Che tu sia maledetto, di Fabrizio Cavazzuti
Titolo: Che tu sia maledetto
Autore: Fabrizio Cavazzuti
Editore: Edizioni Artestampa
Anno: 2013 (II ristampa 2014)
Pagine: 456
Prezzo: 15,00 euro
Sinossi:
In una Modena deserta e arroventata dal sole di ferragosto, il detective Elvis Zanasi ci trascina in un’avventura fatta di incidenti sospetti, sparatorie, rapimenti, fughe e trappole mortali, un viaggio in carne e ossa che assume via via i contorni di una discesa agli inferi, negli spazi più oscuri della coscienza, in bilico tra il rosso e il nero. Come un vortice sempre più stretto, la storia si impone con il suo ritmo incalzante, travolgendo personaggi vecchi e nuovi in una sfrenata resa dei conti, fino alla prova decisiva.
La recensione di Nero Cafè:
La verità è che questa volta avrei dovuto leggere e recensire per voi l’ultimo romanzo di Jeffery Deaver, October list.
Ma, ahinoi, non ci sono riuscita. Non ce l’ho fatta. Adoro il caro vecchio Jeffery ma questa volta mi ha delusa e confusa. Suvvia, far cominciare un romanzo dalla fine degli accadimenti per poi andare a ritroso! Abbiamo già così tanti problemi ogni giorno, dobbiamo anche fare una fatica sovrumana per leggere un libro?
No, grazie.
O almeno io no, grazie. E con questo ho recensito anche October list, direi.
Tuttavia non ho dovuto pensare a lungo a cosa avrei voluto leggere e far leggere a voi; il pensiero è volato immediatamente a Fabrizio Cavazzuti, modenese ancora più d.o.c. di me, abile e divertente giallista.
Il romanzo è ambientato in una Modena (molto ben resa) quasi sciolta dal sole estivo. La si sente proprio sulla pelle, questa Modena. La si immagina, la si vede. Si sentono gli odori, gli umori, si vede la cappa fumosa e opprimente del cielo, il colore dell’asfalto che pare farsi liquido sotto la suola delle scarpe, il sudore colare lungo la schiena. Perché da queste parti quando fa caldo, fa caldo davvero e il solo rumore nell’aria è il costante ronzio provocato dai condizionatori.
È in questa atmosfera già alienante di per sè che si svolgono le rocambolesche vicende di Elvis Zanasi, un detective privato divenuto noto alla cronaca per alcuni recenti successi lavorativi (Elvis Zanasi è protagonista di altri romanzi dell’autore). Questa volta viene chiesto il suo aiuto per far luce sulla morte – avvenuta anni prima – di uno sciatore. La moglie è convinta che non si sia trattato di un incidente ma di un omicidio. Purtroppo, Zanasi lo sa – e lo saprà presto anche il lettore – che le cose non sono mai facili o banali e per il detective arriveranno tempi bui, pericolosi e incerti. Nonostante non venga mai descritto fisicamente la percezione – nettissima – è di conoscerlo da sempre, di conoscere i suoi vizi e le sue virtù, le sue fragilità e insicurezze di uomo, i punti più oscuri del suo carattere. E questo aspetto fa naturalmente la parte del leone, laddove il resto è puro intreccio e giallo (sebbene ben costruito e architettato). Quello che interessa sopra ogni cosa sono quindi il contesto e i personaggi. Ma con un personaggio principale come Elvis Zanasi il rischio è quello che tutti gli altri “scompaiano” un pochino. Ed è quello che accade, a mio parere.
Nessun personaggio (men che meno i personaggi femminili) regge il confronto con il protagonista. Voluto? Non voluto? Quello che è certo è che, da lettrice, ho sentito tutta la fatica di un personaggio nel tenere in piedi un giallo impegnativo come questo (impegnativo in tutti i sensi, giacché questo romanzo è decisamente corposo) con le sue sole forze.
Ho sentito la mancanza di una “spalla” vera, insomma. Di caratteri più definiti e decisi.
Nonostante questa piccola nota personale, ho trovato Che tu sia maledetto un romanzo divertente ma credibile, dettagliato ma non insistito, preciso ma non maniacale, dai dialoghi ben costruiti e non casuali. Per chi abita o conosce queste zone, la possibilità di essere coinvolti sensorialmente a 360° rende il tutto ancora più divertente.
Tra musica, sudore e zanzare, Cavazzuti ci fa compiere quindi un bel viaggio oscuro ma adrenalinico nei meandri della mente umana, un posto in cui rabbia, dolore e vendetta riescono a cambiare irrimediabilmente le persone.
(Caterina Bovoli)