Charles Manson e Helter Skelter: come una canzone si trasforma in ideologia malata
Nell’articolo precedente lo abbiamo lasciato a San Francisco a godersi – in tutti i sensi – gli effetti della Summer love, ma per Charles Manson non è abbastanza, così convince il suo gruppetto di ragazzini fuggiti da casa a viaggiare “on the road” su di un vecchio autobus scolastico. Insieme incontrano il musicista Gary Hinman, futura vittima della Family, che nella primavera del 1968 accetta di accoglierli nella villa che possiede a Topanga (Canyon Road). Charlie nel frattempo è diventato di nuovo padre: il 15 aprile Mary Brunner ha dato alla luce Michael Valentine.
Cacciati da Hinman, i giovani si trasferiscono nel ranch di George Spahn, vicino Los Angeles, usato come set cinematografico per pellicole western. L’uomo si fa pagare in natura l’ospitalità da Lynette Fromme. Nella Death Valley, al confine tra la California e il Nevada, trovano altri due rifugi: il Barker e il Myers Ranch. Manson e i suoi si mantengono con piccoli furti, spaccio, prostituzione e modificando auto rubate. Entrano anche in contatto con una famigerata banda di bikers, gli Straight Satans. Per il momento nulla di diverso da quello che accade in molte altre comunità hippie. Nelle altre però non c’è a capo un leader ossessionato dai Beatles e dai “negri” che desiderano impossessarsi delle donne bianche e del potere.
Altri particolari sulla vita quotidiana della Famiglia nei ranch in California si possono leggere in Charles “Satana” Manson: demitizzazione di un’icona satanica (Nero Press Edizioni, 2014).
Il 4 aprile del 1968 era stato intanto assassinato Martin Luther King e nei mesi seguenti in molte città americane scoppiano scontri interrazziali, tanto da far temere ad alcuni una guerra civile. Il 6 giugno a Los Angeles viene inoltre ucciso Robert F. Kennedy.
Manson non ha dimenticato di avere un sogno da realizzare a tutti i costi: sfondare nel mondo della musica. Dennis Wilson dei Beach Boys, nella primavera del ’68, raccoglie due autostoppiste e le porta a casa per fare sesso. Non sa che si tratta di Ella Jo Bailey e Patricia Kerwinkel, due delle Charlie’s Girls. Qualche giorno dopo Manson e i suoi si trasferiscono da lui.
Nel frattempo la Famiglia è cresciuta. Dalla nemmeno dozzina di Charlie’s Girls che avevano lasciato insieme a Manson San Francisco, siamo passati a un gruppo variabile di trenta/cinquanta persone. Gli uomini continuano a essere in decisa minoranza – un leader non ama la concorrenza – e si occupano dello spaccio di LSD e hashish, mentre le donne, che per Charlie non hanno valore, si prostituiscono e servono i membri maschili del gruppo. Ancora ci troviamo di fronte a una comunità hippie dedita a piccoli crimini e i ragazzi possono entrare e uscire quando vogliono. Sono però tutti di razza rigorosamente bianca: Manson, infatti, non ama mischiarsi con quelli che chiama “stupidi neri” e non sopporta le coppie miste che ormai non si vergognano più di nascondere la loro relazione.
Dennis Wilson all’inizio accetta questo gruppo hippie peno di ragazze disinibite e sembra apprezzare le canzoni di Manson, tanto che gli presenta Gregg Jakobson, famoso agente di musicisti. Charlie il 9 agosto del 1968 può perfino usare lo studio di registrazione di Brian Wilson, fratello di Dennis, per realizzare delle demo da far ascoltare a Terry Melcher, produttore dei Beach Boys e figlio dell’attrice Doris Day.
Melcher – che vive nella villa che ha affittato da Rudy Altobelli, altro impresario del mondo dello spettacolo, al 10500 di Cielo Drive a Bel Air – non mostra molto entusiasmo per Charlie, eppure gli promette che a novembre sarebbe andato al Barker Ranch a girare un documentario sulla sua musica e la Family. Sempre ad agosto Wilson caccia da casa Manson e la Famiglia, pur inserendo una canzone di Charlie nel nuovo album dei Beach Boys, il 20/20. La band però ha deluso le aspettative di Manson, trasformando il testo “impegnato” dell’autore in una canzoncina d’amore. Perfino il titolo è stravolto: da Cease to Exist (smetti di esistere) a Never Learn Not to Love (letteralmente: non imparare a non amare). Tradito e deluso dall’establishment – è così che al processo i testimoni dissero che il loro leader chiamava l’insieme delle persone ricche e/o famose che lo avevano ingannato – è pronto a vendicarsi. Per farlo, convincerà se stesso e la Family che devono organizzarsi per sopravvivere all’imminente Apocalisse.
L’album 20/20 dei Beach Boys esce il 10 febbraio del 1969, anticipato il 2 dicembre dell’anno precedente dal singolo contenente la canzone di Manson. Il 22 novembre del 1968, quando Charlie sapeva già di essere stato raggirato da Melcher e dai fratelli Wilson, era appena stato distribuito il White Album dei Beatles che contiene la canzone Helter Skelter: Manson lo interpreta come un “messaggio” che i ragazzi di Liverpool gli stanno mandando e sviluppa l’idea dell’imminente Apocalisse.
Ma cosa significa davvero Helter Skelter?
