Supernatural
Titolo: Supernatural (1°-6° stagione)
Ideatore: Eric Kripke
Genere: horror, fantasy, drammatico
Anno: 2005 – in produzione
Attori: Jared Padalecki (Samuel “Sam” Winchester); Jensen Ackles (Dean Winchester); Jim Beaver (Bobby Singer); Jeffrey Dean Morgan (John Winchester); Katie Cassidy (Ruby); Lauren Cohan (Bela Talbot); Misha Collins (Castiel).
Trama
Il 2 novembre 1983 la madre di Dean e Sam Winchester, Mary, perde la vita uccisa da un demone che incendia la loro casa. Il padre dei due bambini, John, inizia a educare i figli alla caccia del soprannaturale con lo scopo di trovare la creatura che uccise sua moglie e vendicarsene. Dean, il più grande dei due fratelli, segue alla lettera gli ordini del padre e passa l’infanzia a proteggere il fratello Sam, che invece, dopo il liceo, decide di abbandonare la caccia e di andare all’università. Tuttavia, le strade dei fratelli Winchester sono destinate a convergere: dopo una tragedia che ribalterà la sua vita, infatti, Sam deciderà di affiancare il fratello Dean in una caccia spietata a tutto ciò che è soprannaturale.
La recensione di Nero Cafè
Da sempre incuriosita dal paranormale e dalle leggende di matrice sovrannaturale, non potevo fare a meno di spararmi anche questa serie televisiva. Così, tempo e pazienza, mi sono messa d’impegno e…
La regia è buona e gli avvenimenti ritratti risultano chiari e ben comprensibili al pubblico, nonostante i flashback e i salti temporali più o meno numerosi. Gli eventi, almeno nelle prime tre stagioni, sono caratterizzati sempre da un’ironia nera ben dosata, che sa mitigare la drammaticità di alcune scene altrimenti stucchevoli. Col passare delle stagioni, tuttavia, le puntate si fanno più seriose ed è presente qualche buco di sceneggiatura. La trama iniziale è buona e dalla vicenda pilota (la tragedia che deve affrontare Sam e il conseguente ricongiungimento col fratello) si snodano altre situazioni indipendenti (questo sino all’inizio della terza stagione), per poi convergere in un unico evento, ovvero la lotta tra Bene e Male (con B e M maiuscole).
I dialoghi risultano abbastanza naturali e ben si sposano con i personaggi, che a loro volta sono ben caratterizzati a livello psicologico e comportamentale. Anche i costumisti hanno fatto il loro bel lavoro, attribuendo a ognuno uno stile personalizzato. Il doppiaggio è molto buono e quasi tutti gli attori sono ben calati nella parte e offrono interpretazioni degne di nota. Bravissimo, in particolare, Jensen Ackles (Dean Winchester) con il suo repertorio di facce e smorfiette e, a seguire, un Jim Beaver che, pur interpretando un anziano cacciatore burbero e misantropo, sa il fatto suo. Mi hanno convinta un pochino meno alcuni dei personaggi secondari, come Katie Cassidy (Ruby) e Misha Collins, che sembrano disporre di espressioni più plastiche, meno naturali. Jared Padalecki (Sam Winchester) è variabile. La fotografia è buona, a volte innaturale e qualche volta non eccessivamente curata (specie nella prima stagione); sempre nella prima stagione, gli effetti speciali non brillano, ma migliorano man mano che la serie TV avanza.
Un encomio tutto speciale va alla colonna sonora, principalmente costituita da musica rock classica e heavy metal, tra cui Knockin’ on heaven’s door (Bob Dylan), Back in black (AC/DC), Carry on my wayward son (Kansas) e molti altri.
Anche in questo caso, come in altri, dare una valutazione generale è difficile.
Ho amato profondamente questa serie, in particolar modo la prima e la seconda stagione, perché ogni episodio è un mediometraggio a sé stante, una storia che inizia e finisce, dove gli sceneggiatori propongono leggende o creature folkloristiche in chiave cinematografica. Il tutto, come già detto prima, condito con un po’ di humor nero, quel tanto da far riflettere il pubblico e allo stesso tempo divertirlo. Poi, però, sceneggiatori e registi sembrano aver perso l’orientamento, convergendo verso la lotta divina tra demoni e angeli. Già dalla metà della sterza stagione, invero, il telefilm prende tale piega e proseguirà, salvo qualche intermezzo strategicamente piazzato sempre nella terza e nella quarta serie, sino alle ultime stagioni, che ammetto di non aver visto. Infatti, ho voluto portare a termine la quinta stagione, pur stringendo i denti, e ho trovato che la chiusura della stagione stessa sarebbe potuto essere un finale pressoché perfetto. Invece no, hanno continuato a battere sullo stesso chiodo, divenendo a mio avviso davvero difficili da digerire.
Allerta spoiler
Un uccellino che si è sciroppato più puntate della sottoscritta mi ha riferito che, addirittura, andando avanti, risorgerà addirittura la madre di Sam e Dean, per la serie: “Non sappiamo che infilarci, mettiamoci pure questo”.
In conclusione
Peccato per questo sfruttamento eccessivo. Supernatural sarebbe stata una delle serie da dieci e lode, al pari di Hannibal di Bryan Fuller, se solo non si fosse voluta spremere sino al midollo, scadendo nel patetico. Quindi, anche questa volta, il voto è complesso: quattro stelle e mezzo per le prime due stagioni e poi, pian piano a scalare. Come già in altre occasioni, la verità sta sempre a metà strada.
Citazione:
Sam: «Quando ho detto a papà che avevo paura di quello che c’era nel mio armadio, mi ha dato una pistola.»
Dean: «Che avrebbe dovuto fare?»
Sam: «Avevo solo nove anni! Ti rendi conto? Avrebbe dovuto dire “non devi avere paura del buio”.»
Dean: «“Non devi avere paura del buio”? Ma certo che devi averne, paura. Sai cosa c’è lì fuori.»
Valutazione: tre coltelli e mezzo.
(Tatiana Sabina Meloni)