Sensualità e modernità, 15 desideri di Alda Teodorani
Poesia, racconto, musica, arte grafica, tutto in un accattivante scrigno rosso. Il testo scorre rapido tra le figure dei quindici artisti e le immagini di un universo pulsionale e magmatico che si sviluppa dalla voce di Alda e pulsa attraverso la sei corde e il fuzz che amplifica e moltiplica i sensi.
L’idea di base è quella del Beat, dell’Happening. Una voce graffiante interpreta, narra e al contempo è uno strumento su di un tappeto sonoro sviluppato dagli altri strumenti. Lo stesso Jim Morrison riprendeva l’idea dei Beat nel suo disco, An American Prayer.
Nei quindici desideri si presenta l’eros vissuto con una sensibilità straordinaria su una musica, un meraviglioso Jazz Avangarde, con atmosfere simili a quelle dei Naked City di Zorn e Frisell o al punk industrial di Closer di Nine inch Nails o Silence is Sexy degli Einsturzende Neubauten.
L’opera investiga i desideri inconfessati del cuore, nella mente e nell’anima, e si spinge verso l’interno del vissuto segreto della protagonista e dei suoi racconti poetici. Una sensualità vissuta al femminile e un sentire anomalo, difficile, amaro e violento che diventa splendidamente morboso, struggente e al contempo puro sentire.
Le immagini ritratte sul libretto che accompagna l’opera sono realizzate con tecniche molto simili a quelle del grande maestro Andrea Pazienza.
Le parole di Alda diventano rappresentazioni forti e la musicalità della sua voce unita al suono diviene sensazione possente, invadente e a tratti fastidiosa perché immediata, “diretta, come un pezzo punk, come un pugno in faccia” come direbbe Chuck Palahniuk.
Un’opera vissuta, più che sentita e letta, che difficilmente potrà restare buona nella vostra libreria.
È difficile oltre che riduttivo parlare solo di libro di fronte a quest’opera.
Ci sono i disegni, c’è la musica, c’è la voce, c’è il testo. Quest’opera si legge, si ascolta, si guarda, stimola i sensi e forza alla conoscenza attraverso la percezione.
Se si considera per un attimo il primo disco dei Velvet Underground, Transformer di Lou Reed, si comprende come I quindici desideri sia un’opera ben realizzata, di straordinaria particolarità. Ciò che mi ha colpito e mi ha attratto maggiormente è stata quella capacità straordinaria di rappresentare la morbosità e la purezza dei sensi, elemento a cui molti artisti si accostano ma da cui difficilmente riescono a trarre qualcosa di assolutamente originale. L’operazione culturale in questo caso è pienamente riuscita.
C’è una ricerca narrativa che vede le strutture tradizionali portate all’estremo con lo stesso sapore evocativo della poesia, una sorta di racconto per immagini. C’è un’indagine musicale portata al limite dove la voce si fa strumento e dove il riverbero e gli armonici diventano tappeto musicale insieme ai rumori ottenuti con un sapiente uso degli effetti e dei sintetizzatori che ricordano, ad esempio, le sperimentazioni di Franco Battiato sui synth con Fetus, Pollution ma anche coi più recenti Campi magnetici, Dieci stratagemmi o L’ombrello e la macchina da cucire.
Da un punto di vista strettamente musicale, la ripetizione dei pattern, funzionale al testo, amplifica molto la narrazione come una sorta di evoluta musica rituale. L’impiego degli accordi di quarta e di settima che spesso non risolvono negli accordi giusti creano una tensione particolare che conferisce al tutto un’atmosfera morbosa e surreale molto noir. Poi ci sono le immagini, il narrato dei corpi e delle loro passioni realizzate in modo fumettistico ma non per questo meno artistiche. I corpi nudi e gli oggetti ritratti raccontano, attraverso le meravigliose tecniche di realizzazione, la loro passione. Osservando con attenzione le tavole che accompagnano il testo si riesce a percepire come anche una lampada che squarcia il buio a commento figurativo di un racconto-desiderio possa esprimere emozioni. L’arte di queste quindici immagini rientra sicuramente nei termini dell’esercizio figurativo ma la ricerca dietro le tecniche di realizzazione replica ciò che avviene nel testo e ciò che si produce nella musica. Per questo motivo, i quindici racconti, ricchi d’influenze culturali, musicali figurative, valicano di molto il limitante concetto dell’erotico e della categoria racconto, che si configura invece come ricerca culturale di un’eccezionale modernità.
(Luigi Bonaro)