La Casa di Carta: la rapina (im)perfetta
La Casa di Carta (titolo originale La Casa de Papel) è un’originale serie tv spagnola da poco resa disponibile su Netflix. La prima stagione è interamente visionabile e si compone di tredici intensi episodi. Non si sa ancora la data di uscita della seconda ma andrà sicuramente in onda visto che questa serie, in origine, era un’unica stagione di 15 episodi che Netflix ha pensato bene di dividere in due parti, accorciando le singole puntate. Probabilmente una buona idea visto che il cliffhanger di fine stagione funziona in maniera egregia.
Ma parliamo della trama de La Casa di Carta. Un gruppo di otto rapinatori entra nella zecca di Stato e si barrica all’interno con 67 ostaggi: motivo? Non un semplice furto, ma stamparsi da soli un quantitativo spropositato di denaro perfettamente legale, non segnato, con cui sistemarsi per la vita. Da fuori, a coordinare l’operazione, c’è il Professore (Álvaro Morte), la mente dietro l’operazione. Sul campo troviamo l’io narrante Tokyo (Úrsula Corberó), il suo spasimante Rio (Miguel Herrán), l’estroversa Nairobi (Alba Flores), l’esperto scassinatore Mosca (Paco Tous) e suo figlio Denver (Jaime Menéndez Lorente), i russi Helsinki (Darko Peric) e Oslo (Roberto Garcia) e il capo della rapina in loco Berlino (un incredibile Pedro Alonso). Sì, avete visto giusto: hanno tutti nomi di città, perché, in questo modo, nessuno farà il nome dell’altro di fronte agli ostaggi.
E, a proposito di ostaggi, se pensate che quelli ne La casa di Carta staranno fermi a guardare, vi sbagliate di grosso. Il direttore della banca Arturo (Enrique Arce), per quanto insopportabilmente egoista e vigliacco, cercherà di mettere i bastoni tra le ruote ai rapinatori, barcamenandosi tra la relazione extraconiugale con Monica (Esther Acebo), anche lei in ostaggio, e le angherie dei rapinatori, che da subito lo prendono a bersaglio delle loro vessazioni (per lo più psicologiche). C’è poi Alison Parker (Maria Pedraza), il salvacondotto di tutta l’operazione, in quanto figlia dell’ambasciatore britannico, che rivestirà un ruolo importante per i “nostri” criminali.
Col passare delle puntate, lo spettatore smette di vedere come tali – non tutti almeno – come criminali, arrivando a parteggiare per loro, anche perché, come voluto dal Professore, la rapina dev’essere pulita, senza spargimenti di sangue. Cosa che, sfortunatamente, sarà più difficile di quanto previsto. Perché il Professore ha previsto tutto, ma proprio tutto… o, in fin dei conti, gli è sfuggito qualcosa? Può prevedere le conseguenze di una storia d’amore nata nel momento sbagliato? Una… o magari più di una? I sentimenti, scopriremo, saranno artefici delle conseguenze più disastrose.
Fuori, a dirigere le forze di polizia, c’è Raquel Murillo (Itziar Ituño), donna forte e determinata che, con l’aiuto del suo vice Angel (Fernando Soto), pazzamente innamorato di lei, dovrà riuscire a sventare la rapina, cosa che si dimostrerà però altamente difficile, visto che, in apparenza, il Professore sembra riuscire ad anticipare ogni loro mossa. Per questo Raquel dovrà ricostruire gli eventi precedenti la rapina, per capire con chi ha a che fare e cosa hanno in mente davvero.
In un susseguirsi di colpi di scena e di voltafaccia tra ostaggi e rapinatori, lo spettatore – come pure la polizia – arriverà sempre un attimo in ritardo a comprendere che una determinata scelta dei criminali non è frutto di una disattenzione o di un errore, ma fa parte di una diabolica pianificazione.
Aspettiamo con ansia la seconda stagione de La casa di Carta e consiglio caldamente agli amanti delle crime story di immergersi nella visione di questa serie, davvero ben fatta e accattivante.
Quattro coltelli
(Daniele Picciuti)