Il canto oscuro, di Alessio Brugnoli
Se la storia italiana di fine ‘800 avesse preso un’altra piega, come si sarebbe trasformata la quotidianità di inizio ‘900? Che corso avrebbero preso la scienze, la meccanica, le nuove tecnologie, se a incanalarle fossero stati il PapadinuovoRe, i Borboni, i Savoia?
Andrea, ricco rampollo di buona nobiltà romana, con lungimiranza riconvertita a imprenditoria delle nuove tecnologie, viene coinvolto quasi per caso e suo malgrado nell’omicidio di Alan, scienziato geniale e controverso, spinto giù dalla balconata di un teatro. Inizia la sua indagine, spronato da un vecchio amico divenuto potente, in un’urbe a cavallo tra i modernissimi “computatori” a vapore e gli ecclesiastici che tutto controllano, tra “giacobini” bombaroli e coraggiosi amici da osteria. Nella classica struttura del romanzo non mancano una donna bellissima e misteriosa, pericoli a ogni angolo, presunti alleati che sono antagonisti, coadiutori sorprendenti. Con uno sfondo fatto di posta pneumatica, dirigibili di linea, ma anche osterie caratteristiche e nobili goliardici, nella migliore tradizione romana, Andrea arriverà a rischiare tutto se stesso, per arrivare dove forse qualcuno è già giunto.
Più che l’intreccio narrativo, un po’ troppo in subordine, è l’ambientazione a essere protagonista in questo originalissimo romanzo di Alessio Brugnoli. Che, ambientato a inizio ‘900, pare un romanzo di lungimirante fantascienza, o meglio futurscienza, scritto cinquant’anni prima degli eventi, con visione competente e preveggente, un po’ alla Jules Verne. E non un pieno steampunk, ovvero romanzo con una base di tecnologia anacronistica all’interno di un’ambientazione storica, riassumibile nel “come sarebbe stato il passato se il futuro fosse accaduto prima”. Come se a un certo punto, poche decine di anni prima della vicenda, storia e scienza avessero preso una svolta leggermente diversa. Certo, ci sono diverse imperfezioni di editing, manca qua e la un po’ di punteggiatura, la grafica è puerile e basica. E mettiamoci anche qualche errorino temporale, relativo allo sviluppo scientifico a cadenzialità fantasiosa (all’inizio del ‘900, quando i fratelli Wright iniziavano a volare, la fotografia aveva già soppiantato da tempo i dagherrotipi). Ma, finalmente, un po’ di originalità!!! Una scrittura agile, piacevolmente spiritosa, organica nella difficile prova della coralità d’insieme!!! Qualcosa di diverso rispetto alle solite letture low cost da telefilm americano. Acerbo, certo, ma interessante.
Da e-lettura, buonissimo intermezzo mentre si traffica col proprio tablet in qualche oscuro sgabuzzino pieno di cavi e polvere o in qualche luminosa e sfarzosa sala riunioni.
(Giovanni Cattaneo)