Schegge, di Gianfranco Staltari (E.F. Edizioni)

Riprendiamo la nostra domenica vintage, ferma da un po’, per riproporre questo articolo, di oltre un anno fa, della rubrica From Hell.

“Sono incredibili le cose che il cervello umano riesce a ignorare. Come riusciamo a far finta di nulla di fronte agli orrori più indicibili.”

Gianfranco Staltari, autore di racconti, giornalista e curatore di Horror Magazine, usa la forma antologia per raccogliere e mostrarci le basi del suo futuro percorso come autore di fumetti, accompagnato in questo lavoro dal talento di numerosi disegnatori italiani.

Le dieci storie che compongono il volume scivolano con agilità tra i generi, mostrando una netta preferenza per le ambientazioni futuristiche e post-apocalittiche. Si passa così dall’orrore classico de “Il viaggio” alla fantascienza de “L’ultimo vampiro”, dal fantasy de “La memoria dell’acqua” al pulp di “Happiness is a warm gun”, dall’erotismo di “Un giorno dopo l’altro” al thriller di “The Final Cut”.

La raccolta si diverte a giocare con gli stilemi di un genere di volta in volta diverso. Il riferimento esplicito e più evidente è rivolto al grande Fredric Brown, indimenticato maestro della narrativa breve, con storie giostrate tra le quattro e le dodici tavole, tese alla continua ricerca del colpo di scena finale, dell’ultima parola che morda il lettore. Caratteristica peculiare dello stile di Staltari, infatti, è la circolarità di questi racconti, che nel loro svolgimento si riallacciano sempre alle premesse iniziali, allo scopo di stravolgerle o porle sotto una nuova luce. Così è, ad esempio, in “Un giorno dopo l’altro”, illustrato dall’ottimo Massagli, ne “La memoria dell’acqua”, disegni di Baeli, nel satirico “Zombie for President”, scritto insieme a Fantelli e disegnato da Cirillo, in “Fan numero uno”, illustrato da Timpano. Come schegge, ferite nette che non si rimarginano, i racconti di Staltari restano sospesi sull’ultima pagina e rifiutano una “gratificante” chiusura della narrazione.

Nell’opera possiamo anche ritrovare dei richiami bonelliani nel racconto di apertura (il già citato “Il viaggio”), così come ispirazioni tarantiniane nelle storie di azione e vendetta alla fine del volume (“Sosta” e “Happiness is a warm gun”).

Il merito principale di questa raccolta sta nell’essere un’incubatrice di idee del suo autore e del talento di dieci disegnatori italiani (si veda ad esempio la ligne claire precisa e sensuale di un sempre più presente Viotti). Se da un lato tali idee, data la brevità delle storie, appaiono spesso solo accennate, dall’altro l’auspicio resta che Staltari attinga dalle “schegge” che ci ha regalato, come da un campionario, per sviluppare progetti di più ampio respiro.

Aggiungiamo che il volume risulta ben curato dalla E.F. Edizioni, completato dalla prefazione di Andrea Cavaletto (tra le altre cose, sceneggiatore di Dylan Dog e Martin Mistére) e dalla postfazione di Barbara Baraldi (Scarlett – Il bacio del demone; La Bambola dagli Occhi di Cristallo). Apprezzabile l’idea di aprire ogni storia con una breve introduzione da parte dell’autore.

Schegge è consigliato a chi piacciono le variazioni di stile sugli archetipi della narrativa di genere e a chi vuole far conoscenza con nomi più o meno nuovi della scena fumettistica italiana.

(Marco Battaglia)