Wasteland 3: una gelida post-apocalisse

Il motore del Kodiak fa vibrare il sedile. Ti chini in avanti per pulire il parabrezza appannato, ma la tempesta di neve confonde la vista mischiandosi con le verdastre esalazioni radioattive. Devi stare all’erta, da un momento all’altro potresti ritrovarti davanti un branco di bavose rane mutanti o una banda di sadici predoni travestiti da clown. Nulla che tu non abbia già visto, ma sempre meglio restare cauti. Senti belare la capra a due teste legata sul retro del Kodiak e pensi al momento in cui dovrai ficcarla nel mortaio e lanciarla sul prossimo gruppo di disperati che cercherà di metterti i bastoni tra le ruote. Afferri una lattina di birra stantia e ne mandi giù una golata, sorridi, in fin dei conti è solo una giornata come un’altra nelle lande post-apocalittiche del Colorado.

Questa introduzione è un plauso alle atmosfere di Wasteland 3, che si traferisce dalle lande desertiche del secondo capitolo alle foreste innevate del terzo, guadagnando sicuramente in atmosfera. Se a questo sbalzo di temperatura aggiungete una sagace ironia, sparsa con cura a salare il sapore amaro di un’ambientazione macabra e truculenta, capirete che quelli di inXile Entertainment hanno fatto un ottimo lavoro sul versante del tono narrativo.
Tutto rosa e fiori quindi? Non proprio. Wasteland, giunto alla sua terza incarnazione, si porta dietro molti lati positivi dei precedenti capitoli, ma anche qualche fastidiosa magagna. Procediamo con ordine però: vediamo quali sono i motivi che potrebbero spingervi a giocare questo titolo e poi scopriamone insieme i difettucci.

Il sistema di combattimento a turni è uno dei punti di forza. Comandando gli ormai noti Ranger, protagonisti indiscussi della saga, potrete affrontare scontri con armi da fuoco o da mischia, e dovrete imparare a sfruttare il sistema di coperture per non farvi incenerire dopo pochi turni. La difficoltà è tarata verso l’alto e, senza pianificare con cura le proprie mosse, si può soccombere rapidamente, soprattutto alle difficoltà più elevate (Consiglio: se non volete impazzire, disattivate i danni da fuoco amico). La varietà di mostri e psicopatici che dovrete affrontare tiene sempre vivo l’interesse. Tra bestie mutanti, clown che usano maiali come kamikaze, bisonti giganti, robot impazziti e bande di outlaw dotate di impianti cibernetici, non ci si annoia di certo. Se poi preferite un approccio diplomatico, vi farà piacere sapere che quasi tutti gli scontri potranno essere evitati sfruttando le vostre doti dialettiche. Fate crescere le abilità denominate rispettivamente “Spaccaculi” e “Leccaculi” per cavarvi fuori da, quasi, ogni guaio senza versare nemmeno una goccia di sangue.

Un altro aspetto centrale nel gioco è, come in tutti gli RPG che si rispettano, il sistema di crescita dei personaggi, con il classico accumulo di punti esperienza che fungono da carburante per potenziare il vostro personaggio. Punti che vi premiano in caso di sconfitta degli avversari, completamento missioni, ma anche per il successo nell’utilizzo di abilità particolari come disattivare bombe o sistemi d’allarme, hackerare computer o robot, aggiustare tostapane, scassinare casseforti ecc.; tutte attività che sarete chiamati a svolgere numerose volte nel gioco e che, spesso, fanno la differenza tra lo scegliere una via piuttosto che un’altra per arrivare al vostro obiettivo. La squadra di eroi che comanderete sarà formata da 6 membri. Due potrete crearli a inizio gioco scegliendone aspetto, caratteristiche e abilità. Altri saranno personaggi assoldati nel corso della storia, ognuno con il loro set di abilità. Degna di nota la possibilità di scartare questi PG proposti dal gioco e assoldarne di nuovi attingendo a un roaster di reclute disponibile alla base dei ranger; e, se neppure questi dovessero soddisfarvi, potrete crearne di nuovi da zero, plasmandoli a seconda delle vostre necessità. Utile infatti è avere una squadra equilibrata, in cui ogni membro sia specializzato in particolari set di abilità. Volete un cecchino hacker? Un picchiatore con la fissa per gli esplosivi? Un pistolero con la parlantina? A voi la scelta.

Un ultimo lato positivo è la storia (raccontata attraverso dialoghi scritti e doppiati in inglese), semplice ma efficace. Delinea velocemente fazioni in lotta tra loro. Con il Patriarca a fare da dittatore delle lande del Colorado, un uomo seduto su un trono fatto di missili, perennemente in cerca di mantenere il suo potere. In lotta con tre figli che non vedono l’ora di usurpare la sua posizione. Voi agirete da mediatore e sarete chiamati a scegliere se sostenere il dittatore o tentare di cambiare le cose istituendo un nuovo ordine. Su questo background si iscriveranno le piccole storie che costituiscono le quest secondarie, che vanno ad arricchire la trama principale spezzandone i toni cupi con parentesi divertenti oppure calcando la mano sugli aspetti più truculenti del mondo di W3.

E ora veniamo alle note dolenti. Poche, in realtà, ma che rovinano un’esperienza di gioco solida. La più fastidiosa delle mancanze è senz’altro quella di un sistema di spostamenti funzionale. Le mappe dei luoghi visitabili non sono grandissime, ma è facile perdere l’orientamento e confondersi quando bisogna muoversi tra le sezioni già esplorate. La situazione non migliora se ci si sposta nella mappa del mondo dove, utilizzando il Kodiak, fedele mezzo di trasporto, si potranno raggiungere le varie aree. Qui è più facile trovare i luoghi, ma gli spostamenti sono lenti, dei veri e propri momenti morti in cui dovrete limitarvi a cliccare per muovervi all’interno di un’inquadratura fissa. Fastidioso, soprattutto quando dovrete tornare alla base rifacendo la strada già percorsa. Non basta la presenza delle radiazioni (barriere che vi impediranno di esplorare tutto finché non sbloccherete il giusto potenziamento) e di sporadici combattimenti casuali (facilmente evitabili potenziando l’abilità sopravvivenza), a rendere questa fase del gioco interessante. In questi frangenti la noia sarà vostra fedele compagna.

Concludendo: Westland 3 è senz’altro consigliato a tutti gli appassionati di giochi di ruolo che sapranno chiudere un occhio sui difetti sopra menzionati e su qualche bug di troppo (personaggi che non possono usare l’attacco in mischia, abilità che non funzionano come dovrebbero, ecc.), compensando le mancanze godendosi il sistema di combattimento divertente, l’atmosfera e la storia piena di interessanti dilemmi morali.
Che tipo di ranger siete? Giocate a Wasteland 3 e lo scoprirete!

(Daniele Tredici)