È tempo sprecato uccidere i morti, di Diego Di Dio

Se guardo l’indice.
Alfred Hitchcock, mica uno preso a caso, disse che “un dramma è come la vita, ma con le parti noiose tolte”. Ora, io non so che tipo di vita abbiate, ma della mia potrei dire che il vero dramma dell’esistenza sono proprio quelle parti noiose che mi tocca, il più delle volte, subire. No, non parlo solo delle code in posta o dell’inutile attesa che regna incontrastata in ogni cosa che devo fare, ma soprattutto di tutto quello in cui rimango “incastrato”. Cose come il lavoro che non si ha il coraggio di cambiare, le situazioni scomode in cui a colpi di diplomazia si mette a tacere la coscienza, le inevitabili delusioni da chi non dovrebbe deluderci mai o vedere premiati tutti i propri sforzi con della sana e robusta indifferenza.
Certo, se tolgo tutte queste noie, avrò una vita felice e gli affezionati al dolore e alle avversità potrebbero obiettare che un’esistenza del genere potrebbe anche essere incompleta.
A dire il vero, a me una vita felice non sembra incompleta, ma purtroppo come molti altri anch’io sono molto “completo”, quindi non si pone il problema.
Quando inizio a essere troppo “completo”, tendo a risolvere la situazione e, dove è possibile, cerco di cambiare pagina e scrivere un nuovo inizio.
Tutti questi cambiamenti di personaggi, situazioni e storie mi ha sempre spinto a credere che la vita non sia un romanzo, ma una serie di racconti che si alternano nelle sue varie fasi. Non credo che il mio sia un percorso, sebbene inframezzato da parecchi momenti noiosi, verso una realizzazione di qualcosa di grande, unico o irripetibile.
Anche i ricordi, a volte le uniche cose che ci rimangono, sono dei racconti l’uno slegato dagli altri…
Allora perché, se vuoi pubblicare, gli editori ti chiedono sempre un romanzo e storcono il naso davanti a un’antologia di racconti? Forse perché vogliono alimentare l’illusione che, almeno nei libri, ogni cosa ha un senso e anche i cambiamenti servono per arrivare alla fine?
Non so voi, ma a me le antologie piacciono sempre molto e in questa news vorrei parlarvi di È tempo sprecato uccidere i morti di Diego Di Dio, una raccolta di racconti, appunto, in cui dodici storie in bilico tra noir e thriller trascinano il lettore verso il lato oscuro della scrittura.
Una donna che regge le fila di un impero criminale, uno psicopatico convinto di vivere all’interno di un album di De André, un criminologo che indaga su un killer che prende di mira tutte le sue ex, un bambino che uccide i suoi genitori per troppo amore. Queste sono alcune delle ferite che Diego di Dio apre nella pelle del vivere quotidiano.

È tempo sprecato uccidere i morti, di Diego Di Dio. Prefazione di Barbara Baraldi e postfazione di Andrea Carlo Cappi. Dunwich Edizioni. 175 pagine. € 8.90. Disponibile.

(Mirko Giacchetti)