La notte chiama (e altre storie), di Luigi Boccia e Nicola Lombardi
Un libro che per metà è La notte chiama e per metà è altre storie.
Luigi Boccia e Nicola Lombardi ci conducono in un incubo frastagliato, ridotto a mosaico per il lettore che deve ricomporre il puzzle.
Troviamo articoli di giornale di un vecchio fatto di sangue (il massacro di Montelupo), appunti deliranti di un direttore d’albergo che cammina sempre più pericolosamente verso l’orlo della follia, note sul taccuino di un parroco capace di intuire un dramma dietro i falsi sorrisi di Fabio Mistretta, e poi focalizzazioni sparse su Lorenza, la cameriera dagli occhi spiritati che prega in solitudine accarezzando un coltello scintillante, e ancora sulla giovane Arianna, sul cui diario annota i dettagli di un segreto che resterà insvelato per anni, e su Michele, il fulcro di tutta la storia, colui che si improvviserà investigatore per arrivare a scoperchiare la verità e riuscire, finalmente, a chiudere il cerchio.
La notte chiama è un piccolo gioiello fatto di incubi che strisciano su per la spina dorsale ghermendo pelle e anima allo stesso tempo. Al fianco di Michele, ripercorriamo i sinistri avvenimenti che scossero Villa Olmo nel 1976, quando avvenne il terribile massacro, e con lui scopriamo a poco a poco i risvolti celati sotto un’apparente follia, scavando, sempre più in fondo, fino a sviscerare la verità.
Le altre storie, pur essendo ben strutturate e mantenendo viva l’attenzione del lettore, non riescono a competere con il racconto più lungo, capace di riecheggiare nella mente ancora per qualche ora, quasi adombrando le letture successive.
Nel complesso, un libro che il Terzo Occhio ha divorato in otto ore di viaggio su un pullman nella tratta Milano-Roma. Cosa da non sottovalutare in tempi in cui la scarsa qualità è il peggior sintomo di un’editoria malata, assieme al sempre assillante spettro della EAP (editoria a pagamento). Consigliato.
(Daniele Picciuti)
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