Con il termine Helter Skelter gli inglesi indicano una giostra: quel tipo di scivolo lungo, elicoidale e colorato che si trova in alcuni parchi gioco per bambini. Per estensione del significato, indica qualcosa di molto confuso e disordinato. Probabilmente i Beatles giocano sul doppio senso del termine, mentre Charles Manson lo stravolge completamente: per lui significa rivolta, lo scontro razziale che i neri scateneranno contro i bianchi. Saranno i primi a vincere, ma, troppo “stupidi” secondo Manson per governare il mondo, chiederanno ai bianchi superstiti di diventare loro guida. Si salveranno dall’Apocalisse solo i membri della Family e quelli che Manson deciderà di proteggere. I ragazzi di Liverpool sperano di essere tra i prescelti e con il White Album chiedono aiuto a Charlie, che nei suoi sogni voleva essere il Quinto Beatles, perciò ha con loro un legame speciale.
Ai nostri occhi la teoria l’Helter Skelter sembra incredibile, quasi ridicola, però a fine anni Sessanta erano in molti in America a temere una guerra civile di stampo razziale. In particolare l’americano medio, il cosiddetto WASP (White Anglo-Saxon Protestant, ovvero Bianco, Anglo-Sassone e Protestante), che teme tanto il movimento delle Black Panters, quanto l’idea che i suoi stessi figli possano schierarsi dalla parte dei neri in nome della pace e dell’amore libero.
Quando il 22 novembre del 1968 esce il White Album, Manson non solo riesce a dare un nome all’imminente Apocalisse (Helter Skelter […] she’s coming down fast), ma in Revolution 9 legge la richiesta di aiuto dei Beatles e un riferimento all’Apocalisse di Giovanni nel passo in cui il Quinto Angelo – come il Quinto Beatles, ovvero Manson stesso – riceverà in dono la chiave del Pozzo dell’Abisso.
Rapidamente la vita nella comunità hippie cambia e la Family assume i connotati di una setta. I movimenti dei membri sono più controllati, si intensifica l’isolamento del gruppo – che passa sempre meno tempo allo Spanh Ranch, preferendogli i rifugi nel deserto – e si cantano solo e ossessivamente canzoni di Manson stesso e dei Beatles. Tra una canzone e l’altra, Charlie inscena la sua crocefissione e predica sempre con più insistenza e convinzione che ci sarà presto lo scontro razziale.
Accanto alle “solite” attività criminali della Famiglia – spaccio, prostituzione e furto di qualsiasi cosa, dal cibo alle automobili – si sono intanto aggiunte le spedizioni di creepy-crawling: i seguaci di Manson, in piccoli gruppi, vestiti di nero e armati di coltello si intrufolano, senza farsi notare, nelle case; non rubano nulla né fanno male alle persone, ma cambiano la disposizione degli oggetti che trovano in modo da creare disorientamento e paura nei proprietari, che spesso però nemmeno denunciano il fatto.
Terry Melcher, sebbene lo avesse promesso di nuovo, a marzo del ’69 non si presenta a Canoga Park, dove la Famiglia aveva lavorato giorni per accoglierlo nel migliore dei modi. Il 23 marzo Manson si reca a Cielo Drive per avere una spiegazione, ma la casa è ormai abitata dai Polanski, come gli conferma lo stesso proprietario, Altobelli, sfatando così un altro “mito” legato a Manson e alcune teorie complottiste: non è vero che la strage di Bel Air sia stato un errore e che i seguaci di Manson avrebbero voluto uccidere Melcher per punirlo o la moglie incinta del regista di Rosemary’s Baby; hanno “solo” colpito in una villa che conoscevano bene perché vi avevano vissuto alcuni mesi e sapevano come muoversi all’interno. Soprattutto, non è stato l’unico e nemmeno il primo delitto commesso dalla Family.
Il primo luglio del 1969 lo stesso Charles Manson spara due colpi allo stomaco a Bernard “Lotsapoppa” Crowe, piccolo spacciatore di colore che aveva tentato di truffarlo ed era perfino sposato con una donna di colore. L’uomo, sopravvissuto alla furia di Charlie, testimonierà al processo sul fatto che il guru hippie non è il pacifista che cerca di sembrare.
Il primo omicidio riconosciuto dei membri della Famiglia è però quello di Gary Hinman, il musicista che li aveva ospitati nemmeno due anni prima. Ritrovato il 31 luglio, era stato torturato dal 25 al 27 da Bobby Beausoleil, Mary Brunner e Susan Atkins per un affare legato alla droga. Manson sarebbe intervenuto solo in un secondo tempo perché Gary non rispondeva alle domande di Beausoleil e si sarebbe limitato a staccargli un orecchio con una sciabolata – episodio in cui era presente anche Bruce Davis, altro membro della Famiglia – per poi lasciare agli altri il compito di finirlo.
Con il sangue della vittima gli assassini lasciano scritto political piggy (letteralmente: “maialino politico”) e disegnano un artiglio felino, poi cancellato, in modo da far accusare le Black Panthers. Beausoleil verrà arrestato il 6 agosto successivo, mentre si trova su una macchina rubata a Hinman e la Brunner due giorno dopo per delle carte di credito rubate. La Atkins sarà perciò l’unica ancora in libertà per poter partecipare agli altri delitti.
La Summer of Blood è iniziata.
Nero Press Edizioni ha pubblicato in ebook una raccolta di racconti di genere thriller e horror, ispirati proprio da quella estate: Summer of Blood.
Segue il videoclip del brano “Helter Skelter”, suonato dal vivo dagli U2. Bono, cantante e leader del gruppo irlandese, all’inizio dice: ci riappropriamo della canzone che Manson rubò ai Beatles.
(Biancamaria Massaro)