L’Aguzzino intervista Roberto Bommarito
Lentamente Roberto Bommarito riprende i sensi. Resto a guardarlo stravaccato sulla mia poltrona, pregustando l’effetto sorpresa sotto forma di terrore che vedrò comparire nei suoi occhi.
Puntualmente arriva. Quell’espressione che racchiude la presa di coscienza della sua situazione, le connessioni neurali che viaggiano dall’inaspettata novità a ciò che essa rappresenta.
Lo vedo urlare, ma mi giunge solo un’eco ovattata, attraverso il vetro che ci separa. Si rialza in piedi e preme i palmi contro la superficie trasparente. Ghignando, lascio la poltrona e avanzo fino a lui, fermandomi di fronte all’oggetto che la racchiude, un’enorme bottiglia di vetro.
Proprio così, mio caro Roberto, ho preso spunto dal tuo racconto Bottiglie, de I Racconti del Laboratorio. Suona un po’ come un gustoso contrappasso, no? Immagino che vorresti uscire di là, ma non sarà così semplice, questo accadrà solo se risponderai a tutte le mie domande nel modo giusto. Maurizio Bertino ne sa qualcosa, lui ci è già passato ed è sopravvissuto, pur riportando conseguenze indelebili.
A: Prima domanda: Cos’hai pensato la prima volta che hai partecipato a Minuti Contati?
R: Poco tempo. Poche battute. Pensavo non ci sarei mai riuscito. Ero abituato a scrivere adagio, riflettendo a volte per giorni su un semplice paragrafo. Scoprire di poter scrivere un buon racconto anche sotto pressione è stata per me una sorpresa, così come lo fu arrivare sul podio alla prima edizione e vincere subito dopo.
A: All’inizio della storia di questo concorso, le tue storie erano di un tipo diverso rispetto alle ultime, avevano un che di onirico e spesso non avevano reale coerenza. Pensi che ti abbia aiutato a maturare questo concorso o credi che io ti stia insultando pesantemente?
R: Pesantemente? No, non credo. Solo un po’. Scherzi a parte, credo che Minuti Contati mi abbia soprattutto aiutato a comprendere quanto importante siano le dinamiche di scontro in una storia, anche in un racconto molto breve. Nei miei racconti si vive spesso un litigio molto acceso fra i due personaggi, quasi sempre un uomo e una donna. Proprio dalla tensione che scaturisce nel confrontarsi con qualcosa di “opposto” si genera un’energia che, così come nella vita reale, porta all’evolversi naturale del percorso narrativo, della storia stessa.
A: Attento, adesso: hai paura di me? Dell’Aguzzino?
R: Sempre.
A: Nella tua infinita presunzione di Vincitore del concorso, credi che Minuti Contati possa essere migliorato?
R: Credo che il concorso, che oramai può iniziare a vantare una bella storia alle spalle, abbia le potenzialità giuste per crescere d’importanza. Quest’anno ho la fortuna di poter dare una mano a Maurizio Bertino nell’indirizzare il concorso verso quella direzione, appunto. Credo che il numero di partecipanti in costante aumento e la partecipazioni di guest star del calibro di Dario Tonani siano già un ottimo inizio.
A: da questa edizione, a gestire il concorso non sono io ma L’Inquisitore Immortale e un certo Carnefice. Che ne pensi di questi oscuri individui? Saranno all’altezza del compito che gli ho affidato?
R: Lo potremo scoprire solo a conclusione della Terza Era di Minuti Contati, quando si conteranno le vittime.
A: Dai libero sfogo al tuo ego. Qual è il racconto, di quelli che hai scritto per Minuti Contati, che ti ha dato maggiori soddisfazioni?
R: Parole, vincitore della XI Edizione di Minuti Contati Seconda Era, è senza dubbio uno dei miei racconti preferiti. L’idea base si è già evoluta in un racconto (Parole appunto), di più ampio respiro pubblicato da La Mela Avvelenata, interessante realtà emergente nel campo editoriale, accompagnato dalle illustrazioni di Gino Andrea Carosini. Sempre in collaborazione con lo stesso artista e operando nell’ambito del giovane e lanciatissimo gruppo artistico Electric Sheep Comics, Parole è diventato anche un fumetto breve. Accarezzo inoltre la possibilità di trasformare Parole in qualcosa di più importante, ma per ora preferisco non parlarne.
A: Ultima domanda per te. Che ne pensi della situazione in cui ti sei cacciato? Ne uscirai vivo? E, se sì, pensi di portare a termine qualche interessante progetto nel prossimo futuro?
R: In collaborazione col già citato Electric Sheep Comics, a cavallo fra questo e il prossimo anno dovrebbe vedere la luce il mio primo graphic novel di cui ho scritto la sceneggiatura. Si tratta di una storia caratterizzata da forti elementi simbolici che mischia fra loro fantascienza ed esoterismo. Due miei racconti vedranno la luce sotto il marchio La Mela Avvelenata. Inoltre il numero 71 della prestigiosa rivista Robot conterrà il mio racconto Vuoti, vincitore dell’omonimo Premo Robot 2014. Ci sono anche altri progetti in cantiere di cui, per volere degli editori, non posso ancora parlare, ma che dovrebbero vedere la luce entro la fine del 2014.
A: Non so se mi hai convinto. Resta ancora un po’ lì dentro. Avrai tutto il tempo di meditare sulla tua condotta dentro e fuori da Minuti Contati. Non lo faccio perché sono sadico, sia chiaro. Lo faccio per te, per forgiarti a dovere. In fondo, si sa, questo non è un concorso per signorine!
(L’Aguzzino Infernale)