Charles Manson è morto: la sua fama “maledetta” non si ferma

È morto ieri Charles Manson.
Purtroppo, come capita ormai da quasi cinquant’anni, non tutto quello che dicono i mass media sul suo conto corrisponde al vero, cominciando dal definirlo come «uno dei più brutali e sanguinari assassini della storia americana» o il «”guru” di una setta satanica».
Ho cercato di fare chiarezza su chi sia stato il “personaggio” nel saggio ‪Charles “Satana” Manson: demitizzazione di un’icona satanica (Nero Press Edizioni, 2014); in questa rubrica proverò a farlo in breve… anche se non è un argomento che potrò esaurire in un articolo solo, perciò questa è solo la prima parte di un lungo speciale.
Cominciamo con il raccontare la nascita di una leggenda che si nutre di falsità fin dai primi giorni di vita…

Charles Manson: solo un piccolo delinquente

Charles Manson nasce a Cincinnati il 12 novembre del 1934. Kathleen Maddox, sua madre, è una sedicenne che si prostituisce per comprarsi da bere ed è fuggita di casa. Non sa che farsene di questo bambino che non desidera. La famiglia però la costringe a pendersi le sue responsabilità e al piccolo viene dato il nome di Charles Milles Maddox. Solo in seguito Kathleen convincerà un certo William Manson a riconoscere il bambino. Man-Son (Figlio dell’Uomo), dunque, non è il cognome “mistico” che si è dato Charles quando si è trasformato in novello messia, come invece si legge in molti siti e perfino in manuali di criminologia.
Per Kathleen, Charlie è un fardello di cui non vuole portare il peso, perciò lo lascia sempre più spesso ai nonni, quando non cerca di “venderlo” in cambio di un boccale di birra. Alla fine lo “scarica” in diversi orfanotrofi. Nel 1947 Charlie fugge dalla Gibault Home for Boys (Terre Haute, Indiana), un istituto religioso per ragazzi in difficoltà che prevede pesanti punizioni corporali e torna dalla madre. Rifiutato nuovamente, si mantiene con piccoli furti e a dodici anni riesce a prendere una stanza in affitto. Quando viene arrestato per il furto di una bicicletta, finalmente Kathleen si può liberre di lui: adesso infatti sono i giudici che devono decidere la sorte del precoce delinquente. Rinchiuso in diversi istituti, Charlie fa in tempo a essere visitato da uno psichiatra che gli riconosce di soffrire per “il fatto di essere figlio illegittimo e di essere stato continuamente rifiutato dalla madre, oltre che per la bassa statura”. Poco dopo sodomizza un ragazzo e per lui si aprono le porte del riformatorio.
Nel 1954 viene rilasciato sulla parola e ottiene gli arresti domiciliari presso gli zii che, durante la prigionia della madre, lo avevano vestito da bambina e trattato da effeminato. Diventa un piccolo spacciatore e prova a mettere su famiglia. La moglie, Rosalie Jean Wills, chiede poco dopo il divorzio e il figlio, Charles Milles Manson Junior, non vedrà quasi mai il padre e si ucciderà nel 1993.family
Tra un crimine e l’altro, Manson raggiunge l’età per essere mandato nei penitenziari. A Terminal Island (San Pedro, California), convince lo psichiatra Edwin McNiel a intercedere per lui, così ottiene la libertà sulla parola per sposare la donna da cui sta per avere un figlio, il futuro Charles Luther. Amore? Non esattamente: Candy (o Sandy) è una delle prostituite che Manson controlla. Inevitabile un nuovo arresto, stavolta per sfruttamento della prostituzione.
Nel penitenziario di McNeil Island, Manson impara a suonare la chitarra ed entra in contatto con Scientology tramite il compagno di cella, Lanier Raynere. Si interessa anche di ipnosi e della terapia dell’Analisi Transazionale di Eric Berne. Legge molto ed è in grado di citare a memoria brani della Bibbia.
Trasferito nel giugno del 1966 di nuovo a Terminal Island, Charlie sembra aver trovato la serenità; non deve più aver timore degli altri carcerati che lo rispettano e può suonare la chitarra e cantare le canzoni che ha composto. Quando il 21 marzo del 1967 lo rilasciano, chiede di rimanere dentro: non è in grado di vivere in mezzo agli altri e sa che “fuori” sarà costretto a riprendere la sua vita da criminale.
Farà molto di più.

