Nuovi Incubi – AA.VV. Edizioni Hypnos
Tra le realtà editoriali italiane più attive nel campo di quel sottogenere della narrativa speculativa che si definisce “weird” vi è certamente Edizioni Hypnos, nata attorno alla realtà redazionale dell’omonima rivista che, nel corso degli anni, si è distinta per la ripubblicazione di autori che hanno fatto la storia del genere, ma anche delle voci più recenti del panorama anglosassone e non solo, spesso tradotti per la prima volta nel mercato italiano. Tra le pubblicazioni più importanti realizzate da questa casa editrice nel 2015 appena trascorso vi è l’antologia Nuovi Incubi – i migliori racconti weird presentata nel corso della convention “Strani Mondi” tenutasi a Milano nello scorso ottobre. Il libro altro non è che la traduzione, benemerita per il pubblico italiano, della raccolta Year’s Best Weird Fiction Vol. 1, curata da Michael Kelly e Laird Barron, contenente racconti pubblicati nel 2013. L’edizione italiana è stata arricchita con l’inserimento del racconto Il suo sguardo di Moreno Pavanello, vincitore del Premio Hypnos. Qual è il menù proposto dall’antologia? Al di là di una qualità media decisamente buona e delle inevitabili oscillazioni tra un racconto e l’altro, la scelta è piuttosto variegata, e di per sé è un interessante spaccato delle tendenze attuali di un genere ibrido, multiforme e in continua evoluzione per antonomasia. Perché se è definizione pacifica che la letteratura weird deve provocare nel lettore sensazioni estreme, legate non necessariamente al senso di macabro o angoscioso, potendo le stesse sostanziarsi anche in un più impalpabile senso di “straniamento”, le tematiche possono essere le più varie, e ciò lo rende un sottogenere che fa idealmente da ponte tra varie sotto-correnti dei principali generi di narrativa speculativa: si va dall’horror propriamente detto alla rivisitazione del suo progenitore, ovvero il racconto gotico, all’urban fantasy fino a toccare la fantascienza, ovviamente connotata di sfumature cupe, grottesche ed estreme, la cosiddetta weird fiction. Le diverse anime e le ideali incarnazioni del weid sono ben rappresentate: si va dal racconto con sapore metafisico (Il diciannovesimo gradino di Simon Strantzas, come anche uno dei miei preferiti, Bor Urus di John Langan) ad altre storie in cui le suggestioni macabre tipiche del weird si sposano alla fantascienza declinata con grande varietà stilistica: Così è nello scenario di guerra cupo e surreale di L’anno del ratto di Chen Quifan, splendida penna tra le nuove leve dalla Cina; in SWIM vuole sapere se va così male come pensa SWIM di Paul Tremblay, una madre sociopatica e dedita alle anfetamine cerca di proteggere la figlia mentre il mondo è travolto da un’apocalisse kaiju (i giganteschi mostri marini resi popolari dai cineasti giapponesi); interessante mix tra sci-fi apocalittica e teologia è anche Il suo sguardo di Moreno Pavanello, vincitore del Premio Hypnos e per questo unico autore italiano inserito nell’edizione presente; ancora un’apocalisse priva di spiegazioni scientifiche e dal sapore intimista per Nel limbo di Jeffrey Thomas.
Altri episodi dell’antologia sono omaggi agli scrittori che vengono considerati veri pionieri del genere: in primis H.P. Lovecraft (omaggiato da Joseph S. Pulver e W.H. Pugmire) ma anche una variazione sul tema ispirata a E.T.A. Hoffmann, Emily Dickinson. Lavori senz’altro pregevoli, anche se ho preferito racconti meno legati alla tradizione e che cerano di ridefinire i confini del genere con storie non ben classificabili, ricche di inspiegabili mutazioni da umano a pennuto, deliranti gravidanze di donne che partoriscono volpi, con la pellicola del reale che spesso e volentieri si squarcia, magari per colpa di una violenta tempesta climatica. Ce n’è del resto per tutti i gusti in questo libro e, a prescindere dai divari qualitativi tra le singole storie e dalle personali preferenze (personalmente ho apprezzato maggiormente le storie che sanno mantenere un delicato equilibrio tra fascino macabro, malinconia, elaborazione del lutto), questo volume può essere un’efficace cartina tornasole dell’attuale stato ed evoluzione di questo particolare genere letterario, per certi versi impossibile da racchiudere in una definizione univoca e onnicomprensiva, e che proprio per questo ha ancora il potenziale per esprimere le tensioni e le incertezze dell’epoca di cambiamenti culturali che stiamo vivendo.
Voto: 3 coltelli e mezzo
(Vincenzo Barone Lumaga)