordo scolpito nella memoria. Unica pecca, l’aver introdotto una sottotrama che non si chiude e che fa supporre (sperare? Temere?) un sequel.
Tre coltelli e mezzo.

(Daniele Picciuti)

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