Talk to me: quando l’orrore è dentro di noi
Talk to me, di cui si parla molto in questi giorni, è un film che colpisce lo spettatore con tutta la sua irruenza, e lo fa in modo intelligente, con un uso limitato di jumpscare. L’obiettivo sembra, infatti, non tanto quello di spaventare, quanto quello di inquietare mente e cuore, facendo leva sul nostro senso dell’immedesimazione.
Andiamo con ordine. La trama, in sintesi, racconta la storia di un gruppo di ragazzi che, dopo aver messo le mani sulla mano imbalsamata di un demone – o, almeno, è ciò che dicono che sia – mettono in atto un gioco: se si stringe la mano del demone e si pronunciano le parole “Parla con me”, comparirà un essere di fronte a noi (un demone? Un morto? Qualcos’altro?). Se lo si invita a entrare, poi, l’essere ci possiederà, fino a quando non staccheremo la mano imbalsamata dalla nostra. Primo avvertimento: mai superare i novanta secondi, altrimenti, i demoni… vorranno restare.
La protagonista, Mia (Sophie Wilde), che ha perso sua madre in circostanze che verranno chiarite più avanti, verrà catapultata in una spirale di orrore quando scoprirà di poter parlare con lei, attraverso il giovane Riley (Joe Bird), fratello della sua amica Jade (Alexandra Jensen), il quale, durante la possessione, finisce per superare il limite dei novanta secondi, cosa che avrà terribili conseguenze. A questo punto la mano del demone diventa, per Mia, una specie di droga di cui non può più fare a meno, ma la porterà oltre il limite, tanto che finirà per non distinguere più ciò che è reale da ciò che invece non lo è.
Chi ha conosciuto la perdita, il dolore e il vuoto che essa provoca, non può non immedesimarsi in Mia. Pur sapendo che le sue azioni sono sbagliate – forse anche incomprensibili per chi non ha sulle spalle questo drammatico bagaglio – siamo con lei e speriamo fino all’ultimo che possa rinsavire e tornare in sé. Se succederà o no, però, non lo saprete fino a quando non guarderete il film.
Talk to me segna un ottimo debutto alla regia per i fratelli Danny e Michael Philippou, già al lavoro su un sequel.
Quattro coltelli
(Daniele Picciuti)