Intervista al Green Man – Un mistero svanito nei secoli
C’è qualcosa che sussurra fra le foglie.
L’Uomo Verde è un misterioso elemento decorativo, diffuso in particolare nell’arte cristiana medievale del Nord Europa, ma già presente nell’arte romana e medio orientale. A differenza di altri simboli fantastici come draghi e unicorni, tuttavia, il Green Man non ha storia. O meglio, non c’è una leggenda sulla sua origine, ma tante piccole storie, schegge di un passato che sembra svanito dalla memoria.
Al giorno d’oggi, rimane un mistero mai svelato. Per questo siamo andati a indagare!
Tossicia (TE), Chiesa Medievale, pieno inverno. Siamo alla ricerca del famoso “Uomo Verde”, un simbolo misterioso, che tanto spesso appare nell’arte del Medioevo europeo. Siamo in una chiesetta antica, le spire di fumo d’incenso tingono i raggi del sole del mattino di un bianco surreale, avvolgendoci. Ci guardiamo intorno, la chiesa sembra vuota. Cerchiamo fra le decorazioni nel punto dove ci era stato segnalato, ma non troviamo nulla.
“Dove sarà finito?” chiedo a Orby.
“Chi vuole saperlo?” rimbomba una voce nella chiesa.
“Ehm… salve! Siamo Flavia e Orby, dall’Almanacco del Crepuscolo. Vorremmo solo fare qualche domanda” rispondo, tirando fuori penna e taccuino.
Sbuca dalle ombre un vecchietto dalla barba bianca e profondi occhi verdi, tutto avvolto in un cappotto scuro.
“Chi vi manda? Qualche esaltato complottista bacia-alieni? La CIA? Il Vaticano?”
“Ma no! Siamo qui per Nero Café. E lei chi è?
“Io sono… solo un abitante di questo posto.”
“Vogliamo sapere la verità sull’Uomo Verde, ma non lo troviamo da nessuna parte.”
“Volete sapere la verità?” Il vecchietto canuto ci squadra per qualche secondo. “Chiedete pure a me. Cosa volete sapere?”
D. “Beh, per iniziare, ha tanti nomi: Green Man, Uomo Verde, Puck, Jack in the Green, Cavaliere Verde, Uomo Selvatico. Qual è fra questi il suo vero nome?”
R. “Tutti e nessuno per la verità. È uno spirito molto antico… in ogni tempo e in ogni luogo, voi umani – ehm volevo dire noi umani – l’abbiamo chiamato in modi diversi.”
D. “Uhm… quindi è uno spirito della Natura?”
R. “Per alcuni un’idea, un’energia… un tempo era considerato un dio della vegetazione. Le parole umane sono così limitate, per questo esistono i simboli.”
D. “E a cosa servono?”
R. “I simboli hanno una loro vita propria, non è che servano a qualcosa” aggrotta la fronte rugosa, un po’ alterato. “Per questo si possono trovare ovunque, sempre uguali eppure diversi. Crescono nello spazio e nel tempo, ma tramite l’arte.”
D. “Ehm, perdoni non volevo offendere… i Green Men sono simboli, quindi?”
R. “Sì. È la forma con cui ci aiutano a non dimenticare cose importanti. I simboli trasportano messaggi tramite i secoli, pronti a dischiudersi davanti agli occhi di chi sa vedere.”
R. “L’Uomo Verde veicola messaggi di unione fra l’Uomo e le forze della Natura. Racconta le storie perdute. Si tende a dimenticare così facilmente che siamo figli di un’unica Terra, insieme alle piante e agli animali. I simboli sono ampi come stelle, brillano ben oltre la nostra comprensione e ognuno di noi può vedere solo una piccola parte di tutto-ciò-che-sono. Io… ehm, il Green Man un tempo era potente e terrifico, un re fra tutti gli dei. Oggi è un piccolo non-ti-scordare, il dettaglio nascosto sotto l’acquasantiera di una chiesa, scolpito nella chiave di volta del soffitto di un castello, nell’affresco di una casa nobiliare. Ma lo possiamo trovare anche in un film, in una canzone, in una storia per bambini. Continua a vivere sotto mille forme.”
D. “È cambiato molto nel tempo?”
R. “Il suo cuore verde è rimasto immutato: è una sintesi fra umanità e natura. Ma anche il retaggio di un antichissimo dio della vegetazione e della fertilità dal nome dimenticato, il cui culto si perde nella notte dei tempi: Pan, Cernunno, Dioniso. Figlio dei boschi sacri e delle usanze pagane, per un po’ è stato un semplice spirito dei boschi, un simbolo beneaugurante, poi sempre più dimenticato. Ma rimane nell’arte e nella memoria, ci si può sorprendere scoprendo quanto sia ancora vivo nell’immaginazione delle persone.”
D. “Beh, noi di Nero Café siamo qui per questo: quale messaggio vorresti lasciare ai nostri lettori?”
R. “Non smettete mai di cercare. I simboli dimenticati sono tanti, disseminati per il mondo, e hanno Storie da raccontare. Non fermatevi all’apparenza. Guardateli bene, come li guarderebbe un bambino, e vi regaleranno i loro tesori.”
Chiudo il taccuino, soddisfatta. “Abbiamo finito. Grazie, una bellissima intervista, ma potremmo sapere il suo nome?”
Il vecchietto sorride sotto i baffi. Mi sembra di intravedere una foglia d’edera sbucare da sotto il suo giaccone. All’improvviso suona la campana e un mormorio di voci in avvicinamento mi fa capire che sta per iniziare la messa. La gente inizia a entrare e a prendere posto. Quando mi volto di nuovo verso lo strano vecchietto, lui è scomparso. Orby nel frattempo vagolava per la chiesa (perde subito la concentrazione, è uno spiritello iperattivo), quando a un tratto mi fa cenno di seguirlo. Fra le decorazioni, c’è un viso scolpito nel marmo, in bassorilievo, contornato di foglie.
“Oh, eccolo qui il Green Man. Eppure avevamo già guardato in questo punto… non c’era!”
Il Green Man si può trovare rappresentato sotto diverse forme e dimensioni, inciso nel legno, dipinto, ma soprattutto scolpito nella pietra. Si presenta come un viso umano contornato da vegetazione, quasi vi fosse nascosto in mezzo, oppure composto nei lineamenti da foglie e altri elementi vegetali. Più raramente viene raffigurato come un teschio da cui nasce la vegetazione, simbolo di morte e rinascita. In un mito celtico, il Re Agrifoglio sconfigge il Re Quercia con l’arrivo della metà oscura dell’anno, solo per perdere di nuovo il trono nella bella stagione, in un’eterna lotta che genera la vita, come uno Yin-Yang d’Occidente.
L’Uomo Verde è un simbolo mandalico composto da una parte antropomorfa e da una selvatica; alcune volte rappresenta l’Uomo avvolto nella Natura, altre volte la vegetazione emana da esso come se ne fosse la fonte stessa, rappresentazione delle più profonde e misteriose energie della vita.
Nella misteriosa Cappella di Rosslyn, in Scozia, sono raffigurati circa cento Green Men. Le chiese di Francia e Regno Unito pullulano di Uomini Verdi, ma anche l’Italia ne riporta numerosi esempi meno noti. Possiamo trovarlo per esempio a Castel Del Monte, a Villa Aldobrandini di Frascati e nella chiesa medievale di Tossicia.
(Flavia Imperi & Orby)