La rabbia dell’acquario, di Andreas Winkelmann

Titolo: La rabbia dell’acquario
Autore: Andreas Winkelmann
Editore: Booksalad
Anno: 2015
Prezzo: 15 euro
Sinossi:
Nella parte bassa del fiume viene rinvenuto il cadavere di una prostituta. Sembra un semplice caso di annegamento ma dall’autopsia risulta che l’acqua presente nei polmoni non è la medesima del torrente nel quale è stato trovato il cadavere e nella sua pancia qualcuno ha inciso un messaggio diretto al commissario Stiffler. A complicare ulteriormente le cose c’è Manuela Sperling, al suo primo giorno nella omicidi, al quale è stato affidato il caso. Manuela presto capirà di non essere ben vista dai colleghi, specialmente per il suo zelo. Ma intanto un nuovo omicidio è commesso e questa volta proprio dinnanzi agli occhi della recluta…
La recensione di Nero Cafè:
Dormo molto (tutti abbiamo un tallone d’Achille, no?) e sogno molto.
Sogni vividi e molto realistici che a volte, ahimè, sono, o diventano, incubi.
E io ho un unico incubo ricorrente: l’acqua.
Vi dico questa cosa non perché credo che possiate essere interessati al mio desolante paesaggio onirico, ma per rimarcare, semmai ce ne fosse bisogno, come l’acqua sia, da sempre, fonte di grande attrazione ma anche di grande timore.
Mi sono presa la libertà di andare a controllare cosa dice la nostra sempre fedele Wikipedia in merito all’acqua.
Dice molte cose, ovviamente.
Ma soprattutto offre tre simbologie: acqua come simbolo di vita, acqua come simbolo di iniziazione e acqua come simbolo di morte.
Vedete bene, quindi, che questo romanzo sfrutta un elemento pieno di significati e simbologie molto antichi che hanno a che vedere anche con la morte, con la fine della vita.
Ed essendo un thriller, l’autore non può che essersi concentrato su questo aspetto “assassino”, no?
Winkelmann dev’essere un tipo strano; vive in una casa semi abbandonata sperduta nel bosco e caccia con arco e frecce. La sua vita vagamente “creepy” viene senza dubbio assorbita dalle pagine di questo libro, che presenta aspetti certamente del classico thriller a cui siamo tutti abituati, condito però con un aspetto molto più oscuro del normale dando vita ad ambientazioni davvero da brivido. Acque scure, gelide e melmose che nascondono cose terribili.
Boschi freddi e bui dagli inquietanti rumori.
Case e appartamenti abitati da esseri umani soli e pieni di sogni irrealizzati.
Case e appartamenti abitati da esseri umani pieni di rabbia e desiderio di morte.
I personaggi si susseguono di capitolo in capitolo in un ordine preciso, vengono tratteggiati con dovizia di particolari, a nessuno viene dato più spazio rispetto agli altri e insieme formano un romanzo corale, composto, compatto e tutto sommato lucido nel quale il lettore può destreggiarsi abbastanza semplicemente tra buoni e cattivi, scegliendo senza paura il suo “eroe”.
Come sapete non ho grande passione per i personaggi femminili dei thriller, quindi ho scelto come mio eroe personale il buon Frank, autista di taxi affetto da narcolessia, antieroe per definizione che si rivelerà invece la vera star della situazione.
Nelle ultime pagine il classico colpo di teatro finale mi ha vagamente disturbata. Avrei fatto ampiamente a meno di uno stravolgimento così improvviso e così poco argomentato, devo dire.
Qualche punto in meno per l’eccessiva presenza di refusi e per una cover (simile alle altre create per la sezione thriller di questa casa editrice) che personalmente non mi rimanda nessun sentimento positivo.
(Caterina Bovoli)