La serata della follia: Proiezione di “Mad in Italy” e “Shock”

Una scena di "Mad in Italy"“Sono proprio folli questi italiani!”
A questo penso ogni volta che vedo film italiani a basso costo, o addirittura a zero budget. I produttori e i registi di questi lavori, quasi mai ricevono aiuti economici esterni, impegnano tutte le loro energie in progetti che, quando va bene, verranno realizzati con il supporto di amici e parenti, senza ottenere nessuna visibilità, se non quella dei cineclub. Non scopro l’acqua calda: la situazione del cinema italiano è nota e peggio stanno i cosiddetti emergenti. La qualità, quando c’è, raramente è infatti accompagnata dai riscontri al botteghino. Mi è capitato però di vedere progetti talmente ambiziosi, che qualche volta ho dubitato perfino della sanità mentale degli stessi realizzatori. Esistono titoli pessimi, che resterebbero tali anche se avessero beneficiato di alti investimenti. Ma ho avuto la possibilità di vederne di ben fatti, consapevole che poche altre persone avrebbero avuto la mia stessa fortuna. Meritano la vostra attenzione i film indipendenti che ho visto alcuni mesi fa al Detour Cineclub, in una serata dedicata proprio alla follia. Quella raccontata sul grande schermo, capace di stupire o disgustare, ma anche quello stato mentale, che può portare alcuni geniali autori a realizzare ottimi lavori con poco.

In passato vi avevamo già accennato di Estrema-mente, evento diviso in due tempi su “follia, paranoia, allucinazione”, incentrato sulle proiezioni di Mad in Italy e Shock – my abstraction of death. Mentre il primo è un unico lungometraggio diretto da Paolo Fazzini, il secondo è composto da due episodi: Between us di Alessandro Redaelli e Chromophobia di Domiziano Cristopharo. La buona qualità è un altro aspetto che li accomuna e nelle righe seguenti potrete leggere le recensioni dei due lavori che non dovrete lasciarvi sfuggire.

Mad in Italy
Scritto e diretto da Paolo Fazzini (Italia 2012, 90′).
Con Gianluca Testa, Eleonora Bolla, Andrea De Bruyn, Philippe Guastella, Cristina PuccinelliGiovanni Maria Buzzatti, Rodolfo Medina.

L’esordio alla regia di Paolo Fazzini è un thriller sul nostro Paese, con le sue ingiustizie sociali e i tanti “mostri” che ne derivano. Gianluca Testa è Davide, un ragazzo di 30 anni che vive in una casa isolata persa tra le colline del centro Italia. La crisi economica incombe e lui perde il lavoro. Nel frattempo, una giovane donna (Eleonora Bolla) viene rapita.
La follia si respira in ogni frame di questo lavoro. La trama gode di una tensione narrativa, che va praticamente dall’inizio alla fine, complici anche le ottime prove degli attori. I colpi di scena poi non mancano e arrivano come pugni in faccia allo spettatore. Notevole il finale: degno di un Paese come il nostro, dove la degenerazione morale e sociale non termina nemmeno con la discesa negli inferi.
Mad in Italy non è soltanto un coraggioso lungometraggio, ma un progetto più ampio, frutto di lungimiranza degli autori. Dal sito ufficiale, infatti, si possono richiedere vari gadget e scaricare gratuitamente la colonna sonora, disponibile anche su cd, realizzata con la collaborazione del marchio Gold. Presentato al Fantafestival 2012, il film sta per essere distribuito in America ed è prossimo all’uscita internazionale in home-video.
Dopo il trailer, l’articolo prosegue con la recensione del secondo titolo della serata.

Shock – my abstraction of death
Diretto da Domiziano Cristopharo e Alessandro Redaelli (Italia 2013, 80′).
Con Nancy de Lucia, Yuri Antonosante, Claudio Zanelli, Lucia Batassa, Peppe LaudisaMassimo Onorato, Nicolò Pessi.

Between us di Alessandro Redaelli parte come una storia di amicizia tra i due ragazzi interpretati da Massimo Onorato Nicolò Pessi, per poi evolvere in un horror con venature psicologiche. Il principale problema dell’episodio è la prevedibilità, difetto che lo rende il più debole del trittico. Dopo 10 minuti, infatti, avevo capito come andava a finire, a causa di alcuni evidenti indizi. La recitazione dei protagonisti, poi, non mi ha soddisfatto. Il lavoro è comunque ben diretto e nel finale non mancano momenti degni di nota.
Chromophobia è stato girato da Domiziano Cristopharo nella suggestiva location di Secinaro e a “le pagliare” di Tione (Abruzzo). Scritto dal regista insieme a Emiliano Ravenna, ci racconta di una giovane coppia (Nancy de Lucia Yuri Antonosante) che va a vivere in una grande villa, sita in un paese quasi disabitato. Ma la nuova dimora sembra celare antichi fatti di sangue e lei è convinta di sentire strani rumori. Solo suggestioni di una donna malata, o sono vere le sinistre legende su quel luogo? L’episodio amalgama alla perfezione thriller e horror, misteri e incubi, risultando sorprendente. Questa è la follia di cui parlavo all’inizio, quella vicina al genio che ti porta a scrivere storie tanto affascinanti, ma anche quella che ti fa sognare in grande come ha fatto il regista, che è riuscito a coinvolgere ottimi attori come i protagonisti e come la straordinaria Lucia Batassa. Memorabili almeno un paio di scene: quella della cornetta del telefono lasciata penzolare e il finale, con la già citata Lucia.
Le mie conclusioni, dopo il trailer.

Queste storie sono la ulteriore conferma che non servono grosse produzioni, quando i film sono scritti bene. “Restate folli, restate affamati!” disse Steve Jobs in quel famoso discorso entrato nella storia. Al cinema italiano manca generalmente proprio quella sana follia, che ti fa andare oltre la banalità del lui-lei. Necessita di sceneggiatori ispirati, di talenti come Fazzini, Cristopharo e Redaelli,  ma, soprattutto, serve pubblico curioso e “affamato” di cinema.
Non meno “folli” sono i gestori del Detour Cineclub, locale nel centro di Roma dove si sono svolte le proiezioni, non nuovo a iniziative che favoriscono le opere di qualità. Dopo un lungo restauro, il locale riaprirà il prossimo 5 dicembre, e gli amanti di cinema romani sperano che sia ancora più bello e attivo di prima.

(Alberto Cattaneo)