Dolcetto o scherzetto? (di Maurizio Bertino)
Botti, spari, fuochi d’artificio.
Sara, seduta sul tappeto davanti alla tv, continuava a cambiare canale, ma il programma era sempre lo stesso: nessun cartone animato, solo tanti sorrisi che inneggiavano al nuovo anno facendo casino.
Si annoiava, i suoi genitori erano in salotto con degli amici, aspettava che la mamma arrivasse per metterla a letto e, una volta sola, avrebbe giocato con le ombre, quelle della mano, e fatto i versi fino a quando non si sarebbe addormentata.
L’uomo le si sedette al fianco, imponente, e le tolse le cuffie dalle orecchie, con delicatezza. Sospirò.
«Dolcetto o scherzetto?» le chiese osservandola con occhi vuoti.
Sara lo guardò, gli sorrise e tirò fuori dalla tasca una caramella, porgendogliela.
L’uomo la prese, il suo sguardo si rianimò.
«Anche a te fa schifo il capodanno?» le chiese.
Sarà annuì. «Preferisco i cartoni» rispose.
L’uomo svolse la carta della caramella e la portò alla bocca, cominciò a succhiarla.
«A me invece piace Halloween» le disse.
Rimasero in silenzio, osservandosi.
«Vuoi lo scherzetto?» le chiese lui.
«Ma il dolcetto te l’ho dato, no?» fece notare lei.
«Hai ragione» Si alzò, lentamente. Agli occhi di Sara sembrava un gigante. La guardò dall’alto, con la mano giocava con qualcosa nella tasca, sembrava indeciso. «Hai ragione» ripeté dirigendosi verso la porta della cameretta. Si fermò sulla soglia. «Era una buona caramella» disse senza voltarsi.
«Se ne chiedi alla mamma, lei ne ha tante nel cassetto in cucina» gli suggerì Sara.
L’uomo non rispose, chiuse la porta e se ne andò.
Trovarono Sara in cucina, i botti di fine anno ne avevano coperto le urla fino al mattino. La madre era stata freddata all’ingresso, il padre sul sofà, gli amici sul tappeto.
Il cassetto delle caramelle era aperto e vuoto.