Charles Manson e il movimento hippie

Nella prima metà degli anni Sessanta si sono verificati eventi che hanno cambiato la politica dell’America e influenzato quella mondiale. Ripercorriamo brevemente i principali:
– È iniziata la guerra in Vietnam (1962-1975), destinata a devastare un’intera generazione di giovani americani;
– Il discorso I have a dream di Martin Luther King durante la marcia per i diritti civili a Washington (28 agosto 1963) ha condotto all’approvazione della legge sui diritti civili che equipara i neri ai bianchi (2 luglio 1964);
– Sono stati assassinati il presidente John F. Kennedy (Dallas, 22 novembre 1963) e Malcolm X, leader della Nation of Islam, (21 marzo 1965), presto seguiti da altri omicidi che segneranno le coscienze americane e mondiali.
Da tutto ciò però Manson è stato lontano perché si trovava rinchiuso in prigione. È perciò difficile credere che in lui vi sia un hippie “incompreso”, come la sua difesa cercò di sostenere in tribunale.copertina-manson-275x370
Quando esce di galera, nella primavera del 1967, è solo un anonimo delinquente comune che ha commesso diversi crimini (spaccio di droga, induzione alla prostituzione, rapine e furti) e ha già passato la maggior parte della vita in carcere. Si trova quindi in un mondo totalmente diverso da com’era prima che vi entrasse a fine anni Cinquanta. Sta cambiando anche la musica grazie al successo di band come i Beatles e sta nascendo il movimento hippie: a poco a poco, ma in numero sempre crescente, i giovani stanno abbandonando le famiglie e cominciano a vivere per strada o a unirsi in comunità senza fissa dimora e a vivere di espedienti.
Il 14 gennaio del 1967, davanti a trentamila persone riunite presso il Golden Gate Park (San Francisco), Timothy Leary aveva urlato alla folla l’efficacissimo slogan Turn on, tune in, drop out (accenditi, sintonizzati, rifiuta le convenzioni). Prossimo appuntamento: ritrovarsi d’estate sempre a San Francisco, capitale del peace and love, per dare vita alla Summer of Love, destinata a durare ben più di una stagione. L’LSD, intanto, sta per diventare illegale (ottobre 1968), sebbene il suo uso si stia diffondendo tra artisti e gente comune come strumento per trovare ispirazione e raggiungere alti e altri gradi di conoscenza e coscienza.
Giovani, soprattutto ragazze, in cerca di amore e di una guida, più una nuova droga da spacciare: cos’altro può desiderare un trentatreenne criminale che suona la chitarra all’angolo delle strade di San Francisco e si vanta di poter soddisfare almeno cinque donne al giorno, tutti i giorni? Sono quindi prima le ragazze che si lasciano convincere da Manson a seguirlo: la ventitreenne assistente bibliotecaria Mary Brunner, che lo accoglie a casa e accetta le altre “compagne” che l’ex galeotto si sceglie: Lynette Fromme, sedicenne appena fuggita di casa, alla quale si presenta come “il re della scopata” e la diciassettenne Susan Atkins, alla quale chiede di fare sesso con lui immaginando di essere con il padre. Le tre rappresentano il primo nucleo delle Charlie’s Girls, le Ragazze di Charlie, l’harem personale che Manson impara presto a “prestare” a uomini che ritiene possano essergli utili. Si aggiungeranno presto tra le più note: Ruth Anne Moorehouse (13 anni), Catherine Gilles (16), Patricia Krenwinkel (17), Nancy Potman (18), Sandra Good (21) e Catherine “Gipsy” Share (24).
A San Francisco Charles Manson potrebbe aver frequentato la sede di Scientology; è certo che abbia preso parte ad alcuni festini a base di sesso, droghe (fornite proprio da lui?) e alcool in cui erano presenti artisti in “odore di satanismo”, come il regista Kenneth Anger che dirigerà un film con Bobby Beausoleil, futuro adepto e assassino della Famiglia, ed esponenti della Process Church, una setta satanista molto attiva a fine anni Sessanta. Non cerca però una religione alternativa: vuole solo frequentare l’ambiente giusto che possa aiutarlo a realizzare le sue ambizioni musicali.

Continua…

(Biancamaria Massaro)

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