Free Fire: bersaglio mancato!
Free Fire aveva un plot interessante, mi ha incuriosito subito e ho deciso di vederlo auspicando una visione che avrebbe potuto essere veloce e divertente. Purtroppo, devo dire che mi ha lasciato l’amaro in bocca, visto che tali aspettative sono state soddisfatte forse per un 30%. Ma iniziamo dalla trama:
Siamo negli anni 70 – gli abiti e lo stile dei personaggi ce lo fanno capire immediatamente – e due gruppi di trafficanti s’incontrano in un magazzino per una contrattazione “facile facile”: da una parte i venditori, con le loro casse di armi, dall’altra i compratori, con la loro valigetta piena di soldi. In mezzo, due “mediatori”. Cosa può andare storto? Beh, cominciamo col dire che Stavo (Sam Riley) e Harry (Jack Reynor) si conoscono già perché, stando a Harry, Stavo ha usato violenza su sua cugina: Harry lo riconosce e gli spara. C’è poi Vernon (Sharlto Copley) che ha portato degli AR70 invece degli M16 richiesti da Chris (Cillian Murphy) e Frank (Michael Smiley). E poi ci sono i cecchini nascosti, assoldati da qualcuno di loro per farli fuori tutti e prendersi soldi e armi in un colpo solo. Così inizia il vortice di fuoco, a nulla servono i tentativi di Justine (Brie Larson) e Ord (Armie Hammer) di placare gli animi. Ormai tutti sparano su tutti, anche i compari che non ho nominato ma che ci sono (nel cast troviamo anche Noah Taylor e Patrick Bergin). Tutto precipita velocemente, ma non così tanto per lo spettatore, che non capisce bene se quello che sta guardando sia una commedia, un film d’azione o una crime story. La vicenda non decolla, resta appiccicata ai vari personaggi mentre strisciano nella polvere da un punto all’altro per non farsi beccare dai proiettili vaganti – ma vengono sforacchiati in continuazione in vari tratti del corpo, chi più, chi meno – aspettando che, prima o poi, vi sia una svolta di qualche tipo.
Free Fire avrebbe potuto stupire, invece si arriva in fondo a fatica e, proprio sul finale, il colpo di scena è esattamente ciò che ci eravamo aspettati fin dall’inizio – beh, almeno lo è se avete un minimo di intuizione – e restiamo così, con una smorfia dipinta in faccia, come a dire: “Ok, carino, ma…”
Due coltelli e mezzo.
(Daniele Picciuti)