Giuria Premio Polidori: tre domande a Miriam Mastrovito
Ormai siamo veramente agli sgoccioli, manca pochissimo all’annuncio dei finalisti delle due sezioni del Premio John W. Polidori per la Letteratura Horror. Prima di arrivarci, però, abbiamo pensato di coinvolgere i nostri giurati, facendo loro tre domande, le stesse per ognuno. Nei prossimi giorni, perciò, alternati agli altri articoli, troverete queste piccole chicche.
Cominciamo da Miriam Mastrovito, giurata delle opere edite.
1. Com’è stata l’esperienza da giurato per il Premio Polidori?
Un’esperienza più che positiva. Ho avuto l’opportunità di leggere diversi romanzi che non conoscevo, peraltro ascrivibili a un genere che amo, e di svolgere il compito per cui sono stata chiamata in un clima di grande serenità e affiatamento. Certo, giudicare e assegnare voti non è sempre facile ma fa parte del gioco.
2. Qual è il tuo pensiero sullo stato della letteratura di genere in Italia?
Penso che gli autori italiani non abbiano molto da invidiare ai colleghi stranieri. Idee capacità e ottimi esempi non mancano. L’unico limite, secondo me, è rappresentato dalla scarsa apertura di alcuni editori nostrani che preferiscono puntare sugli scrittori stranieri o su opere che ricalcano la falsa riga di quelle anglosassoni piuttosto che scommettere sui talenti italiani e sperimentare nuovi modi di interpretare determinati generi.
3. Hai progetti in ambito letterario?
Al momento sto scrivendo un nuovo romanzo, ricchissimo di sfumature dark ed elementi paranormali. Contemporaneamente seguito, come sempre, a occuparmi di editing in qualità di freelance e a recensire per i miei due blog letterari “Leggere è magia” e “Il flauto di Pan”.