L’estate segreta di Babe Hardy, di Fabio Lastrucci
Immergersi nella lettura di questo libro è quanto di più singolare mi sia capitato ultimamente, l’originalità dell’idea che lo anima è innegabile e mi ha incuriosito da subito.
Iniziamo col dire che è un romanzo non prettamente horror, ma cupo e misterioso, tuttavia anche ironico, proprio come erano certe comiche dell’epoca recitate da Stan Laurel e Oliver Hardy. Ve le ricordate? Ricche di equivoci, alternavano momenti di ilarità a altri che risultavano inquietanti – vuoi per i primi piani, per le ombre del bianco e nero, per cose che non si vedevano pur intuendone la natura – e così è per questo romanzo.
Ricco di personaggi del cinema dell’epoca – troppi, forse – la storia si colora delle vicende di alcune star di Hollywood che devono sopravvivere a una sorta di epidemia di vampirismo.
Stanlio e Ollio risultano così non protagonisti assoluti ma comprimari con Mary Pickford, Douglas Fairbanks, James Finlayson, Bela Lugosi e altri appena accennati o anche soltanto citati, sebbene il duo comico indubbiamente abbia maggior risalto rispetto ai colleghi.
È quindi un po’ come un film comico di Stanlio e Ollio, questo romanzo, e lo si capisce presto. Il finale non fa che confermare quanto detto finora, chiudendo con un colpo di scena che rimette a posto tutti gli equivoci generati nel corso della vicenda.
Nel complesso Fabio Lastrucci confeziona un romanzo godibile, nel quale si riesce a entrare in quel mondo in bianco e nero che era il cinema di allora; unica pecca, a mio avviso, l’eccessivo numero di personaggi, molti dei quali, pur essendo minori, recitano a volte ruoli di rilievo per poi quasi scomparire; mi vengono in mente a tal proposito il detective Nunnally, l’avvocato Stickmess e Lefty Miracle. Forse meritavano maggior risalto gli stessi Laurel & Hardy, che invece in parte risentono di questo surplus di caratteristi.
In ogni caso una lettura che merita.
Tre coltelli.
(Daniele Picciuti)