Lo specchio nero, di Gianluca Morozzi
Titolo: Lo specchio nero
Autore: Gianluca Morozzi
Editore: Guanda
Anno: 2015
Prezzo. 18 euro in formato cartaceo – 8,99 euro in formato digitale
Sinossi
Svegliarsi in una stanza mai vista prima, accanto a una sconosciuta nuda, senza ricordare niente delle ore precedenti, non è del tutto inusuale. Se però la donna è morta e la stanza è chiusa a chiave dall’interno, la faccenda si fa un po’ più preoccupante. E non migliora quando trovi un altro cadavere nel bagno, chiuso a chiave dall’esterno. Non c’è da stupirsi che Walter Pioggia esca in preda al panico da quella stanza, da quella casa, in cui l’assassino di due persone può essere soltanto lui. A partire dal mattino dopo, i problemi di Walter sono tre. Il primo è scoprire se davvero quel terribile delitto ha avuto luogo, dato che per giorni i media non ne danno notizia: che sia stata solo un’allucinazione? Poi, quando i cadaveri vengono ritrovati, sorge il secondo problema: dimostrare, soprattutto a se stesso, che non è stato lui. E su tutto aleggia il terzo problema, il più grande di tutti: fare i conti con un passato devastante che ritorna, con il tradimento di un padre, con un amico che credeva morto e forse non lo è. Tra i portici e i bar di una Bologna bohémien ricostruita con affetto e ironia, si sviluppa un’indagine psicologica che colora di tensione il presente apparentemente normale di un uomo apparentemente normale, fino alla più sorprendente delle conclusioni.
La recensione di Nero Cafè
“Ti vedo, Walter. Ti ho sempre in testa. Riesco a immaginare anche in questo momento quel che stai facendo. Sei sicuro di non essere stato tu a uccidere Pamela Giordano e Martino Barone? Pensaci. Chi altri poteva mettere il catenaccio dall’interno, chiudere la porta del bagno dall’esterno, se non l’unica persona viva all’interno di quel monolocale?
Se sicuro, sei proprio sicuro sicuro sicuro, DI NON AVERLI UCCISI TU?”
Il nostro collega, nostra sorella, nostro figlio, il nostro capo, la nostra migliore amica, il nostro testimone di nozze, nostra madre, nostro padre, il contatto Facebook più stretto e intimo, vostro marito.
Li avete visualizzati?
Avete visualizzato la cravatta del vostro collega, il sorriso accogliente di vostra sorella, la smorfia tipica di vostro figlio, il cipiglio del vostro capo, l’abbraccio della vostra migliore amica, l’aria sorniona del vostro testimone di nozze? Avete visualizzato tutto? Conoscete tutto di loro, vero?
Di vostra sorella riuscireste a riconoscere la voce in mezzo a mille altre; l’odore di vostra madre sa di casa e di infanzia e di amore; l’umore di vostro marito è ben chiaro appena mette anche solo un piede in casa.
Sono vicini a noi, gravitano attorno alle nostre vite e noi pensiamo anzi siamo sicuri di conoscerli. Cos’è che faremmo? Ah, già. Ci metteremmo la mano sul fuoco.
È terribilmente sciocco, da parte nostra. È terribilmente pericoloso, anche, mettere quella mano sopra quel fuoco.
La verità è che non solo (mio caro William) siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni ma, come i sogni, mutiamo e ci scomponiamo e perdiamo essenza continuamente e continuamente ci rigeneriamo. E questo è un processo intimo e interiore, e amare non significa snudarsi completamente, non significa farsi così trasparenti da perdere essenza. Significa, semmai, dare tutto quello che si ha nonostante quello che si è. O che si è stati.
Iniziamo a leggere Lo specchio nero, l’ultimo lavoro di Gianluca Morozzi, e crediamo (ancora una volta) di conoscere Walter Pioggia. È un uomo così mediocre, così prevedibile! Direttore editoriale di una piccola casa editrice bolognese, scandisce le sue giornate con una noia tanto metodica da essere svilente. Una casa editrice avvolta da una nuvola rosa, tra l’altro: Walter legge tutti i manoscritti, tutti, fino alla fine; organizza le presentazioni dei libri insieme agli autori e, addirittura, alla fine dei giochi, offre la cena a tutti. Una specie di mondo immaginario e immaginifico, quello di Walter. Lavoro, aperitivo con gli amici (sempre nello stesso posto, sempre la stessa birra, sempre gli stessi amici) e concerti. Ecco chi è Walter Pioggia: l’uomo medio, un cuor contento, un’anima tutto sommato molto semplice.
Fino a quando il Destino non va a metterci le sue curiose zampe e il nostro bel protagonista allampanato e dallo scarso appetito non si ritrova chiuso in un monolocale in compagnia di due morti. Questo è il nostro incipit, e questo è l’inizio di una storia che è sicuramente un giallo dai toni classici ma anche tanto di più e tanto di diverso. È anche il racconto, a tratti accorato e realmente commovente, di una Bologna immaginata tra l’horror e il noir che tanto ricorda la Napoli più brutta e sozza delle Vele di Scampia. È un thriller psicologico dai ritmi serrati che impedisce al lettore di spegnere la luce e abbandonarsi al sonno fino a quando l’ultima pagina non sarà sfogliata. È un insieme di personaggi che prendono forma e consistenza e mutano sotto i nostri occhi e ci fanno sentire un pochino sciocchi, un pochino impreparati, un pochino, dicevamo, troppo superbi. Pensavamo di aver capito tutto. Non avevamo capito niente.
Walter è certamente tutto quello che si è detto, è realmente il nostro preciso direttore editoriale. Ama il suo lavoro, ama leggere, ama valutare, ama gli amici, una bella bevuta, un bel concerto. Ma è anche immensamente di più, come tutti noi, che siamo il risultato di cento storie, cento incontri, cento vite.
Lo specchio nero non è solo un genere, è più generi insieme, perché più sentimenti raccoglie, più suggestioni racchiude, più difficoltà letterarie mette in campo.
È sicuramente un buon lavoro che ho apprezzato certamente per le sue sfumature gialle (pur non essendo una vera appassionata del genere) ma ancor più per le delicate implicazioni psicologiche e per i personaggi che trovano, grazie all’autore, una loro lucida e sensata collocazione all’interno del corposo romanzo.
Consigliato a chi soffre di insonnia: in ogni caso non riuscireste a prendere sonno prima di averlo terminato.
(Caterina Bovoli)