A chi vuoi bene, di Lisa Gardner

Titolo: A chi vuoi bene
Autore: Lisa Gardner
Editore: Marcos Y Marcos
Anno: 2013
Prezzo: 17,00 euro

Sinossi.
Che mamma speciale, Tessa Leoni. Si è rifatta una vita partendo dal fango, un gradino dopo l’altro, per amore della sua bambina, concepita chissà con chi. Che poliziotta, Tessa Leoni, che donna: i turni di notte a pattugliare da sola le strade nere, poche ore di sonno e di corsa all’asilo a prendere Sophie. Poi arriva Brian, l’uomo dei sogni, un amante appassionato per lei, un padre per Sophie… Ma adesso che è domenica mattina e tira il vento freddo di marzo, Brian è steso sul pavimento della cucina con tre pallottole in corpo, la piccola Sophie è sparita e Tessa è ancora lì con la pistola in mano. Una sergente bella e inflessibile, D.D. Warren, la incalza di domande, è certa che Tessa sia un mostro. Perché ha sparato al marito, e dov’è finita la piccola Sophie? Come può una madre e poliziotta modello non sapere più nulla di sua figlia? Adesso, proprio adesso, D.D. Warren non lo vorrebbe, un caso così. Un mese di ritardo, si accarezza la pancia; come può una madre far del male alla sua piccolina di sei anni? Scava nel passato di Tessa, in fretta, più in fretta, l’allarme per la scomparsa di Sophie diffuso in tutto lo stato. E Tessa, intanto, contusa e ferita, mente, si difende, lotta e sa una sola cosa: vuole bene a sua figlia. Più di tutto.

A chi vuoi bene? Una domanda a cui si dovrebbe saper rispondere. Racchiude una vita, definisce il futuro, governa quasi ogni ora del giorno. Semplice, diretta, definitiva. A chi vuoi bene?”

Chi scrive è, prima di tutto, madre di una bambina di cinque anni. Una quasi-Sophie, insomma.
Capirete bene, allora, quanto questo romanzo (quinto della serie dedicata al sergente D.D. Warren) mi abbia colpita e quante emozioni e sentimenti anche molto contrastanti abbia suscitato. Chiunque sia genitore sa che la risposta alla domanda iniziale è tutta nel nome della persona a cui ha dato la vita.
E la questione non è più tanto “Cosa sei disposto a fare per tuo figlio?” quanto “Esiste qualcosa che non faresti per tuo figlio?”.
Tessa, giovane e capace poliziotta, ha risposto.
Niente.
Ha perso tutto. Marito e figlia. Il marito, ormai morto, è un verbo al passato, un ricordo sul quale non indugiare poi nemmeno tanto. Ma Sophie è viva, ed è il suo passato sì, ma anche il suo presente e tutto il futuro che ha.
Per trovarla e salvarla, Tessa scavalca ogni regola, ogni imposizione e ogni moralità.
Tessa buona, Tessa cattiva?
I capitoli vengono affidati (ed è una scelta ottima) alternativamente a lei – che racconta in prima persona – e a un narratore esterno che racconta ciò che accade al sergente D.D. Warren, chiamata a investigare su un caso sicuramente scomodo. Sopratutto se sei una donna, se sei incinta (e lo sai anche senza aver fatto un test di gravidanza) e se vorresti solo vedere Tessa Leoni dietro le sbarre.
Tessa che uccide e subito dopo sgranocchia una barretta energetica.
Tessa che ci fa strada, con ferma lucidità, attraverso la sua infanzia, la sua adolescenza, e a tutto il dolore che c’era e che c’è.
Ci confonde, ci illude, poi ancora ci troviamo al punto di partenza e scuotiamo la testa pensierosi.
Tessa buona, Tessa cattiva?
D.D. che si concede il lusso di un test di gravidanza dentro a uno squallido cesso, nel mezzo delle indagini.
D.D.che forse quel figlio nemmeno lo vuole. Che c’entra lei con i bambini? Cosa ne sa, lei, di bambini? Non riuscirà mai a essere una buona madre. Oppure sì? Lei non ucciderebbe mai il suo bambino. Lei. Tessa Leoni forse sì. Forse ha ucciso sua figlia. Lei questo non lo farebbe mai. Si carezza la pancia. Piange. Ha paura.
Diverse ma uguali. Impersonarsi in Tessa, che ha perso sua figlia e tanto ha sofferto, o impersonarsi in D.D. che, in modo così umano e delicato, sente sulle spalle e sul cuore e dentro la testa tutto il peso di ciò che le sta accadendo e che ancora deve accadere? E se ci impersoniamo in Tessa significa che anche noi, come lei, potremmo avere un lato oscuro?
Il romanzo scorre lento, non ha fretta. La Gardner vuole farci conoscere i personaggi, vuole farci indugiare sui fatti, dubitare di chiunque, inarcare le sopracciglia. Ci riesce.
Tessa buona? Tessa cattiva?
Non avremo una vera e propria risposta. O forse, chissà, ognuno troverà la sua nascosta tra le pagine di questo bel thriller. E forse la risposta sarà direttamente collegata alla domanda fatta poche righe fa: esiste qualcosa che non faresti per tuo figlio?

(Caterina Bovoli)