Altrisogni vol. 3

Titolo: Altrisogni – Vol. 3
Autore: AA. VV.
Editore: Dbooks.it
Anno: 2016
Pagine: 95
Prezzo: 2,99 euro in formato digitale

Sinossi

Altrisogni – Antologia di narrativa fantastica, Vol. 3 è la terza uscita di Altrisogni, progetto nato nel 2010 in forma di rivista digitale e trasformatosi poi in una collana di antologie di racconti.
Questo terzo volume propone i migliori racconti inediti di fantasy, horror, fantascienza e weird accuratamente selezionati dalla redazione negli ultimi mesi.
L’antologia Altrisogni Vol. 3, con la magica illustrazione di copertina realizzata da Paolo Lamanna, ospita sette storie mai pubblicate prima di ottimi autori italiani, che spaziano dall’epic fantasy alla fantascienza distopica, dall’horror dissacrante al weird più inquietante. Un mix di generi e suggestioni pensato per soddisfare anche i lettori di fantastico più esigenti.
Altrisogni – Antologia di narrativa fantastica, Vol. 3 contiene i racconti: Figlio di canti, di Davide Camparsi; Dietro il frigorifero, di Federica Leonardi; Furore, di Claudio Magliulo; Hell Express, di Matteo Pisaneschi; Mordred, di Fernanda Romani; La lunga notte del ladro di ricordi, di Davide Schito; Veduta di Carcosa, di Alessandro Girola.

La recensione di Nero Cafè

È la mia prima recensione per l’Associazione Nero Cafè e, lo confesso, sono emozionata.
Mi sono avvicinata ad Altrisogni – Antologia di narrativa fantastica, Vol. 3 in punta di piedi, soprattutto per le tematiche fantasy di cui sono piuttosto digiuna… e ho fatto male, perché – col senno di poi – l’unica scelta corretta per questa raccolta è tuffarcisi senza alcuna reticenza.
Il primo segnale di qualità ci arriva proprio dall’illustrazione di Paolo Lamanna che, personalmente, mi ha colpita tantissimo. A seguire, sette storie fantastiche, se mi passate il gioco di parole.

La lunga notte del ladro di ricordi di Davide Schito è un racconto fantastico con toni horror, in cui la società è degradata a tal punto d’aver perso il significato comune. È la prima opera della raccolta ed è stata capace di farmi innamorare sin da subito dell’antologia stessa. La narrazione è scorrevole e invogliante, lo stile assai particolare, poetico-decadente a tratti, capace di unire essenzialità e minuziosità allo stesso tempo. I personaggi e l’ambientazione sono ben descritti senza troppe digressioni descrittive. Ottimo lavoro e, per voi, scelgo l’incipit: “La Lunga Notte era stata l’ultimo regalo di una generazione che aveva fatto dell’autodistruzione una ragione di vita.”

Mordred di Fernanda Romani è un racconto fantasy improntato sul Ciclo arturiano. La narrazione è rapida, serrata, veloce; lo stile è essenziale, composto da periodi brevi che arrivano però dritti nella mente del lettore, che diviene capace di ricreare l’atmosfera del tempo. I personaggi e l’ambientazione hanno consistenza nonostante la brevità del racconto e hanno spessore psicologico. Un buon lavoro, in grado di unire letteratura classica e narrativa moderna. A voi, gentili lettori, uno dei passi che mi hanno colpita: “È solo un uomo. Non sarà mai il mio re.

Veduta di Carcosa di Alessandro Girola è un racconto horror che mesce classicismo di genere e atmosfere provinciali italiane. La narrazione è un continuo crescendo, capace di mozzare il respiro al lettore che diventa tutt’uno con l’avventura; lo stile è curato, alto, sobrio, la sintassi articolata senza perdere fluidità. I personaggi e le ambientazioni sono attenti, rifiniti e lasciano trasparire la cultura dell’horror classico dell’autore, bravissimo però a dare un taglio personale alla struttura narrativa. Un vero gioiello della produzione moderna italiana. Ho amato questa storia, complice il parallelismo con l’arte di De Chirico. Di questo racconto, ho scelto il passaggio: “Il villino era immerso già nella tipica nebbia della Bassa. […] C’era quasi da aver paura, persi in quella cortina grigia e umida.

Furore di Claudio Magliulo, è un racconto fantascientifico distopico, una denuncia sociale. La narrazione è fluida e coinvolgente, lo stile curato e ricco di dettagli descrittivi pur non risultando mai faticoso. I personaggi e l’ambientazione sono ben definiti e funzionali allo scopo di incutere ansia al lettore – ancor più dopo la lettura, quando si chiude il dispositivo e ci si mette a riflettere. Un racconto per me eccellente, del quale voglio condividere questo passo: “Le passioni sono nemiche della buona pianificazione urbana. Le passioni creano disordine.”

Hell Express – Consegna per l’Inferno di Matteo Pisaneschi è un racconto horror pulp che si è guadagnata il bollino “linguaggio esplicito” oltre che il primo posto assoluto del Premio F.M. Crawford 2014. La narrazione è dannatamente – data la tematica trovo il vocabolo adatto – incalzante e il lettore non riesce a scollare gli occhi dalle righe sino all’epilogo; lo stile è asciutto, ridotto all’osso come la storia esige, eppure nella sua essenzialità è maniacale, con slanci di lirica grottesca. I personaggi e l’ambientazione sono elaborati in base allo stile: ti entrano dentro, senza tanti giri di parole. Questo è stato il racconto che ho amato di più in assoluto, identificandomi spesso con Sean, il protagonista. Per voi, ho scelto questo passo, breve ma da brivido: “L’Inferno, capisce allora, non è un luogo ma uno stato d’animo.”

Dietro il frigorifero di Federica Leonardi è un racconto weird horror, in cui due donne si trovano ad affrontare una vera e propria crisi di coppia. La narrazione è sciolta e va sempre in crescendo, lo stile è capace di unire riflessioni, descrizioni e rapidità d’azione grazie all’alternanza di frasi asciutte e più articolate. I personaggi e l’ambientazione sono curati grazie a vere e proprie chicche espositive. È un racconto davvero di pregio, in grado di suscitare una gamma infinita di emozioni. Tra tanti, ho scelto questo spezzone: “Le occhiaie attorno agli occhi di Miranda parevano pozzi di carbone: erano voragini scure, profonde, eterne. Qualcosa di più di un segno di stanchezza.

Figlio di canti di Davide Camparsi è il secondo racconto fantasy di stampo classico. La narrazione è sciolta e piacevole, lo stile è corposo, eroico, ricco di descrizioni psicologiche e ambientali. I personaggi e l’ambientazione sono tridimensionali e, grazie al lessico particolarmente curato, il lettore vive in prima persona accanto ai combattenti, respira l’odore della battaglia e dei luoghi attraversati. Un lavoro inappuntabile, in grado di accontentare anche i lettori più esigenti. Questo, il passo prescelto: “[…] i resti dell’antica Città abbandonata paiono ossa malamente sepolte di una creatura enorme, il cadavere spolpato di quel dio di cui parlavano le voci.

In ultimo – ma non per importanza – i miei complimenti a Vito Di Domenico per aver curato un editing fenomenale.
Antologia consigliatissima per gli amanti delle buone letture.

(Tatiana Sabina Meloni)

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