Hitchers, di P.A. Douglas
P.A. Douglas
Hitchers
Severed Press, 2012
Ho conosciuto P.A. Douglas per l’ottimo lavoro svolto con Killer Koala Bears From Another Dimension, libro che mi aveva colpito moltissimo per originalità e stile. Purtroppo non posso dire la stessa cosa per questo Hitchers. Si nota subito che la penna dell’autore non era ancora all’altezza degli scritti successivi e la narrazione arranca un po’, sia dal punto di vista della trama, sia per quanto riguarda lo sviluppo dei personaggi. Le creature invisibili che controllano i cittadini di Grayson ricordano parecchio alcuni film di fantascienza degli anni Cinquanta. Il protagonista, Greg Teeter, ex chitarrista di un gruppo punk, si ritrova invischiato nel rituale finale, volto a riportare in vita la divinità venerata da questi esseri. Tra sangue e colpi di pistola, è costretto a battersi per la propria vita e impedire che il mostro invada il nostro piano.
Come dicevo, speravo in qualcosa di originale, invece per molte pagine accade molto poco e gli attacchi degli Hitchers (chiamati così perché posizionati sulle spalle degli ignari abitanti di Grayson) tendono a diventare ripetitivi. Anche le reazioni di Greg a volte sembrano un po’ forzate e tendono a spezzare la tensione invece di accrescerla. I comprimari sulla scena in alcuni casi risultano piatti e le loro gesta non aiutano poi tanto a incrementare il ritmo. Per fortuna non mancano episodi di sangue, descritti in modo molto accurato, segno che il talento dell’autore già era emerso ai tempi di questo romanzo, anche se non completamente sviluppato. La scena finale è apocalittica e risolleva in parte una trama un po’ zoppicante.
Di sicuro è un discreto horror d’intrattenimento e si legge tutto d’un fiato, ma se volete provare qualcosa di questo scrittore vi consiglio di lanciarvi a scatola chiusa sul suddetto Killer Koala Bears From Another Dimension o sulla sua ultima fatica The Old One, dove Douglas lancia una sfida al solitario di Providence. Troverete entrambi i romanzi sopracitati presto recensiti su queste pagine.
Due revolver e mezzo.
(Mauro Saracino)