Speciale 8 marzo: la verità dietro la maschera
Racconta una nota leggenda metropolitana, ormai accreditata un po’ ovunque nel web, che il giorno 8 marzo 1908, le operaie dell’industria tessile Cotton di New York scioperarono in segno di protesta contro le terribili condizioni in cui erano costrette a lavorare. Lo sciopero, durato diversi giorni, sarebbe culminato con un disastroso incendio proprio l’8 marzo, causando la morte di 129 operaie, rimaste prigioniere nella fabbrica del proprietario, tale Mr. Johnson, che per punirle aveva preventivamente bloccato tutte le porte. Questa storia, che unisce la tragicità dell’evento alla crudeltà di un datore di lavoro schiavista, è in realtà falsa.
O forse dovremmo dire che è un condensato di diversi drammatici avvenimenti incorsi in quegli anni, in cui le lotte per l’affermazione del diritto al voto delle donna erano combattute attraverso continue manifestazioni e scioperi sindacali.
Uno di questi incidenti si verificò il 25 marzo 1908 (oltre due settimane dopo la data ufficiale), all’interno degli ultimi tre piani di un palazzone di Washington Place, sede della Triangle Waist Company, dove lavoravano un centinaio di uomini e oltre cinquecento ragazze, di cui molte erano bambine e comunque per la maggior parte non avevano più di 25 anni (tante erano anche le immigrate italiane). Queste donne erano trattate malissimo: nessuna tutela sindacale, porte realmente sbarrate dall’esterno, frequenti incidenti sul lavoro spesso passati sotto silenzio, straordinari sottopagati, un calvario lavorativo che consentiva loro a stento di tirare a campare. Non è chiaro quale sia stata la causa dell’incendio, fatto sta che in pochissimo tempo le fiamme divamparono ovunque e le poverette si ritrovarono a dover scegliere tra lasciarsi bruciare o saltare dalle finestre del nono piano. I corpi cadevano tra le urla e il terrore di chi, sotto, intimava loro di non saltare. In breve tempo la strada si era trasformata in una specie di campo di sterminio.
Un altro evento a cui viene collegata l’origine delle giornata della donna è la grande manifestazione che si tenne a San Pietroburgo, in Russia, l’8 marzo 1917, quando le donne russe – rimaste vedove per la perdita dei propri mariti durante la Prima Guerra Mondiale – guidarono una marcia nella capitale per rivendicare “il pane e la pace”. La debole resistenza delle forze cosacche non servì a fermare la protesta e pochi giorni dopo lo Zar abdicò in favore di un governo provvisorio che riconobbe il diritto di voto alle donne.
Esistono poi numerosi altri eventi più o meno tragici legati all’8 marzo che potrebbero essere stati usati per “promuovere” questa data come giornata mondiale della donna. Poco importa, in realtà. Ciò che realmente conta è che la donna ha subito, nel corso della sua storia, angherie e vessazioni che, a un certo punto, hanno richiesto un cambiamento, una ribellione. Oggi, l’8 marzo è il simbolo di quel cambiamento e, nonostante la falsità di molte sue sfaccettature, è servito a restituire alle donne quella dignità che a lungo era stata loro negata.
(Daniele Picciuti)
Fonti:
http://archiviostorico.corriere.it/2004/marzo/08/Quella_svista_sull_marzo_co_9_040308002.shtml
http://www.un.org/fr/events/women/iwd/2009/history.shtml
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